sabato 25 dicembre 2010

Giuseppe Gioacchino Belli: Er giorno de Natale




Sti poveri canonichi stanotte
nun hanno fatto antro c’una vita:
canta che tt’aricanta! 1 eh a ffasse fotte
sta galerra per dio cuann’è finita.

Povere ggente! tanto bbrave e ddotte,
si ddureno un po’ ppiú, pe lloro è ita!
Bbono che ppoi c’è er zugo de la bbotte
pe rrimétteje er zangue a la ferita.

Anzi, stanotte, sciaripenzo mone,2
sempre è stato a bbullí ccerto callaro3
pieno d’acquaccia e petti de cappone.

E ppe cquesto hai veduto, Orzola mia,
che, de sti preti sciorcinati, 4 un paro
ne curreva ogni tanto in zagristia.


30 novembre 1832 - Der medemo
                                                                                                                                                                                                                              
1 Canta e ricanta, sempre cantare. 2 Ci ripenso ora. 3 Caldaia. 4 Meschini, tapini.


buon Natale a tutti da Wiska

2 commenti:

  1. ahahhahaa! Oh non vale! Questa non è una poesia per me, però è bellaaaaaa!

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  2. si avrei dovuto dire che era una poesia dedicata a te, non per te...
    sono contento che ti sia piaciuta comunque.

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