Da una prima analisi del risultato del primo turno delle elezioni amministrative si evidenzia la buona tenuta del dato di affluenza alle urne. Secondo i dati del Viminale infatti, la percentuale dei votanti per le provinciali è del 59,62% contro il 60,88% della precedente elezione, mentre per le comunali la percentuale è stata del 71,4% contro il precedente 72,85%. Questo leggero calo, può essere considerato, se non un'inversione di tendenza, perlomeno il mantenimento di un livello accettabile di affluenza, tale da poter essere visto in una prospettiva positiva.
Venendo ai risultati dei candidati e degli schieramenti in campo, non mi appassiona più di tanto indicare chi abbia vinto e chi abbia perso(materia sempre facilmente plasmabile a uso e consumo dei contendenti), anche perchè sarebbe un'analisi alquanto prematura in vista dei ballottaggi del 29 e 30 maggio, vorrei invece sottolineare alcuni aspetti scaturiti dai risultati di questa tornata elettorale, che a mio modo di vedere, rappresentano delle piccole novità e, nella staticità del sistema politico italiano, vedere qualcosa che "si muove" costituisce sempre motivo di interesse.
In primo luogo mi soffermo sul voto di Milano, dato che proprio Berlusconi aveva posto all'elettorato milanese una sorta di out-out, caricando il voto alla Moratti di una "valenza politica nazionale" e personalizzando lo stesso voto a tal punto da fargli affermare: "Chi ci vota domenica prossima, vota contro la Boccassini e De Pasquale , questo deve essere chiaro a tutti", pensando che una vittoria al primo turno sarebbe stata una sonora sconfitta soprattutto dei pm meneghini. La Moratti invece, non solo non ha vinto al primo turno, ma con una percentuale del 41,6 contro il 48,1 del candidato di sinistra Pisapia, rischia seriamente di perdere anche al ballottaggio, dimostrando forse che l'elettorato è stanco degli slogan del presidente del consiglio e soprattutto del suo mescolare problemi personali a problemi istituzionali. Parafrasando la Lega, che parla di "voto anormale" a favore di "un estremista di sinistra", direi che quello che attualmente è stato sconfitto è l'estremismo di Berlusconi e della Moratti.
Un altro "fenomeno" osservabile all'indomani dello scrutinio elettorale è il voto di Napoli, dove l'ex Pm De Magistris, attuale esponente dell'IDV, va al ballottaggio col candidato del PDL Lettieri, battendo nientemeno che il candidato del PD Morcone. Questo risultato ha sorpreso un po' tutti, specialmente il PD che incassa una sonora sconfitta, soprattutto a livello locale, ma con ripercussioni, credo, anche a livello centrale. Tuttavia la particolarità del voto sta nel fatto che l'ex magistrato ha preso molti più voti di quanti ne abbia preso la sua lista, ciò significando che molti elettori pur votando PD o Pdl, hanno poi preferito De Magistris come futuro sindaco di Napoli. Il voto "ad personam" quindi vince contro le logiche degli schieramenti, ovvero mi verrebbe da dire, citando Paolo Cevoli di Zelig: "Fatti, non pugnette!" inoltre, che il voto ad un ex magistrato esponente del partito di Di Pietro e come lui acerrimo nemico di Berlusconi, provenga anche da una parte del popolo PDL, non è certo cosa di poco conto.
Infine l'ottimo risultato delle liste "5 stelle" di Beppe Grillo è anch'esso indice di "movimento" nell'ambito della politica italiana, strettamente correlato al movimento di opinioni, di idee, a volte anche di contrasti aspri sviluppatisi negli ultimi tempi sulla rete. Secondo me, toni populistici grilleschi a parte, è estremamente positivo che nuove realtà si affaccino sul panorama politico nazionale, è quasi una ventata d'aria fresca che serve a svegliare un po' tutti, specie a sinistra, dall'attuale dormiveglia. Inoltre se queste nuove realtà entreranno a far parte delle amministrazioni dei comuni, delle regioni o magari, in futuro, anche dello stato, ciò non potra che essere positivo per tutti i cittadini. Occorrerà però sconfiggere una certa "voglia perenne di protesta" che in anni passati ha portato all'eutanasia di altri movimenti similari e purtroppo dalle ultime dichiarazioni di Beppe Grillo che riguardo possibili alleanze dice:"noi non siamo né a destra, né a sinistra, siamo già andati oltre", direi che il pericolo sussiste.
Ormai mi sono anchilosati "TUTTI I DITI" a furia di tenerli incrociati...speriamo bene.
RispondiElimina:O)
Sandra
Cara Sandra, la cosa più importante è che dopo tanta risacca, si sia alzato un po' di vento.
RispondiEliminaGrazie e a presto
Non ho molta fiducia in Grillo e nei grillini. Penso che al nostro Paese serva davvero una marcia in più, oltre lo stantio e le solite facce, i soliti slogan. Spero che le cose cambino.
RispondiElimina@Carolina; sono d'accordo con te, se devo dirti la verità, dubito dei politici improvvisati che cavalcano la popolarità ottenuta per altri motivi.
RispondiEliminagrazie, un caro saluto