POESIE DI WISKA
SEDUTI SULL’ABISSO
Ci siamo rivisti, seduti sull’abisso
attaccati a piccoli rami
fruscianti di pregiudizi.
Ci siamo rivisti, guardare verso il buio
incuranti delle vertigini sinistre
di una vita luccicante
rassicurati dal vuoto loquace
delle nostre parole.
Ci siamo rivisti, seduti sull’abisso
preoccupati dal ritmo forte
di talune sensazioni
frastornati dall’apparire
di una luce dal profondo
infastiditi…
dal sinuoso ticchettio del tempo.
IL MONITO
Occhi fissi t'immergi nella notte
tracciata da comete innaturali
nella nebbia che sale dai canali
tra voci che dal pianto sono rotte.
La tua anima tra chiese ormai corrotte
tra il clamore dei riti più tribali
cerca il segno di volti verginali
di figure dal tempo già sedotte.
Ti vedo, rivestito di colore
ingabbiato dall'etereo sentiero
lontano, poche miglia di dolore.
Incurante del freddo del mio cuore
tu sei qui, disperato messaggero
mentre lanci il tuo monito severo.
LE POESIE
Nascono, le poesie
in serate litigiose.
Amiche occasionali
ti circondano di calore.
Riempiono l’aria
e scacciano l'angoscia.
Nascono, le poesie
da un banale sentimento
costruito sul momento
o trovato d'occasione
oppure ricercato
seguendo un'illusione.
Nascono, le poesie
amori di una notte.
E mai ti chiederanno
perchè le hai messe al mondo
disdegnando sempre
chi tenti d'adottarle.
POTREI
Potrei svegliarmi, all'improvviso
allontanarmi da tutti i miei sogni
stare ore ed ore
guardando la luce entrare dalla finestra.
Potrei sentire il tuo respiro
Potrei sentire il tuo respiro
ritmare il flusso delle mie angosce
potrei raccogliere tutte le tue ansie
avvolgerle in pensiero tenero
e porle vicino al mio cuore.
TROPPE VOLTE
Troppe volte
mi sono rifugiato nella notte
traversandola da cima a fondo
inebriandomi dell'aria raggelata
e ubriacandomi negli angoli più scuri.
Troppe volte
mi sono rifugiato nella notte
perdendo di vista l'orizzonte
rasentando muraglie screpolate
e incontrando creature inorridite.
Troppe volte
mi sono rifugiato nella notte
giungendo facilmente al suo epicentro
spendendo alacremente
fino all'ultimo dolore
Troppe volte, uscendo dalla notte
mi sono accorto con stupore
di sentirmi assai più vecchio.
I SOGNI
I sogni non escono dal cassetto
temono la luce del giorno.
Di nascosto cerchi di contarli
facendoli separare
da un sorso di tramonto
oppure cerchi d'ingabbiarli
facendoli cadere
in un lembo di pensiero.
Ma essi
resistono tenaci
e se tenti di toccarli
sfuggono melliflui
in direzione della notte.
UNA STRANA FINESTRA
A guardarla sembrerebbe realtà
il percorso della luce è diretto
schermo, occhi, poi la mente
le figure virtuali si scompongono
per poi ricomporsi di nuovo.
Dovresti tenerti più forte
a quei pochi elementi reali
se non volessi esser sballottato qua e là
dall'immaginazione del regista di turno.
FUGGIASCHI DI MARZO
Le barche attraversavano le onde
lentamente
sfidavano la brezza di marzo
e si accostavano a riva
scogliere scoscese si ergevano
affatto levigate dal vento
si opponevano alle loro speranze.
Uscii dal mio nascondiglio
fatto di rovi pungenti
da tempo già rinsecchiti
camminai a piedi nudi
incurante della sabbia bagnata
facendo cadere pian piano
le mie multiformi armature
così finalmente li vidi
pallidi, impauriti, ritrosi
fuggiaschi, come i ricordi
di un tempo non tanto lontano.
Varcai l’ultima duna
formata dagli anni d’ipocrita attesa
e sentii le loro ansie gridare
i loro sospetti echeggiare.
allora tesi la mano
e d’improvviso la loro bocca s’aprì
ad un semplice grande sorriso.
by wiska