martedì 25 dicembre 2012

Buon Natale dopo la fine del mondo.

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Nei giorni scorsi ha tenuto banco la notizia della probabile fine del mondo che, a detta dei suoi assertori, sarebbe dovuta avvenire il 21 dicembre.
Come sempre, utilizzando una sorta di razzismo intellettuale, che non saprei se definire pregio o difetto, ho cercato di "chiudere gli occhi e tappare le orecchie" e praticamente non ho pensato, parlato, nè tantomeno scritto dell'avvenimento. Così è arrivata la fatidica data senza che nemmeno me ne accorgessi, ma ecco che vado a prendere il nipotino di nemmeno 5 anni dall'asilo e una volta in macchina, con l'ingenuità disarmante tipica dei bambini,  mi chiede: "Nonno, a che ora è la fine del mondo?" Avrei potuto bloccare subito la discussione dicendogli che in realtà non c'è nessuna fine del mondo, ma ho sempre pensato che alle domande dei bambini è sempre meglio rispondere che non negarne il contenuto, perciò ho risposto semplicemente che non lo sapevo e che poteva essere a qualsiasi ora, in qualsiasi giorno o tra tanto tempo e che insomma, non era una cosa di cui preoccuparsi. E' sembrato soddisfatto, giacchè appena arrivato a casa ha chiesto alla mamma una robusta merenda ed ha iniziato a tirar fuori la solita montagna di giocattoli.
Ls sua curiosità però mi aveva contagiato ed allora ho pensato bene di cercare su Google, informazioni circa l'orario della fine del mondo.  Scrivendo "fine del mondo",  la pagina si riempiva di link che portavano ai Maya, popolo di grande cultura, senz'altro ben più importante di quella di coloro che dal loro calendario hanno ricavato un'interpretazione abbastanza strampalata. Poi proseguendo e scrivendo "orario della fine del mondo" tutti i vari links correlati, non davano mai un'ora precisa ed anzi si dividevano anche sulla data. Altri ancora rimandavano ad alcuni versetti della bibbia che però si dimostrava ancor più reticente: "Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli dei cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Marco 13,32; Matteo 24,36; CEI).
La mia ricerca rischiava così di avvilupparsi su se stessa senza ottenere una risposta precisa, quando ecco che mi appare il titolo di una canzone di Luciano Ligabue di qualche anno fa , che ricalca proprio la domanda oggetto della ricerca. Vado subito al testo della canzone e la sua lettura dirime tutti i miei dubbi: "Che or'è, scusa ma che or'è, che non lo voglio perdere l'ultimo spettacolo. Fine del mondo in Mondovisione, diretta da S. Pietro per l'occasione. (...)A che ora è la fine del mondo? Che rete è?". Ora è tutto chiaro,  anche la fine del mondo sarà un business mediatico e  per aumentarne l'Audience, l'orario esatto sarà tenuto segreto fino all'ultimo momento. Niente di misterioso quindi, possiamo tornare tranquillamente alle nostre attività e non se ne dispiacciano i Maya ed i loro interpreti d'occasione.
Coraggio, dopo  aver superato con successo la fine del mondo,  speriamo, adesso, di uscire indenni dalle prossime feste, buon Natale!
 
 
 
 Luciano Ligabue -  A che ora è la fine del mondo?

 

giovedì 20 dicembre 2012

Il probabile destino della mummia.


