lunedì 11 ottobre 2010

Dagli al mostro...

Michele, zio di Sara Scazzi e suo dichiarato assassino è chiuso in isolamento nel carcere di Taranto. Qualche fonte di stampa arriva ad ipotizzare che pensi al suidicio evidenziando come il paranormale applicato al giornalismo diventi stereotipo per attirare l'attenzione morbosa di taluni lettori.
Di sicuro Michele Misseri è difeso soltanto dall' avvocato d'ufficio e anche questo è indicativo del fatto che c'è mostro e mostro...
Se solo si pensa ai famosi collegi di difesa di tanti altri "mostri" tipo quelli della strage del Circeo di qualche anna fa, dove venne barbaramente trucidata una ragazza e ridotta in fin di vita un'altra, si capisce che la radice sociale vale pure per i "mostri".
Ma il "dagli al mostro" sport molto praticato nei paesi poveri o dei neo o finti ricchi come l'Italia, imperversa a partire dal "a morte Michele" delle ragazzine compagne di scuola di Sara, passando per il manifesto di stoffa recante la scritta "Pena di Morte etc.."  fatto portare a scuola da una mamma veramente zelante e forse molto vogliosa di essere poi intervistata da qualche televisione compiacente, finendo alle telefonate minacciose alla famiglia dello zio assassino da parte di anonimi che, come tanti opinionisti televisivi, hanno già scritto la sentenza..
Di certo la magistratura e le Forze dell'Ordine fanno sapere che non considerano per nulla conclusa la vicenda, giacchè molte domande non hanno ancora una risposta e molte sono ancora le contraddizioni che man mano emergono, dai vari verbali dell'interrogatorio dell'imputato.  Due domande per tutte:
"Come e perchè Sara si trovava da sola, nel garage dell zio, essendo già stata  molestata dallo stesso? "
"E come mai Michele passa improvvisamente dalle molestie (peraltro evinte soltanto per sua ammissione) ad assassino e necrofilo violentatore?"
Gli inquirenti stanno proprio tentando di dare una risposta plausibile a queste domande e mi auguro che ce la possano fare, forse scoprendo che non ci voleva poi molto per salvare la vita di una ragazza di 15 anni e per far sì che non si creasse un altro mostro.

wiska   chi lotta vive!

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