Nella termodinamica statistica l'energia totale di un sistema si distribuisce con uguale probabilità in tutte le suddivisioni possibili ed è importante realizzare che le tipiche grandezze macroscopiche che caratterizzano un sistema, sono espressione dei comportamenti medi dei componenti microscopici e quando lo stato complessivo del sistema varia si è operata una trasformazione termodinamica.
Se ci si riflette tutto ciò può essere traslato e non me ne vogliano i fisici, alla cronaca politica odierna in cui i comportamenti di alcuni componenti microscopici, relativamente all'intero sistema politico, hanno determinato una variazione del sistema stesso e quindi una sua trasformazione.
Traducendo: Scilipoti, Razzi etc. cambiando repentinamente schieramento, tipico esempio di "trasformismo politico" hanno consentito al governo Berlusconi di avere la maggioranza anche alla camera.
Tuttavia, rientrando nel solco dell'analisi storico politica, la faccenda delle alleanze e del cambio di schieramento da parte di deputati e senatori è vecchia quanto lo stato italiano.
Agostino Depretis, leader storico della sinistra italiana di fine 800 fu uno dei primi ad utilizzare la metodologia politica del Trasformismo.
Alcuni giustificarono il "tradimento" causato dall'allenza coi conservatori, perchè Depretis riuscì, in quel modo, a far approvare riforme importanti per la parte che rappresentava, ma resta comunque il dubbio machiavellico sul "fine".
Detto trasformismo politico in senso stretto, sfocia poi in un'accezione più larga come l'incoerenza che oggi sembra essere una caratteristica di buona parte dei politici ed anzi pare chiaro che esistano veri e propri professionisti del "passaggio" che ben sfruttano i momenti critici del sistema ed anche in questo caso ciò che conta è il "fine".
Che poi esso sia personale e non di schieramento, sta solo a significare il decadimento della politica.
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