mercoledì 29 agosto 2012

"Non fateci perdere la ragione..." La protesta dei minatori del Sulcis.

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"Non fateci perdere la ragione e la ragione di vivere" è scritto su un cartello sistemato su tre montagnole di carbone che chiudono l'ingresso della miniera di Carbosulcis "Nuraxi Figus", a Gonnesa in provincia di Carbonia-Iglesias. La scritta dà l'idea della situazione che stanno vivendo i 476 minatori che, fino a qualche mese fa, vi lavoravano. 
E' dal 31 dicembre, infatti, che l'ENEL ha deciso di non utilizzare più le 300 mila tonnellate di carbone prodotte ogni anno per  alimentare la propria centrale sita nelle vicinanze del "Nuraghe dei Fichi". Motivo? E' più economico acquistare carbone cinese che costa meno della metà degli 84 Euro a tonnellata di quello della miniera sarda. C'è da dire che anche il governo ha la sua parte di responsabilità visto che non ha avviato nè le procedure di privatizzazione, nè, soprattutto, quelle per le nuove produzioni "ecocompatibili". E' bene sapere infatti che il Carbosulcis è un carbone che libera anidride carbonica e trattiene metano, lo sfruttamento della sua energia costerebbe 200 milioni di Euro contro i 13 miliardi del fotovoltaico, ma a nessuno sembra interessare.
Così i minatori senza stipendio da quasi 8 mesi, non hanno potuto far altro che occupare la miniera e tenere "in ostaggio" 1221 detonatori e 690 chili di Premex 300, esplosivo tra i più potenti. 
"Non ci fosse stato l’esplosivo quanta attenzione avrebbe ricevuto la nostra occupazione della miniera?" chiedono i minatori ed è una domanda retorica che porta con sè l'amara constatazione che l'interesse dei media e delle istituzioni è stato finora quanto mai scarso.
L'Italia è davvero un paese singolare, un paese in cui si assiste alla "normalizzazione" degli eventi, anche dei più tragici ed  in cui sembra far più notizia il Flirt estivo della velina di turno o il passaggio del calciatore Cassano dal Milan all'Inter.
Credo invece sia responsabilità di tutti noi fare da portavoce a coloro che si trovano in situazioni di difficoltà come, in questo momento, lo sono i minatori  del Sulcis. A loro vada il nostro sostegno, la nostra vicinanza e chi ha possibilità vada, si rechi di persona. Per il resto esprimiamo la nostra solidarietà  attraverso i nostri blog, attraverso le nostre parole.

Fonti: LASTAMPA.it

lunedì 20 agosto 2012

La vicenda Ilva e la comparsa di Idra, il mostro a nove teste

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Il periodo delle vacanze estive che più o meno inizia a metà luglio, per terminare a fine agosto è quello in cui si è meno portati a pensare agli eventi socio-politici che ci ruotano attorno.
Anch'io non mi sottraggo a questa tendenza non tanto perchè sia in vacanza, quanto perchè con figli e nipoti passo gran parte del mio tempo fuori di casa e devo dire che non ho tanta voglia di riflettere e magari scrivere su ciò che comunque in Italia e nel mondo accade.
Tuttavia la vicenda dell'Ilva di Taranto non può fare a meno di colpirmi, data  la vicinanza del capoluogo jonico alla terra in cui vivo e conseguentemente perchè molti amici e parenti vi ci lavorano, .
La vicenda è nota: il 25 luglio scorso il Gip Patrizia Todisco mette sotto sequestro 6 aree dell'acciaieria finalizzando lo stesso al «blocco delle specifiche lavorazioni» e allo «spegnimento degli impianti», perchè «vi è una grave ed attualissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria in cui versa il territorio di Taranto, imputabile alle emissioni inquinanti (convogliate, diffuse e fuggitive) dello stabilimento Ilva e segnatamente di quegli impianti ed aree del siderurgico sottoposti a vincolo cautelare».
La prima conseguenza del sequestro è che circa 8000 lavoratori sono rimasti  a casa senza lavoro, per cui è scattata la ragionevole e ovvia protesta che ha assunto, man mano, toni molto concitati. Allora ecco  improvvisamente apparire lo Stato che, come Idra il mitologico mostro con nove teste a forma di serpente, si sorprende che una delle sue teste (il Gip Todisco) abbia agito con una iniziativa tanto veemente. Tutte le altre teste:  comune, provincia, regione, ARPA, governo etc.  che fanno parte dello stesso corpo, ma che sembra non abbiano relazioni tra loro, cominciano a scuotersi nervosamente, a prendere posizioni tra le più variegate, come se il problema Ilva-Taranto sorgesse solo oggi.
In realtà sono decenni che le organizzazioni ambientali istituzionali e non,  evidenziano come l'azienda non abbia mai rispettato i protocolli ambientali. E'' vero che  non si possono attribuire tutte le colpe all'attuale dirigenza (Riva e figli) che hanno ereditato responsabilità delle precedenti gestioni, ma certamente anch'essi non hanno contribuito a migliorare la situazione esistente.  Tuttavia la domanda che mi pongo  è: "dov'erano tutte le varie teste di... Idra in questi decenni?"
La risposta è molto semplice: latitavano!
Ecco perchè sotto questo punto di vista l'azione del Gip è stata positiva, poichè malgrado i disagi e la rabbia giusta dei lavoratori dell'Ilva, essa forse sarà finalmente portatrice di una valida soluzione che salvaguardi gli interessi di tutti.
Comprendo i molti cittadini di Taranto che sono sempre stati tolleranti nei confronti dell'acciaieria, ben consapevoli che magari soltanto essa poteva garantire un avvenire ai loro figli. Hanno fatto ciò scegliendo il male minore o, per meglio dire, quello più lontano nel tempo. E' ora però che tutte le componenti in causa, svestendo una volta per tutte la pelle di Idra, agiscano all'unisono ed in modo che i Tarantini non debbano più subire questa sorta di ricatto socio-morale.
La salute pubblica e il diritto al lavoro devono andare di pari passo, metterli in contrapposizione può rappresentare un grave pericolo per la comunità.

