giovedì 30 dicembre 2010

Berlusconi, i furbi e i fessi.

E' un fatto che l'opinione pubblica, in genere,  tenda a schierarsi in funzione delle alleanze politiche che di volta in volta si vanno formando. 
In Italia tale tendenza ha da sempre assunto una collocazione radicale, nel senso che le alleanze o i partiti in cui ci si riconosceva, venivano seguiti e difesi con un certo "tifo da stadio". Se nella prima repubblica le contrapposizioni erano soprattutto ideologiche, (dc-pci, piuttosto che  msi o centristi che andavano dal psi al pli) negli ultimi anni, la scomparsa dei partiti storici, ha fatto si che il confronto o lo scontro si avesse soprattutto tra il centrodestra e il centrosinistra.
Mattatore del centrodestra, sin dal 1994, è stato sicuramente Silvio Berlusconi, cui sono principalmente dovuti i successi elettorali che hanno permesso a lui ed alle alleanze che ha, via via formato, di governare l'Italia per lungo tempo e che lo vedono ancora a capo di un governo.
Berlusconi è senz'altro il simbolo della collocazione di cui si accennava, essendo entrato in politica "per non lasciare il paese in mano ai comunisti", per cui la contrapposizione che negli ultimi anni si è venuta a creare, è soprattutto tra i "pro" e gli "anti" Berlusconi.
Il centrosinistra ha opposto vari leader, tra cui il solo Romano Prodi è riuscito a battere il Cavaliere in due occasioni, anche se poi i due governi omonimi hanno avuto vita breve.
Certo è che se Berlusconi ha governato tanto e ancora siede sulla poltrona di presidente del consiglio qualche ragione ci deve pur essere. Il centrosinistra o anche parte della sinistra storica, invece che cercare tali ragioni hanno, più che altro, cercato di intercettare il consenso che il leader antagonista andava man mano ottenendo, finendo per ricalcare grossolanamente i suoi programmi, dando spesso l'impressione che il luogo comune qualunquistico del "sono tutti uguali" fosse veritiero.
Prendendo spunto dall'ultimo libro di Beppe Severgnini, La Pancia degli Italiani si può dire che la ragione predominante del successo Berlusconiano derivi dalla sua faccia. Si, proprio la sua faccia con questo eterno e visibilmente artificioso sorriso, ma poco importa, tanti italiani lo percepiscono come un segnale di benessere, come il meritato premio alla loro vita fatta anche di stenti, come il segno della fiducia nel futuro, insomma per dirla come Severgnini: Berlusconi "assolve" tutti. Poco importa che i suoi governi abbiano oggettivamente combinato poco e che "soggettivamente" quel poco che hanno fatto sia stato addirittura deleterio per il paese, il suo consenso è sempre vasto perchè i suoi "tifosi" guardano  e credono in "lui".
Vorrei dire, da uomo di sinistra, che sarebbe ora di finirla di scimmiottare il leader di Arcore e cercare, proprio da sinistra, di dare vita ad una valida alternativa culturale e politica, ma non è semplice viste le attuali divisioni di schieramento e ne riparleremo più opportunamente in un prossimo post. Per il momento mi viene solo in mente ciò che scriveva Giuseppe Prezzolini nel Codice della vita italiana: "i cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi".
In genere, a me non piacciono le categorie, ma lascio facoltà ad ognuno, di stabilire a quale delle due ritiene di  poter appartenere.

sabato 25 dicembre 2010

Giuseppe Gioacchino Belli: Er giorno de Natale




Sti poveri canonichi stanotte
nun hanno fatto antro c’una vita:
canta che tt’aricanta! 1 eh a ffasse fotte
sta galerra per dio cuann’è finita.

Povere ggente! tanto bbrave e ddotte,
si ddureno un po’ ppiú, pe lloro è ita!
Bbono che ppoi c’è er zugo de la bbotte
pe rrimétteje er zangue a la ferita.

Anzi, stanotte, sciaripenzo mone,2
sempre è stato a bbullí ccerto callaro3
pieno d’acquaccia e petti de cappone.

E ppe cquesto hai veduto, Orzola mia,
che, de sti preti sciorcinati, 4 un paro
ne curreva ogni tanto in zagristia.


30 novembre 1832 - Der medemo
                                                                                                                                                                                                                              
1 Canta e ricanta, sempre cantare. 2 Ci ripenso ora. 3 Caldaia. 4 Meschini, tapini.


buon Natale a tutti da Wiska

martedì 21 dicembre 2010

Sara e Yara, due scomparse troppo uguali

 




Non si è ancora spenta l'eco della tragedia di Avetrana in cui la quindicenne Sara Scazzi ha perduto la vita ed ecco che in un piccolo paese del bergamasco, Brembate di Sopra, scompare una ragazza tredicenne, Yara Gambirasio. Come Sara, anche Yara scompare in un  breve tratto di strada di sei, settecento metri al massimo, quello che va dalla sua abitazione, alla palestra che normalmente frequentava per praticare ginnastica ritmica. Ancora una volta, come nel caso di Sara, gli investigatori, malgrado l'uso di squadre speciali e mezzi tecnici sofisticati, brancolano nel buio dando ad intendere che non ci sia niente di logico in questo tipo di scomparse; in più, se nella triste vicenda di Avetrana, si era azzardata l'ipotesi di un allontamento volontario, magari provocato dalla solita conoscenza su Facebook, qui data l'ancor più giovane età di Yara ed il non possesso di alcun profilo sul citato network, nessuno ha avuto il coraggio di fare altrettanto.
Se si ricorda, anche il caso della studentessa pugliese era allo stesso punto morto, prima che Michele Misseri facesse ritrovare il telefonino di Sara e iniziasse la sua lunga serie di "confessioni", che tuttavia non hanno ancora chiarito i fatti che hanno portato all'assassinio della nipote.
Quel che resta, in ambo i casi, è una sensazione d'impotenza di fronte a quanto accade e un troppo facile ricorso all'incidenza del caso, in cui, come nelle migliori fiabe, tutto ad un tratto appare "l'orco".
Nelle fiabe però, alla fine l'orco viene sempre e comunque sconfitto, nella nostra realtà invece, l'ipotizzare simili soluzioni sembra più un'affannosa ricerca di un motivo qualsiasi, per mettere a posto la nostra coscienza di cittadini "per bene".
In queste scomparse così misteriose, così improvvise e così apparentemente senza motivo, risuona sempre di più, l'eterna domanda che ogni genitore, ogni persona che ha avuto figli o ha avuto a che fare con gli adolescenti si pone e cioè se, dietro la "normalità" del quotidiano, siamo poi all'altezza per avere un rapporto davvero di fiducia con essi, se sappiamo dar sempre conferme ai loro dubbi, se facciamo sempre in modo che le loro parole non rimangano inascoltate.
Concludendo, oltre che conoscere chi ha ucciso Sara Scazzi o causato la scomparsa di Yara Gambirasio, oggi è molto importante scoprirne il perchè.

