martedì 21 maggio 2013

1522 un numero da tenere ben a mente!

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Grazie alla neoministra delle Pari Opportunità Josefa Idem , è partita una nuova campagna informativa per rilanciare il numero 1522 nato per il contrasto e l'emersione del fenomeno della violenza sulle donne. Promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità, dal 2009 il numero di pubblica utilità si rivolge anche alle vittime di stalking.
Attivo 24 su 24 per tutti i giorni dell'anno, sia da rete fissa che da mobile, il numero è collegato ai servizi socio sanitari pubblici e privati e nei casi di emergenza reindirizza la chiamata, a seconda del luogo da cui proviene, alla stazione di polizia o alla caserma dei carabinieri più vicina. Il servizio garantisce l’anonimato ed è disponibile in sei lingue: italiano, francese, inglese, arabo, spagnolo e russo.Il servizio di risposta si pone al centro della Rete Nazionale Antiviolenza, pensata per per diffondere a livello nazionale le azioni realizzate dalle reti antiviolenza a livello locale.
Un numero quindi da tenere a portata di mano ed a cui le donne possono ricorrere nel caso siano oggetto di violenza di qualsiasi entità e genere, soprattutto tra le mure domestiche, dove purtroppo avvengono la maggior parte dei delitti contro le donne.
La cronaca nera ne è piena e trasmissioni televisive del settore, Chi l'ha visto su RAI3, Quarto grado su RETE4 etc, ogni settimana  aggiornano la situazione dando l'idea che questo fenomeno è in continuo aumento, tanto che ormai si parla di un vero e proprio Femminicidio.
Diffondiamo la notizia in ogni modo ed allo stesso tempo facciamo azione morale verso tutte le donne, affinchè ci si convinca dell'estrema utilità di questo servizio.
Vorrei aggiungere che si può chiamare il 1522 anche se non si è direttamente interessati, ma solo perchè si assiste a fatti di violenza contro le donne, anche di lieve entità. Troppo spesso infatti avvengono delle tragedie annunciate, che giungono al loro apice anche grazie all'omertà e all'indifferenza di amici, vicini o parenti.

Un grazie a tutti e teniamo bene a mente il 1522!
 

sabato 11 maggio 2013

Una dedica per le mamme e per tutte le donne.

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Il mese di maggio è il mese dei fiori, ma io l'ho sempre considerato come un mese dedicato alle donne. Forse ciò deriva dalla mia infanzia e prima adolescenza vissuta secondo i canoni della tradizione cattolica, dove maggio è dedicato alla Madonna, una delle poche figure femminili presenti nel Vecchio e Nuovo Testamento. Una  figura tuttavia di particolare rilevanza, visto che assurge addirittura al ruolo di "Madre di Dio".
Vari sono i post da me dedicati alla figura femminile, specie  come simbolo della lotta contro ogni prevaricazione maschile, onde acquisire una reale parità di genere.
Ma ho anche piacere a pensare la donna come simbolo di dolcezza e femminilità ed anche come meta ambita da ogni uomo innamorato, come riferimento della riconoscenza di ogni figlio o fratello, come straordinaria condivisione di chi riesce ad avere una donna come amico.
Domani è la classica Festa della mamma e, aldilà del mio scetticismo verso questo tipo di celebrazioni artefatte, colgo l'occasione per dedicare a tutte quelle fidanzate, spose, compagne , madri, sorelle e amiche una mia poesia di gioventù (una di quelle che si scrivono dopo un amore iniziato  a marzo e finito a aprile) e la splendida "Magnolia" dei Negrita.

Buon mese di maggio a tutte.

Sera di maggio
 
Sera di maggio dolce armonia
di passeri sui rami fioriti
chiarore notturno che illumina
le falde di povere case.
 
Miriadi di stelle nel cielo rossastro
dove trasognato si perde
lo sguardo di allegre fanciulle
col cuore all'amore novello.
 
Sera di maggio, granuli gialli
trasportati dal vento nell’aria
insieme a nostalgiche eco
di lontane tristezze.
 
Ricordi inprovvisi
che stringono forte il mio cuore
ma è un attimo 
la brezza sottile e sfuggente
mi ha già riportato a sognare.
 

 
 

mercoledì 1 maggio 2013

W il 1° Maggio Rosso...

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Quando in gioventù si sfilava per le vie della città e si gridava quello slogan, il 1° maggio era sentito davvero come una festa. Nello stesso tempo era una giornata di lotta per i lavoratori e per tutti quelli che, ambendo ad una società in cui il parametro guida fosse l'uguaglianza, stavano dalla loro parte. Amavamo quella bandiera rossa ed eravamo convinti che un partito espressione della sinistra democratica italiana, potesse un giorno andare al governo e cambiare il corso della politica, dando corpo alle nostre aspirazioni.
Man mano il tempo ha sbiadito quella bandiera ed il suo colore è diventato prima rosa, poi ancora più chiaro fino a diventare quasi neutro, privo di connotazione. Come la bandiera, anche quel partito si è andato via via trasformando, perdendo pezzi ad ogni trasformazione e soprattutto perdendo, a poco a poco, la sua identità.
Tuttavia scopo di questo post non è certo tessere le lodi di un partito che non c'è più, nè riesumare un'ideologia, come il Comunismo, della quale sono rimaste in vita solo le sue domande senza risposta.
Quello che invece mi preme sottolineare è che il 1° maggio 2013 non c'è davvero niente da festeggiare e che purtroppo anche la giornata di lotta ha perso di significato, poichè è venuta a mancare quella grande unità d'intenti che una volta vedeva la stragrande maggioranza dei lavoratori essere un corpo unico e per questo degno di rispetto, da parte di tutte le componenti della società.
Si è persa l'unità in una sorta di "tramonto degli ideali", certamente ben visto da tutti quelli ambienti che dal lavoro traggono grandi profitti, ma di cui proprio i partiti e i sindacati della sinistra italiana del dopo-Berlinguer,  sono i maggiori responsabili.
Così molti, troppi si sono allontanati rifugiandosi in un individualismo volto soltanto alla cura dei propri interessi che, se in periodi di relativa prosperità come gli anni 80 e primi 90 poteva anche andar bene, ha perduto ogni validità quando è poi arrivata la crisi economica. Tante persone si sono ritrovate sole a fronteggiare i problemi, senza nemmeno più quel volano sociale, quell'appoggio almeno morale che i partiti, i sindacati di una volta fornivano.
In questo modo è davvero facile perdersi, ricorrere a gesti estremi che purtroppo riempiono la cronaca degli ultimi tempi.
C'è bisogno quindi di uno sforzo da parte di tutti, ma sopratttutto da parte di quella che si chiama ancora sinistra,  per provare a riottenere la fiducia dei lavoratori e, soprattutto, per dare speranza a chi il lavoro lo  ha perso o non lo ha mai avuto. Per fare questo occorre che i partiti, i sindacati, aboliscano i loro apparati, le loro gerarchie, escano una volta per tutte dai loro palazzi e tornino ad essere "gente tra la gente", facendosi carico dei problemi reali delle persone, in modo da portare la questione sociale al primo posto dell'agenda governativa.
Solo così si toglierà motivazione agli attuali "santoni" dell'antipolitica e si potrà di nuovo celebrare una vera festa del lavoro.

Buon 1° maggio a tutti.

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