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Non più tardi di un paio di mesi fa, Berlusconi aveva chiesto scusa agli italiani dichiarando che nell'ultimo suo mandato politico.  non era stato capace di risolvere, nemmeno in parte, i problemi del paese.
Negli ultimi giorni invece continuando in quella sorta di sindrome dissociativa politica (se non psicologica), di cui si già scrivevo nel post "Il re è nudo", dichiara di volersi candidare per la sesta volta a candidato premier del centro destra.
Una dissociazione ora valida in tutti i sensi del termine,  specie nel Pdl dove il povero Alfano, come giustamente dice Benigni: "è passato dalle Primarie al Primario..." e dove anche alcuni suoi fedelissimi come Gasparri e La Russa prendono le distanze ed escono del partito, con la scusa di "rafforzare il Centro-destra. Anche tra i vecchi alleati come la Lega, la decisione del cavaliere di continuare ad essere il numero uno del centrodestra crea, a detta di Maroni: "disorientamento". 
Ma lui che, non solo per l'età, è ormai definito come "la mummia", continua imperterrito a dire tutto e il contrario di tutto. Inizia una vera e propria televendita di se stesso (ecclatante quella effettuata in Domenica Live, di Barbara D'urso, con tanto di "istruzioni" alla conduttrice, sulle domande da fargli) riproponendo tutti i vecchi slogan , tra cui non poteva mancare la classica eliminazione dell'IMU.  Sulla politica estera fa proclami arroganti riguardo la Merkel e la "egoista" economia tedesca, mentre sulla crisi economica di casa nostra, giunge alla farsesca conclusione che lo spread ,in realtà, è un imbroglio inventato da Monti il cui governo “ha portato una situazione di crisi, molto peggiore di quando c'eravamo noi al governo.” Chi a questo punto si fosse convinto che la linea politica berlusconiana si fondi sullo scontro con l'attuale capo del governo, (peraltro sostenuto per circa un anno), viene subito sconfessato, poichè il leader di Arcore propone lo stesso Mario Monti come possibile candidato del centrodestra, incredibile ma vero!
Eppure in tutta questa comica, ma anche tragica situazione, visto che poi si parla del futuro di tutti noi, c'è un aspetto in cui l'azione politica di Berlusconi continua a dimostrare una certa coerenza ed è sicuramente quello della difesa dei suoi interessi personali. Infatti, tra un processo e l'altro, fa in modo che il Pdl tolga improvvisamente l'appoggio al Governo Monti, scelta irresponsabile e davvero singolare se si considera che mancavano nemmeno 90 giorni alla fine naturale della legislatura e tuttavia spiegabile con la necessità di avere più tempo per la citata televendita elettorale e soprattutto utile per evitare che l'attuale governo vari davvero il decreto sulla non eleggibilità dei condannati in primo grado, cosa che escluderebbe il cavaliere dalla corsa elettorale.
Tutto quello che sta accadendo sulla scena politica è comunque sotto gli occhi di tutti ed è da credere che, al netto di eventuali autogol del centro sinistra, il destino di Berlusconi  sia ormai segnato e che, con la probabile sconfitta elettorale, egli passi dalla padella politica in cui attualmente si trova, ad una futura brace dove si spera che lui ed i suoi accoliti ardano, politicamente, per sempre.

martedì 11 dicembre 2012

Risolvere la disambiguità del Pd per un futuro governo stabile.

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Con la netta vittoria di Bersani al ballottaggio (61% contro il 39 di Renzi), è finalmente finita la bagarre tra i due contendenti principali ed il centro sinistra ha ora il suo candidato premier, per le prossime elezioni. A questo punto ci si potrebbe aspettare un periodo calmo e disteso attorno a Bersani, ma non credo ciò avverrà. Non avverrà perchè, a parte Vendola che pur correndo nelle primarie, non fa parte del Pd, Renzi pur essendo parte integrante e importante del partito, incarna posizioni differenti e in taluni settori addirittura opposte a quelle del segretario del Pd. Tuttavia non c'è da gridare allo scandalo per questo, poichè è bene ricordare che l'attuale partito democratico, nasce dalla fusione tra il vecchio Pci e buona parte della Vecchia Dc, per cui è normale che esistano anime politiche diverse al suo interno e credo che dovranno passare molti anni prima che il ricambio generazionale colmi il gap esistente tra di esse. Nel frattempo il vero problema è la ricerca della disambiguità del partito,  che possa fornire un preciso significato politico ovvero una comune identità che permetta di arrivare uniti alla prossima scadenza elettorale. Ciò può essere realizzato solo attraverso la condivisione di una valida linea politica, la cui esternazione è, senza ombra di dubbio, il programma da portare all'attenzione degli elettori.
Dovrebbe essere questo il primo compito di Bersani, Renzi e di tutte le altre componenti del partito, anche prendendo spunto da quanto fatto da Laura Puppato che, nella corsa verso le primarie,  ha stilato un programma politico chiaro ed esauriente, trovando anche il modo di rispondere(unica tra i candidati) al test-provocazione elaborato da GreenPeace.
Al momento, invece, si parla solo di alleanze e non credo sia la cosa più opportuna da fare, poichè ciò può dar luogo ai soliti veti pregiudizievoli e ideologici.
E' incredibile come si continui a non voler capire che le necessarie e possibili alleanze debbano trovarsi solo davanti ad un programma chiaro e condiviso e soprattutto rispettoso delle giuste aspettative dei cittadini. Viceversa, nell'ipotesi di una vittoria elettorale, ci si ritroverà, come in passato, in fragili coalizioni di governo che rischiano di dissolversi davanti al primo ostacolo.