martedì 14 dicembre 2010

Termodinamica politica

Nella termodinamica statistica l'energia totale di un sistema si distribuisce con uguale probabilità in tutte le suddivisioni possibili ed è importante realizzare che le tipiche grandezze macroscopiche che caratterizzano un sistema, sono espressione dei comportamenti medi dei componenti microscopici e quando lo stato complessivo del sistema varia si è operata una trasformazione termodinamica.
Se ci si riflette tutto ciò può essere traslato e non me ne vogliano i fisici, alla cronaca politica odierna in cui i comportamenti di alcuni componenti microscopici, relativamente all'intero sistema politico, hanno determinato una variazione del sistema stesso e quindi una sua trasformazione.
Traducendo: Scilipoti, Razzi etc. cambiando repentinamente schieramento, tipico esempio di "trasformismo politico"  hanno consentito al governo Berlusconi di avere la maggioranza anche alla camera.
Tuttavia, rientrando nel solco dell'analisi storico politica, la faccenda delle alleanze e del cambio di schieramento da parte di deputati e senatori è vecchia quanto lo stato italiano.
Agostino Depretis, leader storico della sinistra italiana di fine 800 fu uno dei primi ad utilizzare la metodologia politica del Trasformismo.
Alcuni giustificarono il "tradimento" causato dall'allenza coi conservatori, perchè Depretis riuscì, in quel modo, a far approvare riforme importanti per la parte che rappresentava, ma resta comunque il dubbio machiavellico sul "fine".
Detto trasformismo politico in senso stretto, sfocia poi in un'accezione più larga come l'incoerenza che oggi sembra essere una caratteristica di buona parte dei politici ed anzi pare chiaro che esistano veri e propri professionisti del "passaggio" che ben sfruttano i momenti critici del sistema ed anche in questo caso ciò che conta è il "fine".
Che poi esso sia personale e non di schieramento, sta solo a significare il decadimento della politica.

sabato 11 dicembre 2010

Due suicidi "diversi".

I due suicidi, avvenuti nello scorso novembre, hanno colpito l'attenzione dei media e di gran parte dell'opinione pubblica; suicidi dovuti a motivazioni diverse, ma che hanno portato alla stessa tragica conclusione di morte.
Chi erano i due autori di questo gesto estremo?
Il primo, in ordine cronologico, è stato un sacerdote, Don Sergio Recanati, nato 51 anni fa a Masano che svolgeva la funzione di cooperatore nel santuario di Caravaggio  e che domenica 28 novembre si è tolto la vita buttandosi sotto un treno, nelle campagne tra Caravaggio e Pagazzano, in provincia di Bergamo.
Il secondo è stato Mario Monicelli, nato a Viareggio 91 anni fa, grande maestro del cinema italiano dal dopoguerra ad oggi, nonchè figura di primo piano nel panorama culturale italiano, che la sera di  lunedì 29 si è buttato dal quinto piano dell'ospedale San Giovanni a Roma, dove era ricoverato.
 

 Premesso che , a mio modo di vedere, il suicidio non è mai una scelta completamente razionale e lucida in quanto qualcosa nella nostra mente fa si che venga superato il limite naturale costituito dall'istinto di conservazione, tuttavia tutti cerchiamo di trovare delle spiegazioni che possano far comprendere il ricorso ad un simile gesto. Per Monicelli si è parlato del suo rifiuto a vivere l'ultima parte della sua vita in modo doloroso e opprimente, dato che era affetto da un tumore alla prostata, allo stato terminale. Si è anche aperto, a tal proposito, un dibattito giornalistico e non solo, tendente a strumentalizzare l'estremo atto del grande regista, vuoi dalla parte di chi lo ha considerato come una  sorta di "diritto d'eutanasia", vuoi dalla parte di chi, invece, sostiene che la vita è un bene sociale e non può essere appannaggio del singolo.
Per quanto riguarda Don Recanati, tutto viene fatto risalire allo scorso giugno, quando il sacerdote fu ripreso da un video, girato da "Le iene", in cui fu sorpreso a molestare un ragazzo, con la scusa del conforto religioso, in seguito al quale fu poi sospeso dal suo incarico e mandato in una comunità, per curarsi.
Chiunque abbia seguito le due notizie sui media o su internet, penso abbia notato ciò che ho notato io e cioè una grandissima sproporzione nei commenti e nel giudizio riguardo i due suicidi.
Sono d'accordo che la popolarità del grande regista ha svolto un ruolo importante in questo, tuttavia  se da  tutte le "posizioni" si è concesso un certo rispetto al gesto di Monicelli,  per l'altro è sembrato quasi che  avesse avuto la fine che  meritava.
Ed è proprio qui che non sono d'accordo, poichè seppure è ovvio e doveroso deprecare, con tutte le forze, le molestie sessuali, soprattutto aggravate dal fatto che a compierle  sia un sacerdote nel sacro"Ufficio di confessore", ciò nonostante non credo che esse meritino una pena come la morte, viceversa non so cosa possano meritare i responsabili di violenze continuate, famigliari e non o i responsabili di omicidi plurimi, genocidi e quant'altro di terribile accade ogni giorno, in ogni parte del mondo;  il fatto avvenuto poteva e doveva risolversi in modo differente, magari davanti alle forze dell'ordine o alla magistratura, anzichè davanti alle telecamere di una trasmissione televisiva che ha dato vita ad un pubblico ludibrio prima e ad un giudizio sommario dopo.
In controtendenza, c'è anche da evidenziare che le istituzioni ecclesiastiche hanno concesso  di celebrare il funerale del sacerdote suicida  nel prestigioso santuario di Caravaggio, dove lo stesso svolgeva la funzione di cooperatore e laddove si erano verificati  i fatti di cui era accusato. Una scelta discutibile se pensiamo che a  Piergiorgio Welby, colpevole secondo la Chiesa, di non voler continuare a vivere "artificialmente", non era stato concesso lo stesso privilegio.
Concludendo, se c'è da esprimere rispetto per un gesto come il suicidio, allora va espresso per  tutti  allo stesso modo poichè, secondo me, la morte accomuna e rende simili gli interpreti nel compimento di questo tragico atto.
Suonano appropriate le parole che lo stesso Monicelli proferì  in occasione del suicidio del padre Tomaso, avvenuto nel 1946:
"Ho capito il suo gesto. Era stato tagliato fuori ingiustamente dal suo lavoro, anche a guerra finita e sentiva di non avere più niente da fare qua. La vita non è sempre degna di essere vissuta; se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena."

wiska...chi lotta vive!

martedì 30 novembre 2010

Wikileaks, libertà d'espressione o destabilizzazione globale?

