sabato 29 settembre 2012

Amor che guardi verso oriente...

Otranto by thepuglia.com
I Nomadi, un gruppo che nasce qualche anno fa, più o meno negli anni in cui vivevo la mia gioventù, magari un po' ribelle. Ma chi pensa che essi piacciano solo a quelli di una certa età si sbaglia e basta andare ai loro concerti per accorgersi di quanti giovani e giovanissimi ci siano. E' un segno che il gruppo ha saputo rinnovarsi nel corso degli anni, non rischiando di diventare il clone di se stesso.
Una dimostrazione di ciò è "Oriente", una canzone che nella musica e nell'arrangiamento propone un sound per niente scontato e, soprattutto, evidenzia un testo profondo che analizza certi stili di vita contemporanei:
 
"Sento come un sapore amaro
 Tra i fasti di questa civiltà
Tenui segnali che non decifriamo mai
Insonnoliti come siamo nei tram
(...)
Preferisco l'analfabetismo,
alle false astrazioni
a questo modo così un po' socratico
Al riparo dalle passioni"

Questo modo di affrontare i temi della vita non può che ridurre le potenzialità del pensiero:

"L'esilio del pensiero poi
Si consuma dentro ai bar
E dentro vuote autobiografie
Intendo prive di protagonista"

E solo il ripartire dalla  dolcezza dell'amore, può aiutarci a ritrovare la strada maestra:

"Amor che guardi verso oriente
Verso il mare
Qual è il nome che pronunci piano
Prima di dormire"

 Dedicato a chi non si stanca mai di pensare... buon ascolto.



            

venerdì 21 settembre 2012

Il ritorno del Cavaliere.

http://www.terranews.it/sites/default/files/images/user/8193-silvio_berlusconi.jpg
Ebbene si, è tornato! Dopo mesi di silenzio in cui la sua unica azione politica è stata la vendita dei due calciatori del Milan, Thiago Silva e Ibrahimovic, per la modica cifra di 75 milioni di euro, Berlusconi è tornato a far sentire la sua voce. Lo ha fatto all'indomani dello scandalo Regione Lazio, dove la presidente Polverini, dopo aver ammesso il grande sperpero di denaro pubblico, è sull'orlo delle dimissioni. Tuttavia chi si aspettava che l'ex presidente del consiglio spendesse qualche parola sull'operato dell'amministrazione regionale espressione della sua passata coalizione, si sbagliava di grosso. Come già nella vicenda "Formigoni" il Cavaliere si comporta come se nulla fosse accaduto ed anzi rilancia le vecchie formule del Berlusconismo. Così eccolo arringare il popolo con l'ennesimo proclama: "Basta rigore, toglieremo l'IMU!". 
Insomma dopo aver portato il paese sull'orlo del "default"ed aver lasciato in tutta fretta, nello scorso ottobre, la poltrona di Capo del Governo, consegnando ad altri l'onere di salvare l'Italia, ora torna a farsi sentire e non trova altro da fare che riproporre quella stessa idea politica che aveva prodotto il recente disastro.  Si dimostra "politicamente scorretto" nei confronti di Monti e della compagine governativa che la sua forza politica sostiene in parlamento, ma soprattuto propone, ancora una volta, il suo arrogante populismo.
Che dire? Nemmeno la consapevolezza di aver contributo in modo determinante all'avvento della grave crisi che ha colpito l'Italia e che tuttora pone gravissimi problemi di occupazione e disagio sociale, fa si che Berlusconi e i suoi fedelissimi, cambino atteggiamento e lascino la ribalta politica ad altri.
Allora non resta che aspettarci, alle prossime elezioni politiche, l'ennesimo Berlusconi candidato premier del Pdl.  L'ideale sarebbe una sonora sconfitta del Cavaliere che lo convincesse che la maggior parte degli italiani non si lascia più abbindolare dalle sue "farneticazioni".
Ovviamente dovrebbe anche accadere che la coalizione di centro sinistra che conseguentemente andrebbe a governare il paese, fosse poi all'altezza della situazione ricreando un clima politico sobrio e soprattutto capace di risolvere i tanti problemi che affliggono gli italiani.
Spero tutto ciò non sia soltanto fantapolitica e che non ci si trovi nuovamente di fronte al solito deleterio papocchio.

domenica 16 settembre 2012

La bella favola di Annalisa Minetti.




