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Il periodo delle vacanze estive che più o meno inizia a metà luglio, per terminare a fine agosto è quello in cui si è meno portati a pensare agli eventi socio-politici che ci ruotano attorno.
Anch'io non mi sottraggo a questa tendenza non tanto perchè sia in vacanza, quanto perchè con figli e nipoti passo gran parte del mio tempo fuori di casa e devo dire che non ho tanta voglia di riflettere e magari scrivere su ciò che comunque in Italia e nel mondo accade.
Tuttavia la vicenda dell'Ilva di Taranto non può fare a meno di colpirmi, data la vicinanza del capoluogo jonico alla terra in cui vivo e conseguentemente perchè molti amici e parenti vi ci lavorano, .
La vicenda è nota: il 25 luglio scorso il Gip Patrizia Todisco mette sotto sequestro 6 aree dell'acciaieria finalizzando lo stesso al «blocco delle specifiche lavorazioni» e allo «spegnimento degli impianti», perchè «vi è una grave ed attualissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria in cui versa il territorio di Taranto, imputabile alle emissioni inquinanti (convogliate, diffuse e fuggitive) dello stabilimento Ilva e segnatamente di quegli impianti ed aree del siderurgico sottoposti a vincolo cautelare».
La prima conseguenza del sequestro è che circa 8000 lavoratori sono rimasti a casa senza lavoro, per cui è scattata la ragionevole e ovvia protesta che ha assunto, man mano, toni molto concitati. Allora ecco improvvisamente apparire lo Stato che, come Idra il mitologico mostro con nove teste a forma di serpente, si sorprende che una delle sue teste (il Gip Todisco) abbia agito con una iniziativa tanto veemente. Tutte le altre teste: comune, provincia, regione, ARPA, governo etc. che fanno parte dello stesso corpo, ma che sembra non abbiano relazioni tra loro, cominciano a scuotersi nervosamente, a prendere posizioni tra le più variegate, come se il problema Ilva-Taranto sorgesse solo oggi.
In realtà sono decenni che le organizzazioni ambientali istituzionali e non, evidenziano come l'azienda non abbia mai rispettato i protocolli ambientali. E'' vero che non si possono attribuire tutte le colpe all'attuale dirigenza (Riva e figli) che hanno ereditato responsabilità delle precedenti gestioni, ma certamente anch'essi non hanno contribuito a migliorare la situazione esistente. Tuttavia la domanda che mi pongo è: "dov'erano tutte le varie teste di... Idra in questi decenni?"
La risposta è molto semplice: latitavano!
Ecco perchè sotto questo punto di vista l'azione del Gip è stata positiva, poichè malgrado i disagi e la rabbia giusta dei lavoratori dell'Ilva, essa forse sarà finalmente portatrice di una valida soluzione che salvaguardi gli interessi di tutti.
Comprendo i molti cittadini di Taranto che sono sempre stati tolleranti nei confronti dell'acciaieria, ben consapevoli che magari soltanto essa poteva garantire un avvenire ai loro figli. Hanno fatto ciò scegliendo il male minore o, per meglio dire, quello più lontano nel tempo. E' ora però che tutte le componenti in causa, svestendo una volta per tutte la pelle di Idra, agiscano all'unisono ed in modo che i Tarantini non debbano più subire questa sorta di ricatto socio-morale.
La salute pubblica e il diritto al lavoro devono andare di pari passo, metterli in contrapposizione può rappresentare un grave pericolo per la comunità.
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Chissà quante altre cose sono state tenute all'oscuro......
RispondiEliminaNe sono convinto anch'io Simo, grazie un caro saluto
RispondiEliminaSperiamo che la verità venga a galla.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Verità...una parola semisconosciuta nel nostro paese.
EliminaGrazie, un caro saluto