Wikileaks, (da leak, " perdita", "fuga [di notizie]" in inglese) è un'organizzazione internazionale che riceve in modo anonimo, grazie a una "drop box" protetta da un potente sistema di criptaggio, documenti coperti da segreto e poi li mette in rete sul proprio sito web. WikiLeaks riceve, in genere, documenti di carattere governativo o aziendale da fonti coperte dall'anonimato. L'organizzazione con a capo  Julian Assange,  si occupa di verificare l'autenticità del materiale che poi pubblica tramite i propri server dislocati in Svezia e Belgio, due Paesi con leggi che proteggono tale attività, preservando l'anonimato degli informatori e di tutti coloro che sono implicati nella "fuga di notizie".(wikipedia)
Gli 'scoop' di Wikileaks hanno preso il via nel 2006 con la pubblicazione di un complotto per assassinare, i membri del governo somalo firmato dallo sceicco Hassan Dahir Aweys. Proseguono nel 2007 con la pubblicazione di documenti che vanno dal materiale di equipaggiamento nella guerra in Afghanistan alle rivelazioni sulla corruzione in Kenya. In quell'occasione viene anche fuori l'orrore del campo di Guantanamo. Nel 2010 Wikileaks svela a New York Times, Der Spiegel e The Guardian aspetti nascosti della guerra in Afghanistan  e pubblica quasi 400.000 file militari riservati sulla guerra svoltasi in Iraq fra il 2004 e il 2009.
Oggi però la diplomazia internazione è in agitazione, poichè si annuncia la pubblicazione di notizie riguardanti i rapporti tra gli Stati Uniti e quasi tutto il resto dei paesi nel mondo, Europa e Italia compresi.
Una mole di circa 250.000 tra cablogrammi, messaggi etc. di ambasciatori, addetti esteri, funzionari contenenti giudizi, pareri, consigli riguardo il paese o l'organizzazione  che di volta in volta venivano testati dal governo americano.
Lo scopo di questo post non è quello di commentare i contenuti, nè tantomeno verificarne la vericidità, bensi chiedersi, in primis, se sia giusto il principio secondo cui tutti debbano conoscere ciò che si nasconde dietro la diplomazia "di facciata", se sia giusto che tutti conoscano come, attraverso intrighi internazionali di vario genere, si decidano a volte le sorti di governi, di strategie politiche, finanziarie e quant'altro.
Leggo da varie fonti che ciò rappresenterebbe addirittura una sorta di nuovo terrorismo, ponendo in atto una destabilizzazione della sicurezza globale, partendo dal presupposto che il semplice cittadino non è in grado di valutare con maturità ed equilibrio la verità sulle azioni succitate.
Sull'altro versante ed anche sulla falsariga delle precedenti rivelazioni di documenti, primo fra tutti il caso Guantanamo, si afferma che il conoscere la verità da parte di tutti, può contribuire ad una assunzione di responsabilità dei governi, tale da modificare la loro azione in tal senso.
Seconda domanda: trattandosi non di problemi inerenti all'organizzazione militare o governativa interna agli States, ma come già detto delle relazioni tra essi e quasi tutti i paesi del resto del mondo, se la pubblicazione di documenti riservati, segreti o confidenziali possa effettivamente portare ad un miglioramento delle stesse relazioni o non, piuttosto,  ad un loro inasprimento.
Fonti governative statunitensi e inglesi fanno sapere che la diiffusione di dette notizie, potrebbe portare addirittura alla perdita di molte vite umane, mentre nell'idea di Assange e dei suoi collaboratori, ciò dovrebbe rompere per sempre, l'egemonia degli Usa nel mondo ed abbattere il loro modo di intromettersi negli affari politici ed ecomici degli stati contemporanei.
A mio modo di vedere un rischio c'è ed è quello di vedere qui applicato lo stesso principio machiavellico che fa nascere la "ragione di stato" nelle vicende nazionali ed internazionali e che ha portato, tante volte,  ad uccidere  in nome  dello stato, piuttosto che della giustizia, di un ideale o di un credo religioso, lasciando poi alla storia, il compito di dimostrare quante di quelle uccisioni, siano state almeno utili all'umanità, giacchè, io penso, che nessuna di esse sia lecita.
La futura pubblicazione dei documenti che ovviamente non sono pallottole, potrebbe comunque avere effetti dirompenti, se non sul piano prettamente diplomatico dove. si sa, le apparenze contano molto più della realtà, sulla finanza globale già in crisi (se,come si annuncia, saranno pubblicati anche  documenti riguardanti banche importanti) e sicuramente sulla credibiltà dei governi, primo fra tutti quello statunitense, nei confronti dei rispettivi cittadini.
Anche in questo caso sarà la storia a dirci se ne sarà valsa la pena, pur restando valido, a mio modo di vedere, il vecchio aforisma che recita:
"Se non vuoi che si sappia in giro che tradisci tua moglie, l'unico modo è...non tradirla!

wiska...chi lotta vive!

sabato 27 novembre 2010

La rabbia del sud.

Mi ha molto colpito un articolo apparso sul "Messaggero di S.Antonio" di novembre, a firma  di G. Carlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano dal titolo "La rabbia del sud". La parola rabbia non è un termine abituale nel lessico di un uomo di chiesa, perchè molto vicino all'ira che è uno dei vizi capitali. Soprattutto non se ne parla  in termini positivi, Bregantini invece, la mette al centro della sua esperienza pastorale:
Pur vivendo da quasi tre anni in Molise regione piccolissima ma serena e vivibile, ancora in bilico tra un Nord cui guarda e un Sud cui e storicamente legata,sento vivissima nel mio cuore la rabbia del Sud. Vivo le vicende che riguardano questa terra con un’eco interiore che mi plasma e mi parla, perché sento che quei problemi non sono loro, ma nostri....
La rabbia diventa quindi forza trainante che permette di poter comprendere appieno i problemi della gente del sud arrivando a farli propri e consente di trovare la strada giusta per la loro soluzione, che attraverso storie eccellenti, non può essere che la politica:
Per queste ragioni mi ha indignato la vile uccisione del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo. Un pescatore prestato alla politica. Un sindaco intelligente e acuto che aveva impostato tutto il suo efficace lavoro sulla riscoperta dei valori tipici di una terra dalle bellezze ancora incontaminate. Bellezze dalle quali scaturisce una richiesta silenziosa ma tenace: rendere quelle terre produttive, per i figli del Molise cosi come per tutti i figli del Sud. Ecco perche Vassallo ha lottato contro i rifiuti, ottenendo una consistente risposta dai suoi concittadini entusiasti di aderire alla raccolta differenziata da lui promossa. Ha valorizzato la tipicità nei mercatini rionali, dando spazio alle piccole ma forti realtà locali. Ha, in definitiva, creduto nella politica.
Già, Angelo Vassallo un eroe dei nostri tempi, svanito ben presto dall'agenda dei media e della classe politica per far posto, purtroppo, alle foto dell'immondizia, o dell'ultima conquista erotico sentimentale del premier.
L'arcivescovo si schiera con il sindaco ucciso e ne porta avanti il coraggio, la tenacia, l'intelligenza politica e poi si spinge oltre:
Ora, da questa morte deve arrivare una lezione di vita: sostenere chi lotta per la giustizia, non lasciare mai soli i sindaci intelligenti, i preti combattivi, le chiese che si svegliano, i giovani che sperano...
Dando sia risposte pratiche che sociali:
Questa l’unica risposta che possiamo  dare all’appello del cardinale Sepe, quando denunciava "la mancanza sia di pane che di speranza". Frase durissima, la sua, ma tristemente realistica...
unendo laicità e religiosità, Dio e uomo:
C'è una stretta e vitale correlazione tra religione e giustizia, tra spiritualità e politica tra Dio e l'uomo. E nel Sud, questo lo si coglie subito. Perche basta un prete in gamba perché anche il paese cresca. O un sindaco che ci crede,perché il paese sia custodito nei suoi nativi colori.
In conclusione, la rabbia del sud non è il solito vittimismo piagnucoloso, non è voglia di assistenzialismo, ma rappresenta il vero motore della volontà di essere, insieme al nord, soggetto e non oggetto della nazione, della sua realtà economica e sociale. Lo dice un uomo di chiesa, un uomo sul campo che difende la politica vera, la politica pura e i politici, specie quelli del sud, devono fare la loro parte, raccogliere questo invito che Bregantini mette in essere, oltre che con questo articolo, con la sua azione di ogni giorno.

