Il governo Berlusconi sembra ormai giunto al capolinea della sua attività politica. Partito con proclami enfatici circa la sicura e duratura azione di governo, avendone del resto tutti i numeri (quasi 100 parlamentari in più rispetto all'opposizione), ha ben presto dimostrato limiti di coesione tra i componenti della coalizione, manifestatisi già alla vigilia delle Elezioni Amministrative, causa le disfunzioni organizzative in quasi tutto il territorio nazionale, con punte clamorose nei famosi casi della presentazione delle liste a Roma e in Lombardia. Poi è stato soprattutto il Presidente della Camera Gianfranco Fini a minarne la consistenza, sottolineando i vari "scivoloni" personali e non del Premier e soprattutto le non condivise scelte operate dal governo in materia di Etica (caso Englaro, coppie di fatto etc.), sull'immigrazione (tentativo di obbligare i medici alla denuncia degli "irregolari" e la polemica con la Lega circa il respingimento dei clandestini) e sul Ddl sulle intercettazioni, tanto caro a Berlusconi.
Ultimamente la differenzazione di Fini si è spostata,in materia economico-finanziaria, anche sui tagli lineari operati dal ministro Tremonti, per non parlare dei molti dubbi palesati sulla bozza di riforma della giustizia presentata dal ministro Alfano culminando il tutto con la perentoria richiesta delle dimissioni del Premier.
Per cui tutto ciò farebbe pensare che ormai non ci sia nessun ulteriore spazio di manovra per il Governo Berlusconi IV, tranne forse l'approvare il piano di stabilità e bilancio dello stato, anche su invito del presidente Napolitano.
Invece alcuni pezzi di questo ex governo sembrano e navigare verso nuove alleanze e guarda caso, sono proprio quelli che hanno contriibuito ad affondarlo, cioè i finiani, che s'incontrano con il Ccd di Casini e l'Api di Rutelli per pianificare una strategia parlamentare comune, in attesa di una futura nuova coalizione di Centro, non disdicendo nemmeno occhiate accondiscenti al resto dell'opposizione per la formazione di un ipotetico governo tecnico-parlamentare volto a cambiare l'attuale legge elettorale.
Fuori da questo "teatrino" della politica c'è il popolo italiano con tutti i grandi problemi del momento che sta lì ad aspettare che la politica, incapace di risolvere i problemi reali, dia almeno un esempio di responsabilità e rispetto nei confronti di tutti i cittadini.
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