venerdì 25 gennaio 2013

L'indiscutibile fascino del domani.

http://blog.focus.it/una-finestra-sull-universo/files/2012/06/trick-collision.jpg
"Cosa vuoi fare da grande?" E' la classica domanda che si rivolge ai bambini, non appena essi abbiano acquisito la capacità di risponderci. Le risposte sono molteplici e variegate e vanno dal "... il calciatore" per i maschietti, al "...la ballerina" per le femminuccie. C'è anche chi risponde più modestamente: "voglio fare il falegname o il meccanico" e chi, forse risentendo del pragmatismo famigliare, opta per "...il dentista".
Non ho un preciso ricordo della mia infanzia vera e propria, tuttavia ricordo che sui sette-otto anni (che, per mole d'informazioni ricevute e conseguente capacità d'apprendimento, equivalgono ai quattro-cinque anni di oggi) mi fu rivolta quella domanda a cui io, che in verità non avevo grandi progetti futuri, risposi che volevo fare il motociclista. Il motivo di questa risposta era molto banalmente dovuto alla mia ammirazione per uno zio che di mestiere faceva il fattorino e che utilizzava una piccola motocicletta per svolgere il suo lavoro. Non ebbi poi mai una moto che posso ormai considerare come il classico sogno nel cassetto.
Così come il mio, anche il 99 per cento dei desideri dei bambini rimangono tali, giacchè la vita poi, in relazione ai tanti fattori economici, ambientali e sociali, lima desideri e aspirazioni  indirizzando ognuno su strade assai concrete.
Tuttavia, come accennato, i desideri non svaniscono nel nulla, possono essere riposti o trasformarsi, ma in genere resistono agli accadimenti della vita. Ecco spiegato perchè, in età matura, anche se nessuno ci rivolge più la fatidica domanda, siamo noi stessi, a volte,  a sorprenderci a pensare ancora a "cosa fare da grandi", non tenendo conto delle reali circostanze della  vita che  probabilmente non ci permetteranno, di nuovo, di realizzare i nostri desideri
Per fare un esempio personale, essendo io un appassionato dello scrivere, sovente penso ancora che qualche mio scritto possa essere notato e pubblicato da un  editore, poi pensando che ho quasi 60 anni, rido un po' di me, ma in fondo in fondo forse ci credo ancora.
Penso succeda un po' a tutti e sono fermamente convinto che ciò non sia negativo, anzi sono convinto  che la possibilità di nutrire aspettative verso il futuro, renda la vita varia e interessante, Non importa se le aspettative saranno soddisfatte o meno, poichè il vero sale della vita è proprio questa imprevedibilità del futuro.Viceversa, nel caso conoscessimo gli aventi a venire, condurremmo un'esistenza piatta e priva d'interesse, una specie di lenta agonia.
Allo stesso modo è importante capire che non esiste un futuro, o meglio, un destino prestabilito, ma che ognuno è artefice del proprio destino. Certamente, non vivendo in una sfera di vetro, occorre poi saper affrontare le molteplici variabili legate alle relazioni col mondo esterno a noi stessi, cose o persone che siano.  Il non conoscere ciò che sarà domani, ovvero non sapere ciò che la vita ci riserva per il futuro, ha sempre avuto un incredibile fascino per il genere umano. Non a caso "il domani" è sempre stato tema prediletto delle varie forme d'arte, nonchè oggetto di discussione e studio di scienziati e filosofi.
Concludo con un'interpretazione musicale del "domani" in amore, sicuramente uno tra i più incerti, ma forse proprio per questo particolarmente affascinante. Un'interpretazione personale, quella degli Articolo 31, ma, a mio modo di vedere, abbastanza veritiera.


 
 

mercoledì 16 gennaio 2013

Appunti sulla fine del mondo.