wiska...chi lotta vive!

martedì 23 novembre 2010

Chevanton ed Eto'o ovvero due facce della giustizia sportiva

Premetto che i due episodi avvenuti domenica scorsa sono ambedue deprecabili e dovrebbero essere oggetto di un serio esame di coscenza da parte dei due protagonisti e delle loro rispettive società.
C'è anche da sottolineare che la giustizia sportiva del calcio è stata spesso al centro di polemiche in casi ben più gravi di quello che qui vorrei analizzare, casi d'incapacità, assenteismo o, peggio ancora, corruzione.
In questo caso, a mio modo di vedere, si insinua l'eterno sospetto che anche nel calcio ci sia un nord e un sud, un forte e un debole, trovandoci davanti ad un singolare metro di giudizio riguardo ciò che avviene sui campi di gioco, ma veniamo ai fatti :
1. Partita Chievo Inter: il calciatore Samuel Eto'o attaccante di questa'ultima formazione, dopo un'azione in cui egli sarebbe stato provocato da un calciatore del Chievo,  si avvicina al medesimo, che era a circa una decina di metri e gli sferra una testata in pieno petto, facendolo cadere. La quaterna arbitrale non si accorge di nulla per cui l'attaccante camerunense non viene sanzionato ed anzi, nel proseguio della partita, segnerà anche una rete che, per fortuna del Chievo, sarà ininfluente per il risultato finale.
2. Partita Lecce Sampdoria: l'attaccante del Lecce Ernesto Chevanton, dopo una protesta per un rigore non accordato, insegue un calciatore della Samp e commette un netto fallo da tergo, l'arbitro se ne avvede e lo espelle. Il calciatore del Lecce allora si sfila la maglia e la lancia in direzione dell'arbitro (senza peraltro colpirlo), quindi va nei pressi dell'arbitro e additandolo proferisce delle parole irriguardose (almeno così si deduce).

Le decisioni del giudice sportivo sono state: 3 giornate di squalifica a Eto'o (con prova televisiva), 5 giornate di squalifica a Chevanton (da referto arbitrale), se a ciò si aggiunge che il giocatore dell'inter doveva essere espulso e invece ha giocato l'intera partita, segnando, come già detto, anche una rete, mentre il calciatore del Lecce è stato espulso e la sua squadra ha giocato quasi l'intera partita in dieci uomini, le effettive giornate di squalifica diventano 2 per Eto'o e 6 per Chevanton.
Mi sembra fuor di dubbio che il metodo di giudizio svantaggia pesantamente il giocatore leccese e sono ipotizzabili due tipi di ragionamento a giustificazione di ciò. Il primo è che si dia più importanza ad un comportamento irriguardoso nei confronti dell'arbitro che a fenomeni di condotta violenta sul terreno di gioco, il secondo, antico ma sempre inquietante, è  che i calciatori che militano nelle potenti società del nord, abbiano un trattamento privilegiato rispetto ai loro colleghi che militano nelle modeste società del sud. 

wiska...chi lotta vive!

sabato 20 novembre 2010

Alla faccia della tutela della privacy.

Come già accennavo nel post L'orca assassina, alcune importanti emittenti televisive si sono ormai schierate, a proposito del caso della povera Sara Scazzi, a favore di Michele Misseri (Porta a Porta - RAI-1, Quarto Grado - Rete4) o a favore di Sabrina (Matrix - Canale5, Chi l'ha Visto - RAI-3).
Proprio la trasmissione della Sciarelli ha dedicato nell'ultima puntata di mercoledì 17 nov, gran parte del tempo alla triste vicenda. Si sa che questa è una storica trasmissione di servizio per la ricerca di persone scomparse, che però ultimamente sembra anche dedicarsi alla ricerca dei colpevoli dei casi di cronaca.
Le ipotesi avanzate dalla Sciarelli  e dalla sua redazione insinuavano forti sospetti di insabbiamento della verità, da parte degli inquirenti, tipo la frettolosa autopsia e sepoltura del cadavere di Sara, che a loro modo di vedere sarebbe potuto essere oggetto di ulteriori e più approfonditi esami con l'uso di  imprecisate tecniche speciali.
Quindi ci si è soffermati sulla testimonianza di una cliente di Sabrina,( la cui figlia abita proprio di fronte a casa Misseri,) che asseriva che lungo la strada percorsa da Sara, in quel fatidico pomeriggio del 26 agosto, c'è una scuola in ristrutturazione,  in cui ci dovevano essere degli operai al lavoro.(non si capisce dove si volesse andare a parare, ma la circostanza è stata sempre smentita dagli investigatori).
C'è stata poi la conta degli sms inviati e ricevuti da Sabrina tendenti a scagionare la stessa dalle accuse a lei rivolte, perchè per essere lei l'assassina (cito testualmente) "avrebbe dovuto strangolarla con una mano, mentre con l'altra inviava sms", tralasciando che gli inquirenti non sono affatto convinti della fascia oraria in cui è avvenuto il delitto.
Infine, dulcis in fundo, la Sciarelli tira fuori la notizia che sul percorso della vittima, risiedono ben sette persone che hanno avuto precedenti penali (indagati o anche arrestati) in reati connessi alla violenza sessuale!
Qui tocchiamo proprio l'apice dell'assurdo... ma cosa si vuole insinuare, che Sara sia stata vittima di una setta, di un gruppo di maniaci o che?
E come ha  fatto la redazione di Chi l'ha visto (ammesso che sia vero) a venire a conoscenza  dell'esistenza di tali persone ? Ha forse controllato tutti i nomi dei residenti di Avetrana, verificandone poi la posizione nel casellario giudiziario?
Bel colpo Sciarelli...alla faccia della tutela della privacy!!!

