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Le opinioni sono sempre legittime, da qualsiasi parte esse giungano, ma certo il momento non è apparso opportuno, essendo solo l'inizio del dibattito in sede consiliare e l'esternazione della curia non poteva che aumentarne il clima polemico. Bene ha fatto allora Pisapia a ribattere "Ognuno ha il proprio ruolo, ma così come rispetto le decisioni della Curia in campo religioso, credo che la Curia debba rispettare le decisioni del consiglio comunale, che è una istituzione della città che parla a tutti i cittadini, come del resto la Curia".
E' proprio questo il punto, ognuno ha il proprio ruolo, la Chiesa cattolica pone le sue basi sulla morale cristiana, ma lo stato e le sue istituzioni devono porre le loro basi sul diritto ed il diritto fondamentale di tutti gli esseri umani è quello di avere pari opportunità, senza distinzioni di razza, sesso e religione. Se lo stato mette la morale davanti al diritto, allora diventa anch'esso Chiesa ed a mio modo di vedere le conseguenze sono quasi sempre nefaste. Basti guardare infatti a quello che accade in gran parte del mondo islamico dove il fondamentalismo religioso assume i connotati di legge dello stato.
Tralasciando tuttavia il sempre critico rapporto Stato-Chiesa vorrei brevemente analizzare il contenuto della delibera in questione. Essa non si pone certamente come volontà di surrogare l'istituto del matrimonio, rivolgendosi alle coppie che, pur non essendo sposate, vogliano mettersi nella condizione di ottenere gli stessi diritti civili delle coppie sposate. Concretamente quindi è solo uno strumento che permette alle amministrazioni comunali di distribuire contributi e agevolazioni a tutti gli aventi diritto, giacchè non si capisce il perchè una coppia di fatto debba essere, ad esempio, discriminata nell'assegnazione di un alloggio popolare, rispetto ad una coppia sposata.
C'è infine la possibilità peraltro ancora ipotetica che l'unione di fatto di due persone, anche dello stesso sesso possa permettere loro di chiedere l'affidamento o l'adozione di un bambino e forse risiede proprio in questo la velata paura degli ambienti cattolici che li spinge a contestare l'istituzione del citato registro. Anche qui occorrerebbe guardare alla realtà più che al credo religioso, giacchè non credo che coppie di fatto anche formate da due donne o due uomini, filtrate e vagliate dalla fiscale e burocratica procedura delle adozioni, siano poi peggiori di tante coppie etero, regolarmente sposate. Proprio su questo argomento, esponenti di spicco della Chiesa tendono a minimizzare il fenomeno, non tenendo conto dell'enorme mole di bambini che specie al di fuori dei confini nazionali, rischiano di passare la loro infanzia e adolescenza in qualche squallido istituto.
Di fronte a questa triste prospettiva non credo si possa sprecare nessuna reale proposta d'amore.
inutile dirti che il moralismo bigotto della Chiesa ha la sua influenza...sbagliata!
RispondiEliminaLu
Direi proprio di si, grazie Lu e buona domenica.
Elimina"...FAVORIREBBE LA POLIGAMIA..." Ma questi son fuori di testa!
RispondiEliminaCiao Sandra e bentornata. Come vedi le argomentazioni contro una proposta di civiltà, quale è la delibera dell'amministrazione milanese, sono tra le più fantasiose.
RispondiEliminaGrazie, un caro saluto
La Chiesa e tutte le religioni devono uscire dalla vita politica e civile del nostro paese.
RispondiEliminaSalutoni a presto.
Concordo in pieno, ognuno ha il proprio ruolo. Un caro saluto
EliminaTotalmete concorde
RispondiEliminaConosco alcune coppie non eterosessuali che,all'estero,si sono sposate e hanno avuto bimbi,con modalita' varie(adozione,inseminazione,ecc) e vi assicuro che sono persone normali,con bambini normali,inseriti nella societa'normale.Nessuno si scandalizza se hanno due mamme o due papa',non sono poligami,non si danno a orge con prostitute minorenni,non hanno una facciata di perbenismo bigotto.Vivono la loro vita come tutti noi,cercando l'amore e la serenita'....Gesù diceva di guardare la trave nel proprio occhio e non la pagliuzza in quello degli altri,o sbaglio?
RispondiEliminaOvviamente l' Italia non è l'Olanda,la Svezia o il Canada, per citare alcuni paesi in cui è previsto anche il matrimonio tra persone dello stesso sesso. La nostra cultura, causa anche la secolare presenza della Chiesa Romana sul territorio, ha bisogno di tempo per assimilare determinanti comportamenti. Tuttavia senza nemmeno scomodare Gesù Cristo, non ho difficoltà a credere che quanto tu scrivi corrisponda a verità.
EliminaGrazie per il commento che spero, in futuro, possa chiudersi con il tuo nome.
A presto