 
L'essere felicemente scampato all'ennesima fine del mondo mi ha lasciato oltremodo ottimista, dandomi modo, nello stesso tempo, di fare alcune riflessioni sull'argomento.
La ragione del mio rinnovato ottimismo deriva dal fatto che posso affermare con fierezza di essere uscito indenne, nel corso della mia vita, da varie "fine del mondo", a partire da quella del 1960  dove per salvarsi occorreva andare sul Monte Bianco, per andare a quella del 1975, annunciata e poi smentita dai Testimoni di Geova, passando per quella, gettonatissima, dell'anno 2000, per finire al recente 21 dicembre 2012. Insomma un bel record che conto comunque di incrementare visto che, come si suol dire: "la madre dei cretini è sempre incinta".
Venendo alla riflessione, mi sono chiesto il perchè si parli sempre di fine del mondo e mai di "fine dell'universo". E' un fatto abbastanza singolare visto che la Terra, in relazione alla mappa dell'universo visibile (cioè con un raggio di  13,7 miliardi di anni luce), è meno di un granello di sabbia e la sua eventuale scomparsa provocherebbe una perdita del tutto "irrilevante".
Il motivo si può forse trovare partendo dalla concezione egocentrica che abbiamo di noi stessi e del pianeta su cui ci troviamo, che in passato aveva convinto gli studiosi a piazzare la Terra addirittura al centro del'universo. Concezione avvalorata da quasi tutte le credenze religiose, Cristianesimo ed Ebraismo in primis, come si evince dalla Genesi biblica che fornisce una rappresentazione della creazione, abbastanza semplicistica, per non dire banale, essendo originata da due sole persone. Rappresentazione allegorica si dirà, ma a cui molti credono letteralmente e comunque, continuando nel racconto biblico, che dire della storia del "popolo eletto" da cui nasce il Cristianesimo? Possibile che il buon Dio abbia privilegiato in modo così evidente quel piccolo popolo del Medio oriente, a dispetto di tutto il resto del pianeta, per non parlare del resto dell'universo? 
Se ci pensiamo, l'esistenza di un "popolo eletto" è proprio la dimostrazione pratica della concezione egocentrica di cui si parla, che, sotto vari aspetti, condiziona pesantemente la nostra cultura. Ad esempio ci rende scettici circa la presenza di vita al di fuori del nostro mondo o dà origine alle teorie da fine del mondo da cui si salverebbero, per l'appunto, soltanto pochi "eletti".
Nel 1960, secondo la "profezia" del menagramo dell'epoca Emman il Salvatore, (un pediatra di nome Elio Bianca), erano 12mila coloro che si sarebbero dovuti salvare, mentre per i Testimoni di Geova, che interpretano alla lettera quanto scritto nell'Apocalisse di San Giovanni, i salvati sarebbero 144mila. Anche il 21 dicembre scorso, i "profeti della catastrofe" avevano indicato  delle località (per lo più località turistiche) in cui "alcuni" si sarebbero potuti salvare.
Come si nota, alla base di questa voglia di catastrofe finale c'è sempre un egocentrismo esasperato che unito alla assurda pretesa di possedere "la verità" porta al fanatismo e ad un pericoloso settarismo religioso. Procedendo con queste Finis Terrae selettive, credo che in futuro si potrà ipotizzare una fine del mondo ad hoc per un'area, piuttosto che un altra. Vale a dire: fine del mondo solo per la galassia di Andromeda, a seguire Via Lattea, oppure, restando sulla terra: fine del mondo dalla nazione più grande a quella più piccola, o ancora: fine del mondo solo per quelli del sud.
Si potrebbe anche pensare ad una selezione di tipo temporale, tipo fine del mondo per quelli dai 70 anni in su o addirittura ad una fine del mondo "classista" in cui ovviamente i primi a scomparire sarebbero i poveri.
Per concludere, ipotesi più o meno strampalate a parte, credo che la Divina Provvidenza, Madre Natura o comunque vogliate chiamarla, abbia senz'altro più buon senso di quello degli abitanti di questo piccolo pianeta chiamato Terra e che continui ad operare una fine del mondo graduale che coincide implacabilmente con la fine della vita di ogni essere vivente e che continuerà nel tempo, così come continua l'universo oltre il limite del visibile, laddove non è dato vedere cosa sia, giacchè la sua luce ci raggiungerà tra  13,7 miliardi di anni.
 

lunedì 7 gennaio 2013

Lista Monti, un rinnovamento "tecnico".