giovedì 18 novembre 2010

Destra e Sinistra

Nella trasmissione di Fazio e Saviano di lunedì scorso, il segretario del PD Bersani e il Presidente della Camera Fini hanno letto due elenchi che, a loro parere, rappresentano rispettivamente i i valori di Sinistra e Destra. Può apparire singolare la scelta dell'ex esponente di An, data la sua attuale situazione politica,  ma rimane pur sempre un personaggio di spicco, forse il più importante nella storia della destra italiana.
Tuttavia esponenti del governo e dei media che lo sostengono, oltre a criticare tale scelta hanno accusato i due oratori di aver detto cose ovvie e abbastanza banali secondo quella logica del Berlusconismo per la quale le idee degli avversari politici (Bersani da sempre o Fini da poco)se non vengono demonizzate, vengono banalizzate e rese ridicole.
Forse, come già diceva Giorgio Gaber in una delle sue ultime canzoni, la differenza tra le due parti non è più così netta e la modernità esprime temi che le investono trasversalmente, ma si tratta pur sempre di "valori" e non credo sia stata una perdita di tempo enunciarli in una trasmissione televisiva del servizio pubblico.
Ripeto trattandosi di "Valori" non è mai ovvio e banale enunciarli, ma fa anche bene ascoltarli come fa sempre bene tra genitori e figli, piuttosto che in un rapporto di coppia dirsi "ti voglio bene", non pensando mai che ciò sia ovvio o scontato.
Tuttavia anche nella sostanza dei due elenchi ci sono, a mio parere, elementi tutt'altro che retorici  e vorrei puntare l'attenzione su alcuni di essi:

Bersani: "Abbiamo la più bella Costituzione del mondo. La si difende ogni giorno e il 25 aprile si fa festa..." -  non mi sembra sia tanto scontata questa idea, visti gli ultimi discorsi di Berlusconi sull'argomento.
Bersani: " Ci vuole un mercato che funzioni, senza monopoli, corporazioni e posizioni di dominio, ma ci sono beni che non si possono affidare al mercato: la salute, l'istruzione, la sicurezza" - viste le ultime tendenze del Governo sulla gestione di Scuola Pubblica e  Sanità, anche questa affermazione è tutt'altro che ovvia.
Bersani: "Davanti a un problema serio di salute non ci può essere né povero né ricco, né calabrese né lombardo né marocchino..." non credo che ciò sia scontato per Calderoli e i suoi amici della Lega.
Bersani: " Se devo morire attaccato per mesi a mille tubi, non può deciderlo il Parlamento..." - anche questa affermazione non mi pare scontata, visto il caso Englaro e la Posizione della Chiesa  di Roma.
Fini: "La destra ritiene solidali e quindi meritevoli di apprezzamento le imprese e le famiglie che danno lavoro agli immigrati onesti, i cui figli domani saranno anch'essi cittadini italiani perché la patria non è più solo terra dei padri" - non sembra banale nè ovvio, specie per Lega Nord e PdL.
Fini: "per la destra solo lo Stato deve garantire che legge è uguale per tutti, che deve combattere gli abusi e il malcostume, deve valorizzare l'esempio degli italiani migliori. Per questo bisognerebbe insegnare fin dalla scuola che due magistrati come Falcone e Borsellino  sono davvero eroi..." - anche qui mi sembra un'inversione di tendenza rispetto alla centralità individualista del Berlusconismo.
Fini: "Per la destra l'uguaglianza tra i cittadini va garantita nel punto di partenza, al Nord come al Sud, a uomini e donne, ai figli degli imprenditori, degli impiegati e degli operai...." - non sembra un'ovvietà, una Destra che parla di uguaglianza, che è un ideale storico  della Sinistra.

Per concludere, le accuse addotte dai detrattori di Fini e Bersani appaiono più lo scomposto scalciare di un "muscolarismo berlusconiano" in piena difficoltà, che una critica basata sui contenuti espressi.

wiska...chi lotta vive!

lunedì 15 novembre 2010

Governo a pezzi?..Pezzi di governo!

Il governo Berlusconi sembra ormai giunto al capolinea della sua attività politica. Partito con proclami enfatici circa la sicura e duratura azione di governo, avendone del resto tutti i numeri (quasi 100 parlamentari in più rispetto all'opposizione), ha ben presto dimostrato limiti di coesione tra i componenti della coalizione, manifestatisi già alla vigilia delle Elezioni Amministrative, causa le disfunzioni organizzative in quasi tutto il territorio nazionale, con punte clamorose nei famosi casi della presentazione delle liste a Roma e in Lombardia. Poi è stato soprattutto il Presidente della Camera Gianfranco Fini a minarne la consistenza, sottolineando i vari "scivoloni" personali e non del Premier e soprattutto le non condivise scelte operate dal governo in materia di Etica (caso Englaro, coppie di fatto etc.), sull'immigrazione (tentativo di obbligare i medici alla denuncia degli "irregolari" e la polemica con la Lega circa il respingimento dei clandestini) e sul Ddl sulle intercettazioni, tanto caro a Berlusconi.
 Ultimamente la differenzazione di Fini si è spostata,in materia economico-finanziaria, anche sui tagli lineari operati dal ministro Tremonti, per non parlare dei molti dubbi palesati sulla bozza di riforma della giustizia presentata dal ministro Alfano culminando il tutto con la perentoria richiesta delle dimissioni del Premier.
Per cui tutto ciò farebbe pensare che ormai non ci sia nessun ulteriore spazio di manovra per il Governo Berlusconi IV, tranne forse l'approvare il piano di stabilità e bilancio dello stato, anche su invito del presidente Napolitano.
Invece alcuni  pezzi di questo ex governo sembrano  e navigare verso nuove alleanze  e guarda caso, sono proprio quelli che hanno contriibuito ad affondarlo, cioè i finiani, che s'incontrano con il Ccd di Casini e l'Api di Rutelli per pianificare una strategia parlamentare comune, in attesa di una futura nuova coalizione di Centro, non disdicendo nemmeno occhiate accondiscenti al resto dell'opposizione per la formazione di un ipotetico governo tecnico-parlamentare volto a cambiare l'attuale legge elettorale.
Fuori da questo "teatrino" della politica c'è il popolo italiano con tutti i grandi problemi del momento che sta lì ad aspettare che la politica, incapace di risolvere i problemi reali,  dia almeno un esempio di responsabilità e rispetto nei confronti di tutti i cittadini.

