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Tuttavia le parole del presidente nel discorso d'insediamento di fronte al parlamento sono state dure nei confronti della politica in generale:
"Bisognava dunque offrire, al paese e al mondo, una testimonianza di consapevolezza e di coesione nazionale, di vitalità istituzionale, di volontà di dare risposte ai nostri problemi : passando di qui una ritrovata fiducia in noi stessi e una rinnovata apertura di fiducia internazionale verso l’Italia.
E’ a questa prova che non mi sono sottratto. Ma sapendo che quanto è accaduto qui nei giorni scorsi ha rappresentato il punto di arrivo di una lunga serie di omissioni e di guasti, di chiusure e di irresponsabilità. Ne propongo una rapida sintesi, una sommaria rassegna. Negli ultimi anni, a esigenze fondate e domande pressanti di riforma delle istituzioni e di rinnovamento della politica e dei partiti - che si sono intrecciate con un’acuta crisi finanziaria, con una pesante recessione, con un crescente malessere sociale - non si sono date soluzioni soddisfacenti : hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi. Ecco che cosa ha condannato alla sterilità o ad esiti minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento.
Quel tanto di correttivo e innovativo che si riusciva a fare nel senso della riduzione dei costi della politica, della trasparenza e della moralità nella vita pubblica è stato dunque facilmente ignorato o svalutato : e l’insoddisfazione e la protesta verso la politica, i partiti, il Parlamento, sono state con facilità (ma anche con molta leggerezza) alimentate e ingigantite da campagne di opinione demolitorie, da rappresentazioni unilaterali e indiscriminate in senso distruttivo del mondo dei politici, delle organizzazioni e delle istituzioni in cui essi si muovono. Attenzione : quest’ultimo richiamo che ho sentito di dover esprimere non induca ad alcuna autoindulgenza, non dico solo i corresponsabili del diffondersi della corruzione nelle diverse sfere della politica e dell’amministrazione, ma nemmeno i responsabili di tanti nulla di fatto nel campo delle riforme."
Napolitano ha anche puntato l'indice sulla mancata riforma della legge elettorale e della seconda parte della Costituzione:
"Imperdonabile resta la mancata riforma della legge elettorale del 2005. Ancora pochi giorni fa, il Presidente Gallo ha dovuto ricordare come sia rimasta ignorata la raccomandazione della Corte Costituzionale a rivedere in particolare la norma relativa all’attribuzione di un premio di maggioranza senza che sia raggiunta una soglia minima di voti o di seggi.
La mancata revisione di quella legge ha prodotto una gara accanita per la conquista, sul filo del rasoio, di quell’abnorme premio, il cui vincitore ha finito per non riuscire a governare una simile sovra-rappresentanza in Parlamento. Ed è un fatto, non certo imprevedibile, che quella legge ha provocato un risultato elettorale di difficile governabilità, e suscitato nuovamente frustrazione tra i cittadini per non aver potuto scegliere gli eletti.
Non meno imperdonabile resta il nulla di fatto in materia di sia pur limitate e mirate riforme della seconda parte della Costituzione, faticosamente concordate e poi affossate, e peraltro mai giunte a infrangere il tabù del bicameralismo paritario."
Quindi il severo monito, quasi una minaccia, nei confronti soprattutto dei due maggiori partiti presenti in parlamento:
"Molto si potrebbe aggiungere, ma mi fermo qui, perché su quei temi specifici ho speso tutti i possibili sforzi di persuasione, vanificati dalla sordità di forze politiche che pure mi hanno ora chiamato ad assumere un ulteriore carico di responsabilità per far uscire le istituzioni da uno stallo fatale. Ma ho il dovere di essere franco : se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese.
Non si può più, in nessun campo, sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana."
Nello stesso tempo ha ricordato a tutti, i problemi reali esistenti nel Paese:
"E sono anche i nodi - innanzitutto, di fronte a un angoscioso crescere della disoccupazione, quelli della creazione di lavoro e della qualità delle occasioni di lavoro - attorno a cui ruota la grande questione sociale che ormai si impone all’ordine del giorno in Italia e in Europa. E’ la questione della prospettiva di futuro per un’intera generazione, è la questione di un’effettiva e piena valorizzazione delle risorse e delle energie femminili. Non possiamo restare indifferenti dinanzi a costruttori di impresa e lavoratori che giungono a gesti disperati, a giovani che si perdono, a donne che vivono come inaccettabile la loro emarginazione o subalternità."
