giovedì 31 marzo 2011

Il colore del popolo...



http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-28/
E' sorprendente constatare come talune manifestazioni di piazza assumano connotazioni diverse secondo la loro origine. Se infatti è considerato un bagno di folla il manifestare dei sostenitori di Berlusconi, davanti al tribunale di Milano, per esprimere la propria solidarietà al Premier nel processo Mediatrade, è invece considerata "aggressione preorganizzata di cui l'opposizione è complice" la manifestazione indetta dal popolo viola e dalle opposizioni, contro il blitz con cui la maggioranza ha decretato 'il sorpasso' nei lavori parlamentari della legge sul processo breve.
Insomma sorrisi a tutta bocca se il popolo azzurro appoggia il presidente del consiglio, mentre rabbia e livore (tale da indurre il ministro La Russa a mandare "affan..." il suo ex camerata e attuale presidente della camera, Gianfranco Fini) se il popolo viola manifesta il suo dissenso nei confronti del governo.
Che sia il "colore" del popolo a condizionare i commenti degli esponenti del governo?
http://www.tmnews.it/web/sezioni/news/PN_20110331_00008.shtml

domenica 20 marzo 2011

Un sonetto in Vernacolo Leccese.

Sono davvero contento del risultato, soprattutto perchè presentarsi con un sonetto  in Vernacolo leccese al concorso di Centallo, in provincia di Cuneo, sembrava un' impresa improba, ma così non è stato e la poesia è riuscita comunque a trasmettere quello che mi ero proposto scrivendola.

giovedì 17 marzo 2011

Auguri cara nostra Italia!!



17 aprile 2011
la festa di tutti gli italiani

L'itinerario del Presidente della Repubblica nei luoghi della memoria dell'unità d'Italia.

"L'itinerario del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nei 'Luoghi della memoria' per il centocinquantenario dell'Unità d'Italia è partito da Genova il 5 maggio scorso: proprio dallo scoglio di Quarto il 5 maggio del 1860 prese avvio, con la spedizione dei Mille, la fase conclusiva del lungo percorso del movimento per l'Unità, che sarebbe culminata il 17 marzo 1861 nella proclamazione dello Stato unitario.
"L'Unità d'Italia fu perseguita e conseguita - ha detto il Capo dello Stato nell'intervento a Genova, ripreso, insieme ad altri, nella pubblicazione 'Per l'Unità d'Italia. Verso il 150° anniversario della fondazione dello Stato nazionale' - attraverso la confluenza di diverse visioni, strategie e tattiche, la combinazione di trame diplomatiche, iniziative politiche e azioni militari, l'intreccio di componenti moderate e componenti democratico rivoluzionarie. Fu davvero una combinazione prodigiosa, che risultò vincente perché più forte delle tensioni anche aspre che l'attraversarono".
Per il Presidente Napolitano tutte le iniziative in programma per il 150° - come quelle già svoltesi a Rionero in Vulture, a Marsala e a Santena, oltre che a Genova - "fanno tutt'uno con l'impegno a lavorare per la soluzione dei problemi oggi aperti dinanzi a noi: perché quest'impegno si nutre di un più forte senso dell'Italia e dell'essere italiani, di un rinnovato senso della missione per il futuro della nazione. Ieri volemmo farla una e indivisibile, come recita la nostra Costituzione, oggi vogliamo far rivivere nella memoria e nella coscienza del paese le ragioni di quell'unità e indivisibilità come fonte di coesione sociale, come base essenziale di ogni avanzamento tanto del Nord quanto del Sud in un sempre più arduo contesto mondiale. Così, anche nel celebrare il 150°, guardiamo avanti, traendo dalle nostre radici fresca linfa per rinnovare tutto quel che c'è da rinnovare nella società e nello Stato".

Note a margine dell'evento:
Che paese strano l'Italia, riusciamo a dividerci anche sull'unità nazionale e sulla nostra identità storica. Non voglio fare paragoni con nazioni, tipo la Francia, l'Inghilterra o la Germania, che hanno sicuramente radici storiche molto più importanti delle nostre, ma se guardiamo agli Stati Uniti, nati più o meno nello stesso nostro periodo, nessuno oltre oceano, da qualunque degli "states" egli  provenga, si sognerebbe di dire: "sono orgoglioso di essere texano, californiano o georgiano", senza aggiungere: "ma sono altresì orgoglioso di essere Americano!"
Pazienza, consoliamoci con la gioia di di coloro che sono scesi in piazza per festeggiare il 150°, con le tante strade e piazze tappezzate coi tricolori e con tanti bei esempi di attaccamento alla nostra cara Italia.
Uno di questi ci viene dalle tuffatrici azzurre che agli ultimi campionati europei  hanno dedicato le loro medaglie al presidente Napolitano, come rappresentante dell'unità nazionale e dei suoi 150 anni..
E' una dedica per tutti noi, per tutti gli italiani, anche per quelli che hanno scelto di non festeggiare.