martedì 9 novembre 2010

"Mina la petra e scunni la manu!" Fini a Bastia Umbra

L'intervento di Fini nell'incontro di  Bastia Umbra, a cui hanno partecipato circa seimila  fedelissimi, ha dato il via politico a Futuro e Libertà, il movimento nato dalla scissione dal PdL, che a gennaio diverrà Partito vero e proprio.
Nulla da eccepire al discorso di Fini sotto il profilo analitico della sua esperienza nel Pdl, di cui ha tracciato una severa e arguta ricusazione e nulla da eccepire nemmeno sotto il profilo dell'analisi storica della prima repubblica, in cui ha auspicato un ritorno, che anch'io condivido, a una politica più sobria e soprattutto più attenta ai contenuti. A tal proposito ha citato,con un parallelo veramente ardito, che magari sarà oggetto di un altro post, personaggi politici come Almirante, La Malfa, Moro e Berlinguer. Anche i riferimenti ai valori etico-sociali sono sembrati coerenti con la modernità insistente sulla nostra società e sul pensiero che da sempre ha animato l'azione politica dell'ex leader di AN.
Ciò che invece mi ha lasciato perplesso è stato il lato della proposta politica in cui, a mio parere,  Fini ha detto tutto e il contrario di tutto: come il chiedere a Berlusconi di dare le dimissioni, per poi investirlo nuovamente, malgrado la succitata constatazione dell'attuale fallimento politico, della carica di capo di un nuovo governo (magari con qualche ministro futurista in più?), oppure criticare duramente la politica della Lega Nord e  il pesante condizionamento politico operato nei confronti del Premier, per poi addolcire la pillola chiedendo l'attuazione del "Senato delle Regioni", che è una vecchia proposta del Carroccio, dando l'impressione che, in ogni momento, la situazione politica possa scomporsi o ricomporsi e che in realtà la proposta dei Finiani, al momento, varia al variare dell'atteggiamento di Berlusconi e Bossi.
Insomma il Presidente della Camera fa clamore lanciando il sasso nello stagno, ma  rivisitando il proverbio salentino "Mina la petra e scunni la manu", dopo il lancio, nasconde subito la mano!

wiska...chi lotta vive!

giovedì 4 novembre 2010

L'orca assassina.

Apprendo, da notizie di stampa, che su un muro di Avetrana è comparsa la scritta "Sabrina assassina". Ancora una volta quindi si addita il colpevole, prima ancora che riferimenti oggettivi diano luogo ad una ipotesi accusatoria che possa poi essere oggetto di un processo e soprattutto di una sentenza, riguardo l'uccisione della povera Sara Scazzi.
Insomma dall'orco dei primi giorni impersonato da Michele Misseri, si passa ora all'orca, impersonata da sua figlia Sabrina, inoltre, nei vari dibattiti televisivi che ancora vanno in onda, si profilano due partiti: quello per colpevolezza dello zio e quello per la colpevolezza della cugina. Ad ogni modo, ad oggi e in attesa dei risultati della perizia medico-legale e dei risultati scientifici del RIS, sia Michele che Sabrina sono,a tutti gli effetti, "Presunti Innocenti" e di certo c'è soltanto che il primo conosceva il luogo in cui si trovava il cadavere della povera Sara. Tutto il resto è solo chiacchiera da salotto (televisivo per lo più), compresa l'ennesima lettera e le dichiarazioni di Valentina Misseri da cui si ricava la semplicistica affermazione: "la nostra era una famiglia normale e tutti ci volevamo bene, poi mio padre è impazzito e ha ucciso Sara... fatti suoi, noi che c'entriamo???"
wiska...chi lotta vive!

mercoledì 3 novembre 2010

A proposito di Ruby e il presidente..

Come mai nessuno esponente della Lega Nord è insorto a proposito della "solidarietà" di Berlusconi verso la diciassettenne marocchina, pur sapendo che la stessa è un'immigrata irregolare? Eppure proprio Bossi, Maroni etc. sono stati i più accaniti sostenitori dell'introduzione del reato di clandestinità nel DdlSicurezza 2009 Insomma anche per il Carroccio non tutti i clandestini, o meglio le clandestine, sono uguali.

wiska...chi lotta vive!

martedì 2 novembre 2010

Perchè "a margine.."

Qualsiasi evento, di qualsiasi natura, si verifichi nel mondo, che non sia un nostro fatto personale,  possiamo pensare che non ci riguardi affatto, oppure esso può colpirci profondamente. In un modo o nell'altro tale evento genera degli effetti e solo la storia poi stabilirà se hanno influenzato la nostra vita personale o meno.
In ogni caso noi lo abbiamo vissuto in modo indiretto, cioè non abbiamo potuto esserne la sua esecuzione, poichè esso è stato "a margine" della nostra vita.

sabato 30 ottobre 2010

Ruby e il Presidente.

Nell'ultimo Post avevo scritto che Berlusconi spesso si è trovato al centro di situazioni imbarazzanti riguardanti la sua vita privata ed ecco che quasi immediatamente, i media mettano in risalto la storia di una diciassettenne marocchina, che nuovamente tira in ballo il Presidente del Consiglio.
Praticamente la diciassettenne Ruby viene portata in questura, perchè denunciata per furto  da una sua amica e, secondo le indiscrezioni, giunge al questore di Milano una telefonata da un uomo della scorta di Berlusconi che dice di rilasciare la ragazza poichè sarebbe la nipote del presidente egiziano Mubarak, poi è Berlusconi stesso a raccomandare al funzionario di affidare Ruby ad una persona di sua fiducia che l'aspetta fuori dalla questura, Nicole Minetti, igenista dentale del Presidente del Consiglio, nonchè consigliere regionale di Forza Italia. La ragazza viene effettivamente rilasciata e affidata alla Minetti invece che a una comunità protetta, come forse sarebbe stato più opportuno.
Belusconi si difende dicendo che ha solo cercato di dare una mano a una persona in difficoltà, ma le notizie di stampa riferiscono che la ragazza invece faceva parte di quel gruppo di graziose e giovanissime intrattenitrici che animano le feste milanesi del presidente, procurate a quanto pare dal solito Lele Mora che tra l'altro risulta indagato per favoreggiamento della prostituzione, insieme a Emilio Fede e la stessa Nicole Minetti.
Non mi dilungo di più sulla miriade di notizie che man mano si susseguono, nè mi interessa dare un giudizio sulla vita privata del premier, ma se la telefonata in questura si rivelasse vera, allora si tratterebbe di una sorta di  abuso di potere e quindi  riguarderebbe la sua sfera pubblica, con tutte le conseguenze morali e politiche che ne deriverebbero.
Insomma il Berlusconi che dice: "amo la vita e le donne" se veramente vuole essere ricordato come uno statista, dovrebbe assumere dei comportamenti un pochino più sobri e più consoni alla sua età e soprattutto alla carica che ha l'onore di ricoprire.
Come uomo di sinistra vorrei che Berlusconi uscisse di scena per il suo fallimento politico, non per una squallida storia come questa.

wiska...chi lotta vive!

mercoledì 27 ottobre 2010

Il Berlusconismo.