Forte del successo ottenuto durante il suo anno di governo, Mario Monti si presenta alle prossime elezioni politiche con una propria lista.
Beninteso, il "successo" montiano consiste nell'aver evitato all'Italia di fare la fine della Grecia, il che non è poco, ma non è nemmeno molto poichè agli aggravi fiscali ed al conseguente innalzamento di canoni e tariffe non è corrisposta un'adeguata  politica di sviluppo produttivo, per cui la situazione interna è peggiorata di molto ed oggi ci troviamo di fronte ad una vera e propria crisi sociale. Il Professore si giustifica dicendo che il tempo a sua disposizione è stato poco ed è convinto che sia necessario continuare in quella linea di rigore da lui tracciata nel corso del 2012. Eccolo allora formulare "una nuova offerta politica".
La sua sarà una lista civica, cioè non formata da parlamentari, ma da esponenti della società civile. Insomma dopo il governo tecnico ci sarà la novità della "lista tecnica" e sempra proprio che la politica, pur essendo fondamentale per il vivere civile e il fabbisogno dei cittadini, sia l'unico campo in cui non c'è bisogno di "formazione" per potervi avere accesso, (mi chiedo cosa accadrebbe se un'azienda, nell'intento di rinnovare il personale, selezionasse persone che non hanno nessuna esperienza nel campo d'interesse...) Ma tant'è questa è la nuova proposta politica Montiana e devo dire che pur non condivendone i contenuti,  penso sia comunque un fatto positivo, poichè consente a chi è lontano dalle idee del centrosinistra, di non dover obbligatoriamente tornare a votare la politica Bunga-Bunga di Berlusconi.
La cosa che invece mi lascia abbastanza perplesso è la costituzione di due diverse liste per Senato e Camera dei Deputati. Lo ha annunciato lo stesso Monti, nella conferenza stampa del 4 gennaio: "Ci sarà una lista unica al Senato, ('Con Monti per l'Italia' ) mentre alla Camera in coalizione ci saranno tre distinte liste: una della società civile che non includerà parlamentari (Scelta civica - Con Monti per l'Italia), una dell'Udc immagino con il nome di Casini e una di Fli con il nome di Fini".
Un quadro abbastanza complesso, per non dire astruso, che fa tornare alla mente la vecchia  politica delle correnti della DC, dove ogni elemento di spicco del partito aveva il proprio "partitino" con tanto di simboli, tessere etc., che gli permetteva di avere il corrispondente spazio nella direzione centrale e, soprattutto, nelle liste elettorali.
Insomma volente o nolente,  il Professore è dovuto sottostare alle esigenze "logistiche" di Fini e Casini e pur presentando liste prive di parlamentari, finirà poi per dover patteggiare con Udc e Fli i seggi che eventualmente otterrà.
Così il rinnovamento annunciato,  non appare per niente convincente e l'attuale azione politica di Monti, sembra  più che altro un'abile manovra volta a riempire, gradualmente, lo spazio formatosi a seguito della quasi irreversibile decadenza del partito del Cavaliere.
 
 

martedì 1 gennaio 2013

Buon anno e...niente paura.

http://www.jndyos.com/Capodanno/Vignette/Progetti_Smarriti.jpg
Il 2012 è finito. Finalmente si dirà, perchè effettivamente non è stato un anno molto positivo, specie sotto il profilo socio-economico. Molti hanno visto il loro reddito calare vertiginosamente di fronte ai continui rincari ed il lavoro, specie per i giovani, è diventato ancor più una chimera. Molte aziende hanno chiuso ed altre  hanno diminuito drasticamente il numero dei loro dipendenti creando così una vera proprio crisi sociale, che oggi diventa il vero problema e ben ha fatto il Presidente della Repubblica, nel suo discorso di fine anno, a invitare i partiti a mettere la "questione sociale" al primo posto della loro agenda politica.
Un quadro niente affatto allegro e per trovare qualcosa di positivo, in quest'anno appena trascorso, ci si può rifugiare negli affetti personali, comunque molto importanti nella vita di ciascuno o tornare con la mente ai successi sportivi piuttosto che artistici o scientifici dei singoli, che in qualche modo hanno rallegrato alcuni nostri momenti.
Tuttavia proprio la considerazione che il 2012 sia stato un anno davvero brutto, fa pensare che il 2013 difficilmente possa essere peggiore, ma che anzi possa segnare una discreta rinascita sociale ed economica, magari sotto la spinta di un governo stabile e laborioso scaturito dalle imminenti elezioni di febbraio. Una nuova speranza quindi che potrà aiutarci ad affrontare con rinnovato coraggio l'anno a venire.
A questo proposito, vi lascio con la musica e le parole di Luciano Ligabue in una canzone in cui, pur guardando con  consapevolezza al presente, riesce comunque a trasmettere fiducia nella vita e nel futuro.
Buon Anno a tutti e...niente paura!