Dico la verità, quando nella lista dei partecipanti alla finale paralimpica dei 1500 metri, ho letto il nome Annalisa Minetti, credevo si trattasse di una banale omonimia. Non pensavo proprio che quella bellissima ragazza  non vedente che aveva vinto il festival di Sanremo del 1998, fosse anche diventata un' eccellente mezzofondista. Invece era proprio lei, oggi trentacinquenne, a correre insieme alla sua "guida" Andrea Giocondi,  lungo la pista dello stadio londinese gremito come nelle migliori occasioni. L'ho vista vincere pur arrivando terza alle spalle di due atlete ipovedenti (cioè che hanno almeno un decimo di visus) che un assurdo regolamento ha messo nella stessa gara, conquistando la medaglia di bronzo assoluta e stabilendo il record del mondo della sua categoria. Una gara affascinante soprattutto dal punto di vista sportivo, il che fa cadere tutti i pregiudizi di coloro che vogliono far apparire le Paralimpiadi come un fenomeno da baraccone. In realta la gara della Minetti, esemplificativa di tutto l'ambiente paralimpico, è la dimostrazione di quanta preparazione , quanto lavoro ci siano dietro i tanti brillantissimi risultati, esattamente come nello sport "normale".
Il pubblico inglese ha partecipato in gran numero; nello stadio dell'atletica come nel bellissimo "acquapark" dove si svolgevano le gare di nuoto,  nel palazzetto dello sport e nel velodromo, per le restanti discipline, ha fatto registrare un numero di presenze quasi al livello delle recenti Olimpiadi. Anche chi ha seguito le gare in tv ha vissuto momenti di commozione, di entusiasmo per le imprese degli atleti che manifestavano la propria gioia per aver magari realizzato il record del mondo o soltanto perchè avevano realizzato il sogno di far parte del fantastico mondo paralimpico.
Le parole di Annalisa, alla fine della gara, esprimono in pieno ciò che lo sport in genere dovrebbe essere e ciò che lo sport paralimpico si prefigge: " Spero che questa vittoria sia un traino morale per tutti i diversamente abili che vogliono praticare una disciplina sportiva e nello stesso tempo dia il via ad un cambio culturale dell'atteggiamento nei nostri confronti. Noi qui vogliamo essere considerati semplicemente degli atleti, come nella vita vogliamo essere considerati semplicemente delle persone."

 

giovedì 6 settembre 2012

U.S. Lecce, una vicenda (poco) sportiva!

 
C'era una volta una società di calcio che poteva essere considerata un modello. La considerazione di cui godeva non riguardava tanto  i risultati ottenuti sul campo, che seppure discreti le avevano consentito soltanto di fare la spola tra la massima serie e la serie B, ma atteneva l'aspetto economico-finanziario della sua struttura societaria.
Le oculate campagne acquisti, scevre dalla rincorsa al nome altisonante, ma tendenti all'acquisizione di buoni calciatori di categoria, unite ad un'accurata politica del settore giovanile le permettevano di essere una delle poche società italiane a chiudere ogni campionato con il bilancio non in rosso.
Sto parlando dell'U.S. Lecce che, come molti sapranno, dopo essere retrocessa in serie B nello scorso campionato, è stata ulteriormente retrocessa in Lega Pro (la vecchia Serie C), perchè accusata di aver illecitamente determinato il risultato della gara Bari - Lecce del campionato 2010/2011, versando 200 mila Euro ad alcuni calciatori del Bari.
 Ciò che di più impressiona è il repentino passaggio dell'Unione Sportiva, dalla posizione di società "modello" a quella molto meno virtuosa di società invischiata in vicende così losche. Già questo, a prescindere dalle decisioni della giustizia sportiva, è motivo di disappunto per chi scrive, per i sostenitori giallorossi e per gli sportivi in generale. Uno staff dirigenziale serio e onesto, come quello di cui scrivevo, non dovrebbe avere rapporti con ambigui faccendieri quali quelli implicati nel fattaccio di Bari. Evidentemente il passaggio generazionale all'interno della famiglia Semeraro, ai vertici della dirigenza della società salentina, non ha giovato. La pacata e saggia esperienza dell'ex presidente Giovanni, a cui va dato il merito di aver risollevato, anni fa, le sorti del Lecce, ha lasciato il posto alla giovane inesperienza del figlio Pierandrea. Questi invece di portare nuove e concrete idee, ha forse pensato che tutto si potesse risolvere in una politica d'immagine fine a se stessa, intraprendendo relazioni d'affari con persone di dubbia morale, con personaggi che con il calcio "pulito" avevano poco a che fare ed allontanando nel contempo quelli che, insieme al padre, avevano contribuito alla realizzazione del progetto Lecce (vedesi Luigi Di Canio, che aveva introdotto l'innovativa figura di allenatore-direttore sportivo, unica al momento in Italia).
Tutto questo ha avuto come risultato, oltre alla citata esclusione dal campionato cadetto, la cessione quasi gratuita del pacchetto azionario al gruppo Tesoro, dissolvendo così un patrimonio che nel corso degli anni era stato, come descritto, faticosamente costruito.
L'amarezza che pervade tutti noi che abbiamo a cuore questa gloriosa società, non può neanche essere attenuata dalla constatazione  che la giustizia sportiva, come altre volte dimostrato, sia una giustizia di tipo sommario.  Non voglio nemmeno approfondire la questione e rimando gli interessati alla lettura degli atti, dove scopriranno che le prove addotte dal procuratore federale sono al massimo indiziarie, ma resto della convinzione che una dirigenza societaria più matura non avrebbe dato origine a questi "indizi".
Per sdrammatizzare dico solo che tutta la vicenda calcio-scommesse 2012 sembra più che altro una congiura dei "baresi", visto che i principali accusatori sono ex calciatori del Bari (Bellavista e Andrea Masiello) e che a pagare sono stati solo i "leccesi"! (Antonio Conte e il Lecce).