Nei primi anni '90 Silvio Berlusconi fondava Forza Italia, un movimento che seppure verticista e centralista,  esprimeva tuttavia  la volontà di una certa parte degli elettori italiani, di opporsi a una Sinistra che sembrava potesse andare al governo. Il movimento di Forza Italia nato all'indomani della disgregazione della Democrazia Cristiana e del PSI, vinse le elezioni del 1994 anche a causa del declino della ideologia di sinistra del PCI di allora , che poi nel corso degli anni a venire, a colpi di secessioni interne e cambi di denominazione, finì per buttare via "l'acqua sporca insieme al bambino", lasciando irrisolte tutte le questioni politico-sociali, su cui l'ideologia stessa era fondata.
Forza Italia e soprattutto Berlusconi inizia a governare nel maggio del 1994 e, tranne la parentesi dei  due governi di tipo tecnico parlamentare (Dini e D'alema) e dei  due governi Prodi , la sua azione di governo si esplicita per quasi 9 anni, arrivando sino ai giorni nostri. Man mano però le cose cambiano: Forza Italia diventa "Casa delle Libertà" e assume l'aspetto di un vero e proprio partito, Berlusconi, forte del suo carisma e del consenso popolare, aumenta sempre di più il suo potere personale all'interno della coalizione,  inducendo i vari governi a formulare leggi "ad personam" ed instaurando una sorta di delegittimazione della parte avversa e di varie istituzioni dello stato, che porterà ad una forte contrapposizione tra gli schieramenti, in cui, più che la politica, prevarrà lo scontro personale.
L'ultimo capitolo è, all'indomani della nascita del Partito Democratico di Veltroni, la fondazione del Popolo Delle Libertà, con l'annessione quasi forzata di Alleanza Nazionale di Fini.
Insieme alla Lega, il PdL vince le elezioni del 2008 e si avvia a governare fino al 2013.
Ma se a livello elettorale il carisma berlusconiano certamente aiuta, a livello dell'azione di governo può diventare un problema, poichè Berlusconi tende più a far accettare le sue idee personali, che a valorizzare la collegialità dell'esecutivo. (E' nota una sua frase "al mattino mi sveglio con tante belle idee, poi vado in Consiglio dei Ministri e non riesco a fare niente..)  inoltre, dati i suoi palesi conflitti d'interesse, si trova spesso raggiunto da avvisi di garanzia o coinvolto in processi o invischiato in situazioni scabrose, quali la sua partecipazione al compleanno della diciottenne di Casoria, che lo porterà addirittura al divorzio con la moglie o la famosa vicenda delle "escort"  e allora, di nuovo, induce il governo a varare leggi ad oc (Lodo Alfano, legge sulle intercettazioni etc.)e nasce così il Berlusconismo, una vera e propria ideologia che mette al centro dell'azione e del pensiero politico, un individualismo esasperato,che segue la logica del "ghe pensi mi!" o del "ognuno s'arrangi da sè", dove anche lo Stato Sociale appare uno spreco,  in cui tutto s'aggiusta semplicemente spendendo più soldi , costruendo più case, investendo di più,  Un'idelogia basata sul profitto e gli interessi personali,  in cui  il sistema fiscale è visto come uno spauracchio, da cui bisogna scappare.. da qui l'affermazione: "gli evasori fiscali non sono ladri, sono solo furbi". 
Berlusconi quindi si muove nella sua azione di governo con alle spalle, non il più il movimento delle origini, ma questa ideologia creata a sua immagine e somiglianza e  lo stato, le regole democratiche, la costituzione, il parlamento, vengono viste come istituzioni vetuste che rappresentano soltanto un impaccio per la realizzazione del suo fine ultimo, che è quello di  impersonificarsi con lo stato.

domenica 24 ottobre 2010

Viva la Rai!!

C'è aria di bufera alla Rai: non ancora placata la polemica Masi-Santoro, tra l'altro momentaneamente  risolta con la singolare "sospensione della sospensione" di Santoro, da parte di un ambiguo istituto che si chiama "Arbitrato", ecco subito un nuovo motivo di contrasto tra la Direzione Generale (leggi sempre Masi) e la Terza  Rete e il suo capo-struttura Maffucci. Motivo della contesa è la futura e non tanto sicura messa in onda della nuova trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano. Ciò perchè malgrado Masi e company continuino a dire che non c'è nessun problema, autori e attori principali della trasmissione, fanno sapere di essere ancora senza un regolare contratto e che i mezzi messi a disposizione da Mamma Rai, (specie dopo la comunicazione della "scaletta" delle prime puntate) sembrano essere quelli di un noto sketch del compianto Raimondo Vianello in cui  lui, inviato Rai, si vedeva trasportato per la città, a bordo di una cariola.
Le due polemiche  sembrano avere lo stesso comun denominatore e cioè sia Santoro, che la coppia Fazio-Saviano hanno sicuramente una visione antigovernativa e ciò non va  bene al direttore Masi ed a tutta la parte politica che il medesimo ha dimostrato di rappresentare. Il problema per lui e per gli altri è che "Anno Zero" condotta da Santoro è praticamente la trasmissione di punta dell'Azienda, raccogliendo un'elevata share e conseguentemente pubblicità  e la nuova trasmissione "Vieni via con me" si annuncia anch'essa foriera di ottimi ascolti, visti gli ospiti preannunciati (Albanese, Benigni etc..) e la presenza di un personaggio come Saviano.
Ma per la Rai non finisce qui, si sveglia anche l'AGCOM (garanzia delle comunicazioni) che bacchetta il TG1 per la sua faziosità (a favore di Berlusconi) dimostrata, a suo modo di vedere in più di un'occasione e infine viene pubblicato il bilancio delle entrate pubblicitarie del 2009 : la Rai riscuote circa il 16% in meno rispetto all'anno precedente, 4% in meno rispetto alla media del mercato da cui si salva soltanto, indovinate chi?  Mediaset, che perde solo circa l'8% ,un ottimo risultato anche alla luce del fatto che gran parte delle perdite Rai derivano dal mancato rinnovo (voluto dall'attuale dirigenza) dei diritti Sky , network diretto concorrente di Mediaset Premium.

wiska..... chi lotta vive!

martedì 19 ottobre 2010

Giustizia fatta in casa..