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sabato 4 agosto 2012

L'indiscutibile fascino delle Olimpiadi

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Sin da bambino ero entusiasta dell'incredibile spettacolo delle Olimpiadi, quel vedere tanti paesi e sport,  a volte anche  sconosciuti, che si ritrovavano insieme per confrontarsi nelle competizioni sportive, mi riempiva di curiosità e interesse.
Certo il tutto è sempre abbellito e ingigantito se in qualche disciplina , una squadra o un atleta italiano raggiungono risultati di prestigio, ma devo dire che non è mai stato essenziale per apprezzare la bellezza dei giochi e così è anche oggi in cui mi trovo a seguire l'edizione del 2012.
Le immagini televisive che giungono nelle nostre case sono davvero splendide e permettono di osservare i visi , le espressioni degli atleti, apprezzarne lo sforzo, la loro concentrazione e poi magari l'amarezza per una sconfitta o l'irrefrenabile gioia per una vittoria. Certo nell'epoca della globalizzazione anche le olimpiadi devono sottostare alla legge del business e allora vediamo a confronto sport dilettantistici a tutti agli effetti e sport professionistici che con sapienti escamotage vengono truccati e adattati alla competizione olimpica. Pazienza, occorre convivere con tutto ciò, anche se si puo arrivare al paradosso di vedere dei modesti dilettanti nord africani, essere strapazzati dal leggendario "green team" di basket americano o vedere calciatori e tennisti che guadagnano  milioni di euro sfilare insieme  ad altrettanto validi atleti dei cosiddetti sport minori, a cui però, andrà solamente un modesto rimborso spese.
Poi come accennato, c'è l'emozione per i colori italiani e devo dire che la spedizione azzura è partita alla grande, conquistando medaglie anche  dove nessuno si aspettava. Poi, come spesso succede, va a finire che deludono proprio coloro che in partenza erano accreditati per una medaglia. Allora ecco i flop nel nuoto e nella scherma maschile, ma ciò non è certo motivo per essere amareggiati, anzi abitua a capire come nello sport convivano con pari dignità successi e insuccessi, vittorie e
sconfitte.
Suscita invece  tanta commozione  la medaglia d'oro di Daniele Molmenti in una specialità come la canoa slalom, che forse molti non sapevano neppure esistere. Capita anche di scoprire che non ci sono impianti specifici sul territorio nazionale, per cui i nostri canoisti per allenarsi, se non vogliono andare all'estero, si devono adattare a ciò che offre madre natura, cioè dei semplici torrenti di montagna.
Così i giochi vanno avanti pieni di volti, sorrisi, colori e danno sempre emozioni nuove, come quando le immagini si soffermano sull'espressioni bambine del viso delle grandi piccole ginnaste e ci sentiamo permeati da un'indicibile tenerezza.
Fa tutto parte dell'indiscutibile fascino dell'immensa avventura chiamata Olimpiadi.