mercoledì 12 gennaio 2011

Poche parole sul caso "Mirafiori"

Come uomo di sinistra mi rifaccio alle parole di Berlinguer, che in un'analoga situazione, (quella volta c'era Romiti al posto di Marchionne, che aveva annunciato 14000 licenziamenti) andando in visita a Mirafiori, nel corso dei 35 giorni di blocco ai cancelli FIAT, in risposta alla domanda di un delegato FIM, su cosa sarebbe stato disposto a fare il Partito Comunista, se gli operai avessero occupato la fabbrica, rispose che il suo posto sarebbe stato accanto agli operai.
Anch'io voglio stare accanto agli operai, ma la domanda odierna è:
dove vogliono stare gli operai?
Spero ce lo dica il referendum, il cui risultato dovrà essere rispettato da tutti, Marchionne  e Landini compresi.

4 commenti:

  1. Piccolo particolare, gli operai sono LIBERI nel loro voto?
    Il referendum è solo da boicottare, come possono 5400 persone (sotto ricatto di licenziamento) decidere sul futuro dei rapporti impresa - sindacato a livello nazionale?
    Stiamo buttando all'aria cento anni di lotte non a caso solo gli anziani riescono ad indignarsi!

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  2. concordo con te e non avrei voluto mai vedere ciò che sta succedendo nel sindacato e nel mondo del lavoro, ma nella situazione d'emergenza in cui ci troviamo usiamo questo elemento di democrazia che ancora c'è e rinserriamo le fila, se ci dividiamo allora davvero avremo buttato all'aria cento anni di lotte. Il sindacato deve rimanere in fabbrica, verranno poi tempi migliori, io ne sono certo.

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  3. Sbaglierò ma il tuo atteggiamento, cioè quello di voler come al solito razionalizzare il presente e non fare mai una scelta di campo, magari rischiosa, ma coraggiosa, netta, chiara che possa essere capita da tutti, è uguale a quello del sindacato, da 20 anni a questa parte. Difronte ad ogni problema nel mondo del lavoro e della società, il movimento dei lavoratori come pure la politica, si è fatto trovare impreparato( ed ho usato un eufemismo) e allora cosa fa? accetta tutto e tira a campare e intanto il mondo cambia, il lavoro non è più quello di una volta così pure i mercati, c'è la globalizzazione ...ma si vedeva tutto questo all'orizzonte 20 anni fa? O il sindacato viveva sulla luna? appunto, si accetta quello che passa il convento e si tira a campare. Solo che a “campare” non ci riesce proprio una grande fetta di famiglie italiane le quali che dovrebbero fare, mentre il sindacato aspetta “tempi migliori”?

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  4. la tua analisi mi sembra un po ingenerosa nei confronti del sindacato. Ma poi quale sindacato? quello unito di Lama-Benvenuto-Carniti o quello, "ognuno per sè", di oggi?
    Certo il mondo del lavoro è cambiato ed oggi il padrone è meno riconoscibile, si avvale di professionisti del capitale che, a fronte di stipendi pari ad una finanziaria di un comune di media grandezza, parlano di nuovo piano di sviluppo della fabbrica, non indicandone mai i dettagli, ma ben specificando oneri e doveri degli operai. Non credo che il sindacato non si sia accorto di ciò, ma ha avuto il torto di non credere nell'unitarismo e di cadere nella trappola del "dividi et impera" e l'impreparazione di cui si parla deriva dalla conseguente perdita d'identità.
    Le sorti delle famiglie italiane poi, dipendono soprattutto dalle scelte del governo Berlusconi, completamente assente, se non dalla parte di Marchionne, a Mirafiori, come ovunque!

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