martedì 6 settembre 2011

Questo Blog sostiene lo sciopero generale del 6 settembre 2011

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Così si abolisce il diritto al lavoro
di Luciano Gallino
Se diventano legge, le modifiche all'art. 8 del decreto sulla manovra economica avranno effetti ancor più devastanti per le condizioni di lavoro e le relazioni industriali di quanto non promettesse la prima versione. I ritocchi al comma 1 rendono più evidente la possibilità che sindacati costituiti su base territoriale – si suppone regionale o provinciale, e perché no, comunale – possano realizzare con le aziende intese che, in forza del successivo comma 2, riguardano la totalità delle materie inerenti all'organizzazione del lavoro e della produzione. Da un lato si apre la strada a una tale frammentazione dei contratti di lavoro e delle associazioni sindacali da rendere in pratica insignificante la presenza a livello nazionale dei sindacati confederali; un esito che la maggioranza di governo punta da anni a realizzare.
Dall'altro lato la combinazione dei commi 1 e 2 darebbe origine a veri mostri giuridici. Il comma 2 stabilisce infatti che le intese sottoscritte da associazioni dei lavoratori più rappresentative anche sul piano territoriale valgono per la trasformazione dei contratti di lavoro e per le conseguenze del recesso del rapporto di lavoro. Come dire che se il sindacato locale accetta che uno possa venir licenziato con tre mesi di salario come indennità e basta, tutti i lavoratori di quel territorio dovranno sottostare a tale clausola. C'è dell'altro. Le eventuali intese tra sindacati e aziende riguardano anche le modalità di assunzione e disciplina del rapporto di lavoro, comprese – si noti bene – le collaborazioni coordinate o a progetto e le partite Iva. Il che significa che il sindacato potrebbe sottoscrivere dei contratti che prevedono l'impiego di lavoratori autonomi, quali sono formalmente i collaboratori e le partite Iva, come lavoratori dipendenti. Finora, se qualcuno cercava di realizzare simile aberrazione, finiva dritto in tribunale. L'art. 8 del decreto trasforma l'aberrazione in legge.
Quanto al nuovo comma 2-bis, esso abolisce di fatto non solo l'art. 18, bensì l'intero Statuto dei lavoratori. E con esso un numero imprecisato di disposizioni di legge che disciplinano le materie richiamate dal comma 2, visto che nell'insieme essi abbracciano ogni aspetto immaginabile dei rapporti di lavoro. Ciò è reso possibile dalla esplicita indicazione che le intese di cui al primo comma operano anche in deroga alle suddette disposizioni ed alle regole contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro. A ben vedere, il legislatore poteva condensare l'intero articolo 8 in una sola riga che dicesse “i contratti collettivi nazionali sono aboliti e con essi tutte le norme concernenti il diritto del lavoro”.
Per quanto attiene alla tutela della parte più debole del contratto di lavoro, sarebbe quindi un eufemismo definire scandaloso il complesso del nuovo articolo 8 del decreto. Ma è giocoforza aggiungere che esso è anche penosamente miope per quanto riguarda il contributo che una riforma delle condizioni di lavoro potrebbe dare ad una ipotetica ripresa dell'economia. Il nostro Paese avrebbe bisogno, per menzionare un solo problema, di cospicui interventi nel settore della formazione continua delle sue forze di lavoro, di ogni fascia di età. È un settore in cui siamo indietro rispetto ai maggiori paesi Ue. Questo decreto che punta in modo così smaccato a dividere le forze di lavoro per governarle meglio li rende impossibili. Naturalmente, c'è di peggio: esso rende anche impossibile un significativo recupero mediante la contrattazione collettiva della quota salari sul Pil, la cui caduta – almento 10 punti in vent'anni – è una delle maggiori cause della crisi.

Fonti: La Repubblica 5 set 2011


8 ore di sciopero sono niente di fronte ai disagi, alle privazioni che tutti i lavoratori stanno subendo da parte di questo governo scellerato.
 
wiska...chi lotta vive!

4 commenti:

  1. Già.. peccato che ci siamo rimasti invischiati.. Una visita prenotata da mesi e la salute tirata coi denti, questa mattina ci è stato detto che " Nulla da fare, mancano gli addetti al pagamento.Domai prenoti un'altra visita..."
    I dottori e le infermiere presenti al lavoro saranno pagati comunque per aver girato i pollici per tutto il turno.
    A chi è servito? A penalizzare il governo o come al solito noi poveri cristi?
    Ora visto che non si può assolutamente rimandare per altri mesi,domani andremo a pagamento.. 150 euro senza ricevuta... oppure 180 con ricevuta!!Il governo resta ancora li e noi saremo ancora più poveri...

    Mi spiace caro Wiska ma io non lo appoggio per niente...

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  2. @Sara: hai ragione, a farne le spese alla fine sono sempre coloro che hanno bisogno e che non rappresentano certo l'obiettivo dello sciopero. Ti chiedo scusa per il disagio e anche se ciò non servirà a farti risparmiare nemmeno un euro, sappi che mi dispiace, come credo dispiaccia anche ai lavoratori che hanno scioperato.
    Tuttavia il danno che ti è stato arrecato è più dovuto al malfunzionamento, alla mala organizzazione sanitaria che non allo sciopero in sè per sè, non capisco che difficoltà c'era a prendere nota della prestazione e poi inviare la richiesta di pagamento al tuo domicilio.
    Un caro saluto Sara, a presto

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  3. Buon giorno Wiska...
    Non ti nego che sono un poco spaventata per questa nostra situazione Italiana.
    Stamani ho ricevuto una mail da un'amica che denuncia le spese che sosteniamo per i nostri parlamentari e credimi, mi son venuti i brividi tanti i soldi che percepiscono dalle nostre tasche. Se mettessero lo stesso grado d'impegno per cercare di risolvere la situazione economica del nostro paese al pari di tutti i soldoni che ricevono, vivremmo sicuramente nel "paese delle meraviglie".
    Ma aimè...è solo un utopia!
    Un sereno divenire,
    Ele

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  4. @Ele: si dice che un paese ha la classe politica che si merita, tuttavia specie negli ultimi anni i nostri politici hanno indirizzato la loro azione, più verso il mantenimento delle posizioni di potere, che verso una corretta gestione delle risorse del paese. Fa male dirlo, ma i fatti attuali lo dimostrano.
    Un caro saluto, a presto

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