giovedì 7 ottobre 2010

La morte di Sara Scazzi

Così si è conclusa amaramente la vicenda della povera Sara, quindicenne di Avetrana, un paesino in provincia di Taranto, più famoso per la statale che unisce questo centro al sud Salento, che per altro.
Oggi è salito agli onori della cronaca per questa ennesima  e raccapricciante violenza che nasce nell'ambito famigliare, come gran parte delle violenze sulle donne e sui minori in genere.
Purtroppo è così, malgrado si tenti da varie parti, ogni volta che accadono fatti del genere, di depistare l'attenzione della gente, andando sempre a parare alla solita conoscenza casuale su internet, (questa volta l'indiziato virtuale di turno era Facebook).
Invece no cara Sara, il demonio era lì, proprio al tuo fianco, nascosto nell'ambiente famigliare, il demonio più difficile da additare, quello di cui si ha vergogna di parlare, quello a cui si cerca di non pensare.
Qualcuno aveva notato le attenzioni particolari dello zio? Qualcuno lo ha involontariamente o volutamente coperto o c'è dell'altro? Forse si e anche questo è comune nei casi di violenza che avviene tra le mura domestiche. Scoprirlo ora, come mi auguro faccia l'autorità inquirente, servirà solo a farci fare l'ennesimo esame di coscienza, non certo a ridare la vita alla povera Sara, o il sorriso a sua madre e a chi le voleva bene.

wiska.......chi lotta, vive!

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