Le tuffatrici medagliate agli europei di Torino
Foto: Giorgio Perottino, Giorgio Scala, Giuseppe Sabatelli
http://www.dotswim.it/blog/1775/


lunedì 14 marzo 2011

Il terremoto in Giappone e l'interrogativo post-catastrofe.

http://www.tuttosport.com/adnkronos/esteri/2011/03/11-
Ho ancora negli occhi le immagini sconvolgenti relative al terremoto in Giappone. Immagini drammatiche che hanno fatto il giro del mondo e che ci hanno lasciato attoniti, senza parole, di fronte alla forza devastante della natura, immagini di una selvaggia e rara bellezza, ma foriere purtroppo, di distruzione e morte.
Le calamità naturali hanno però una loro logica e seguono la più antica legge del mondo, la legge della natura; esse possono trasformarsi in catastrofi proprio laddove gli insediamenti umani hanno avuto un maggiore sviluppo. Così un semplice evento atmosferico come un tornado, innocuo se investe un deserto, diventa disastroso se attraversa un centro abitato e il terremoto e lo tsunami giapponese assumono caratteristiche di tragedia proprio perchè interessano una zona, come la costa nord orientale del paese, ad alta densità abitativa e industriale.
Se consola il fatto che, grazie alla previdente sagacia edilizia nipponica, il terremoto non ha provocato crolli negli edifici e quindi tante vittime quanto la sua elevatissima magnitudo poteva far presagire, non si può dire altrettanto degli effetti conseguenti la fortissima scossa tellurica e di quelli devastanti dello tsunami che è arrivato a cambiare l'orografia di molte zone del Giappone.

martedì 8 marzo 2011

Buon 8 marzo a tutte le donne


Le donne dell'associazione Kuplumussana in Mozambico.
http://www.unicef.it/doc/2071/mozambico-le-donne-che-combattono-aids.htm

Ho sempre pensato che determinate celebrazioni create ad arte, servano solo a far spendere un po' di soldi alle persone e quindi a far guadagnare gli addetti ai lavori (commercianti, agenti di viaggio etc.). Mi riferisco alle varie feste degli innamorati, della mamma, del papà, dei nonni ed anche alla festa delle donne.
Beninteso niente di male se tutto ciò, col bene placido di chi è disposto a mettere mano al portafoglio, serve a smuovere un po' la nostra economia, sempre più spesso in crisi, ma nel caso della festa della donna, sembra quasi un oltraggio, uno dei tanti che, con la scusa del business, piuttosto che dello spettacolo,  mettono in bella vista un corpo femminile seminudo.
Le donne fanno anche bene a ritrovarsi tra loro, a festeggiare anche esagerando un po', seguendo in questo caso l'esempio dei maschietti, va bene comunque, ma non può bastare ad eleggere l'8 marzo come giorno di valorizzazione di tutte le donne, serve qualcosa d'altro!
Allora quale migliore modo se non quello di evidenziare l'operato di  quelle donne che ogni giorno combattono in prima persona per l'affermazione dei loro diritti e di tutte le persone a cui sono in qualche modo negati?
Ci sarebbero innumerevoli esempi, ma cito quello delle donne che in Mozambico combattono l'Aids.

giovedì 3 marzo 2011

A Yara e Sara.

Una foto di Anna Frank, anch’ essa, come Yara e Sara, vittima della follia umana (morì a 16 anni nel campo di concentramento nazista di Bergen-Belsen). La foto reca una didascalia che la stessa Anna scrisse di proprio pugno, nel periodo in cui lei, la sua famiglia ed altri vissero in un piccolo nascondiglio ad Amsterdam, poche parole che esprimono le aspirazioni di una ragazza di 13 anni, come tante aspirazioni avevano sicuramente Yara e Sara. A loro è anche dedicata la poesia “In Limine” di Eugenio Montale in cui il poeta s’interroga sul senso della vita, convinto che la realtà sia colma di finte certezze ed in cui l’unica vera certezza sia la morte. In questa realtà fittizia egli cerca tuttavia un varco che, pur non portando alla felicità, permetta di comprendere la causa della negatività del mondo.