Napolitano ha poi plauso all'ingresso del M5S in parlamento ed al dibattito politico sempre presente in rete, ammonendo altresì su determinati e incauti comportamenti:
"Apprezzo l’impegno con cui il movimento largamente premiato dal corpo elettorale come nuovo attore politico-parlamentare ha mostrato di volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandovi il peso e l’influenza che gli spetta : quella è la strada di una feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza e Parlamento. Non può, d’altronde, reggere e dare frutti neppure una contrapposizione tra Rete e forme di organizzazione politica quali storicamente sono da ben più di un secolo e ovunque i partiti.
La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all’aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c’è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all’imperativo costituzionale del "metodo democratico"."
Le parole del Presidente della Repubblica sono state parole dure, coraggiose e soprattutto sincere e spero siano stimolo per coloro che nei prossimi giorni dovranno mettere in pratica i suoi auspici.
Giorgio Napolitano, come lui stesso ricorda, è entrato nelle aule del parlamento all'età di 28 anni, percorrendo poi tutte le tappe di una carriera politica seria e onesta, prima nel suo partito e poi al livello istituzionale, fino alla carica di Presidente della Repubblica.
Sette anni fa fu eletto con i soli voti del centro sinistra, ma pian piano si è guadagnato la stima e la fiducia anche di quelli che in passato lo avevano osteggiato.
Un esempio allora, davvero per tutti. Per i politici in primis,ma anche per la società civile, per il mondo del lavoro, per tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell'Italia.
Buon 25 aprile!
Fonti: www.linkiesta.it/
Buon 25 aprile anche a te.
RispondiEliminaGrazie Cavaliere, a presto
Eliminabuona giornata!
RispondiEliminalu
Grazie Lu, un caro saluto
EliminaW il 25 aprile e speriamo una volta per tutte di andare oltre!!!
RispondiEliminaSperiamo davvero Cirano, grazie e a presto.
EliminaCaro Cavaliere, ti confesso che non riesco proprio a condividere il tuo entusiasmo per Napolitano e la sua ri-elezione a Presidente della Repubblica. Non credo alla sua "sincerità", alle sue parole e neanche al fatto che - per "salvare" una situazione allo sfacelo, si sia "sacrificato" caricandosi il peso sulle spalle. Penso che sia stata una cosa pensata a tavolino. La storia delle famose intercettazioni getta su questa ri-elezione una luce inquietante ... Forse era meglio che me ne stavo zitta, ma non è nel mio stile.
RispondiEliminaNo, fai bene ad esprimere il tuo pensiero anche se in contrasto con quello che ho scritto.(anche se non capisco perchè ti rivolgi al Cavaliere, ma credo sia un refuso). Io sono propenso a credere alla buona fede di Napolitano e comunque "a tavolino" o no, la sua rielezione ha tolto i partiti e di conseguenza il Paese, da una situazione a dir poco difficile. Penso che le critiche, in questo momento, più che al Presidente della Repubblica vanno rivolte ai politici, veri artefici dell'attuale disastro.
EliminaGrazie un caro saluto
Sì, perdonami Wiska per Cavaliere ( è un refuso - ero appena passata da un altro blog e ho fatto confusione)
EliminaSulla questione stabilità spero solo non sia solo apparente. E comunque concordo con te che le critiche maggiori vadano fatte ai politici (ma in fondo il Presidente non è lui stesso un politico?)
Un caro saluto, buonanotte
E vediamo come prosegue questa faccenda...io sono sempre più desolata....
RispondiEliminaPosso capirti Sandra, non c'è molto da stare allegri. Tuttavia almeno si è raggiunto un minimo di stabilità e spero proprio non sia un'inutile perdita di tempo.
EliminaGrazie, a presto
Grazie di cuore ^__^ ... sempre carino e gentile, un abbraccio.
RispondiEliminaGrazie a te Stefania, un caro saluto
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