I miei sonetti

La mescia te l'anni '60
Sonetto in vernacolo leccese

Nnu purtune, nna curte, ddo scaluni
nna stanza tutta tauli e seddhuline
la fenescia, all'ortale li marvuni
e npise, allu parite, cartuline.

Dopuscola,(1) scìamu addhai, te vagnuni
alla mescia e tenìamo le palline
scuse an pauta e nna botta alli scecuni(2)
sci ognunu nu' descìa le tabelline.

Mescia Ndulurata,(3) ca ecchia ni parìa
nu' ttenia però mancu sessant'anni
e serai ca sù le cose ca descìa

ca me fannu  pensare propriu a ddh'anni
favolosi,  ma ca iddha già sapìa
ca nubbera tuttu comu nna poesia.
                                                                                    
                                                                                      17 dicembre 2010... di Wiska
(1) Doposcuola nel periodo estivo;
(2) Muscoli della parte dorsale del collo;
(3) Nome proprio in onore della Madonna Addolorata.



La maestra degli anni 60 (libera traduzione)

Un portone, una corte, due scalini /e una stanza tavolini e seggiolini
la finestra e il cortile coi gerani /ed appese, al muro, cartoline.
Doposcuola lì andavamo da ragazzi /dalla maestra e avevamo le palline
nascoste in tasca e una botta sulla nuca/se ognuno non diceva le tabelline.
La maestra Addolorata, che vecchia ci sembrava /non aveva però manco sessant'anni
e forse son le cose che diceva /che mi fanno ripensare a quegli anni
favolosi, ma che lei già sapeva /che non era tutto come una poesia