Così, dopo sue settimane di agonia si è spenta la povera Maricica Hahaianu, la trentaduenne colpita da un pugno da Alessio Bursoni, in seguito ad una lite per futili motivi.
Ieri il ventenne romano che era agli arresti domiciliari, è stato tradotto in carcere con l'accusa di omicidio preterintenzionale e allora succede una cosa incredibile: davanti a casa sua centinaia di persone, famigliari e amici, espongono cartelli e gridano "Alessio libero!!" e poi addiritttura un esponente politico ne chiede la scarcerazione, si tratta di dell'onorevole Francesco Maria Giro del Pdl e fedelissimo di Berlusconi.
Ma si caro onorevole e amici vari, anche la giustizia è  un fatto soggettivo e dipende a chi tocca... alla fine Alessio era un bravo ragazzo, gli è solo scappato un pugno che sfortunatamente è andato a finire proprio in faccia a una donna che non era manco italiana, poi quella è caduta, è andata in coma ed è morta,cavoli suoi.. che colpa ne ha il vostro povero amico?
A questo punto, per Par Condicio, suggerisco al non tanto onorevole Giro di richiedere anche la scarcerazione di Michele Misseri!
E pensare che una volta si scendeva in piazza per gridare: "Fuori i compagni dalle galere!"

wiska.... chi lotta vive

lunedì 11 ottobre 2010

Dagli al mostro...

Michele, zio di Sara Scazzi e suo dichiarato assassino è chiuso in isolamento nel carcere di Taranto. Qualche fonte di stampa arriva ad ipotizzare che pensi al suidicio evidenziando come il paranormale applicato al giornalismo diventi stereotipo per attirare l'attenzione morbosa di taluni lettori.
Di sicuro Michele Misseri è difeso soltanto dall' avvocato d'ufficio e anche questo è indicativo del fatto che c'è mostro e mostro...
Se solo si pensa ai famosi collegi di difesa di tanti altri "mostri" tipo quelli della strage del Circeo di qualche anna fa, dove venne barbaramente trucidata una ragazza e ridotta in fin di vita un'altra, si capisce che la radice sociale vale pure per i "mostri".
Ma il "dagli al mostro" sport molto praticato nei paesi poveri o dei neo o finti ricchi come l'Italia, imperversa a partire dal "a morte Michele" delle ragazzine compagne di scuola di Sara, passando per il manifesto di stoffa recante la scritta "Pena di Morte etc.."  fatto portare a scuola da una mamma veramente zelante e forse molto vogliosa di essere poi intervistata da qualche televisione compiacente, finendo alle telefonate minacciose alla famiglia dello zio assassino da parte di anonimi che, come tanti opinionisti televisivi, hanno già scritto la sentenza..
Di certo la magistratura e le Forze dell'Ordine fanno sapere che non considerano per nulla conclusa la vicenda, giacchè molte domande non hanno ancora una risposta e molte sono ancora le contraddizioni che man mano emergono, dai vari verbali dell'interrogatorio dell'imputato.  Due domande per tutte:
"Come e perchè Sara si trovava da sola, nel garage dell zio, essendo già stata  molestata dallo stesso? "
"E come mai Michele passa improvvisamente dalle molestie (peraltro evinte soltanto per sua ammissione) ad assassino e necrofilo violentatore?"
Gli inquirenti stanno proprio tentando di dare una risposta plausibile a queste domande e mi auguro che ce la possano fare, forse scoprendo che non ci voleva poi molto per salvare la vita di una ragazza di 15 anni e per far sì che non si creasse un altro mostro.

wiska   chi lotta vive!

giovedì 7 ottobre 2010

La morte di Sara Scazzi

Così si è conclusa amaramente la vicenda della povera Sara, quindicenne di Avetrana, un paesino in provincia di Taranto, più famoso per la statale che unisce questo centro al sud Salento, che per altro.
Oggi è salito agli onori della cronaca per questa ennesima  e raccapricciante violenza che nasce nell'ambito famigliare, come gran parte delle violenze sulle donne e sui minori in genere.
Purtroppo è così, malgrado si tenti da varie parti, ogni volta che accadono fatti del genere, di depistare l'attenzione della gente, andando sempre a parare alla solita conoscenza casuale su internet, (questa volta l'indiziato virtuale di turno era Facebook).
Invece no cara Sara, il demonio era lì, proprio al tuo fianco, nascosto nell'ambiente famigliare, il demonio più difficile da additare, quello di cui si ha vergogna di parlare, quello a cui si cerca di non pensare.
Qualcuno aveva notato le attenzioni particolari dello zio? Qualcuno lo ha involontariamente o volutamente coperto o c'è dell'altro? Forse si e anche questo è comune nei casi di violenza che avviene tra le mura domestiche. Scoprirlo ora, come mi auguro faccia l'autorità inquirente, servirà solo a farci fare l'ennesimo esame di coscienza, non certo a ridare la vita alla povera Sara, o il sorriso a sua madre e a chi le voleva bene.

wiska.......chi lotta, vive!

sabato 2 ottobre 2010

Scherzi del destino?

Due turisti tedescchi sono morti precipitando con la loro auto nelle acque del porto di Genova, mentre effettuavano la manovra di sbarco dal traghetto su cui erano imbarcati.
Quando succedono queste cose viene sempre da dire: "Che destino atroce!!"
Ma è proprio così?
Certo una serie di circostanze sfortunate ha contribuito a far trovare proprio lì i due sfortunati turisti, proprio su quel traghetto, proprio in quel momento, proprio in quel punto del traghetto, tra il ponte e la banchina e proprio nel momento in cui il traghetto stesso, improvvisamente, si muoveva in avanti, ma poi per tutto il resto che c'entra il destino? Si è trattato solo di negligenza, incoscenza, incompetenza o peggio ancora di una banale e tragica distrazione da parte di qualcuno che invece era proprio lì a garantire la sicurezza delle persone e delle cose, durante le operazioni di sbarco.
Questo, più che il destino,  ha determinato queste  morti tanto terribili, quanto assurde.
wiska  
chi lotta vive

mercoledì 29 settembre 2010

S.P.Q.R.

Bossi non si smentisce mai, inutile scandalizzarsi tanto... la sua esternazione rientra nel solito clichè  che è poi quello che più piace agli elettori della Lega.
Ciò che dice lo si può definire umorismo grossolano o sottocultura, ma il personaggio è quello, anche se poi è diventato ministro.
Quello che più impressiona, magari, è il suo modo di difendersi dagli strali degli avversari politici (opposizione e non solo) «I romani porci? È una battuta» dice. «Ad attaccarci sono dei sepolcri imbiancati con la coda di paglia, Noi pretendiamo di essere rispettati e non depredati. Se potessero ci ruberebbero anche i marciapiedi» e questa non è una battuta, aggiungo io.
Per finire è singolare come i media riportino sempre la notizia che il figlio di Bossi ( "La Trota") applauda divertito alle battute e ai discorsi del padre...veramente interessante no?
Insomma il futuro è garantito!
wiska.... chi lotta vive