Traduzione:
                   "Questa è una foto di come vorrei tutte le volte apparire.
                    Allora avrei forse una possibilità di andare a Hollywood.
                                         Anna Frank, 10 ott. 1942"




In Limine

di Eugenio Montale


Godi se il vento ch' entra nel pomario
vi rimena l'ondata della vita:
qui dove affonda un morto
viluppo di memorie,
orto non era, ma reliquario.

Il frullo che tu senti non è un volo,
ma il commuoversi dell'eterno grembo;
vedi che si trasforma questo lembo
di terra solitario in un crogiuolo.

Un rovello è di qua dall'erto muro.
Se procedi t' imbatti
tu forse nel fantasma che ti salva:
si compongono qui le storie, gli atti
scancellati pel giuoco del futuro.

Cerca una maglia rotta nella rete
che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!
Va, per te l'ho pregato, - ora la sete
     mi sarà lieve, meno acre la ruggine...




martedì 1 marzo 2011

Yara, quello che ora necessita è un rispettoso silenzio.


http://anziani.forumcommunity.net/?t=16945080&st=195

Negli ultimi giorni, faccio fatica a guardare i titoli dei telegiornali o a leggere le ultime notizie su internet, pieni come sono di dettagli raccapriccianti sul ritrovamento del cadavere della povera Yara Gambirasio.
Il numero di coltellate, le zone precise del corpo della vittima dove esse sono state inferte, insieme a ricostruzioni dell'assassinio scaturite soprattutto dalla fantasia di chi le scrive, in quanto solo gli inquirenti potrebbero essere in possesso di dati precisi per poter avallare qualsiasi  ipotesi sull'accaduto, riempiono gli articoli di cronaca nera  di questi giorni
Non è mia intenzione soffermarmi sul perchè i media adottino queste scelte perchè mi addentrerei nell'empirico e tenebroso istituto del diritto-dovere di cronaca, per mezzo del quale qualsiasi privacy può essere sbattuta in prima pagina, senza nemmeno pensare agli effetti devastanti che ciò può comportare per gli interessati, bensì vorrei puntare l'attenzione sull'utilità di tutto ciò.
La domanda è, a chi serve questa valanga di informazioni particolareggiate e a volte macabre che ogni volta che avviene un fatto del genere, specie se riguarda ragazze giovani, viene fornita con solerte generosità.
Non certo ai genitori, ai famigliari della piccola Yara, che al momento penso desiderino soltanto poter vivere un dolore così grande nel proprio privato, magari dare una degna sepoltura alla propria figlia e, tutt'al più, voler sapere che l'assassino è stato assicurato alla giustizia.
Non certo agli inquirenti che, come nel corso delle indagini per l'eventuale ritrovamento, possono essere solo disturbati nella ricerca del colpevole, dalla ridda di ricostruzioni, supposizioni e anche superficiali insinuazioni circa l'operato loro e dei volontari con cui per giorni hanno collaborato. E allora a chi serve?
A noi opinione pubblica?
Sinceramente, non sono per nulla curioso di conoscere come Yara sia stata uccisa, il luogo preciso, l'ora esatta etc. ed anzi tutto ciò mi trasmette un senso di sgomento ed insicurezza e mi vengono in mente le parole del profeta         Isaia (33:15) che tra l'altro recita: "Chi cammina nella giustizia......si tura gli orecchi per non udire fatti di sangue e chiude gli occhi per non vedere il male." o anche il meno sacro, ma  profondo testo di  Bandiera Bianca di Franco Battiato: "...per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare quei programmi
demenziali con tribune elettorali..".
Non è un mettere la testa sotto la sabbia, bensì sfuggire alla tentazione del gusto del morboso, che spesso i media e in particolare la tv, sollecitano nella mente delle persone. Io credo che, a parte la voglia di giustizia che accomuna tutti noi ai genitori della giovane vittima, quello che occorre è una serena riflessione sul mondo in cui viviamo e sulle efferatezze che purtroppo vi avvengono e il modo più appropriato, affinchè ciò si realizzi, è osservare un rispettoso silenzio.