Il referendum sull'accordo sindacale per Mirafiori si è concluso con la vittoria dei si con circa il 54% dei voti.
Peraltro la vittoria dei favorevoli non è stata quella che i sostenitori di Marchionne si aspettavano, ma serve comunque a far sì che l'accordo separato del 23 dicembre (firmato da Fim e Uilm) sia valido per tutti i lavoratori dello stabilimento torinese..
Tuttavia se fosse stato per il voto dei lavoratori che poi subiranno, più di altri, le importanti modifiche che l'accordo introduce, il risultato sarebbe stato diverso.
Infatti analizzando il voto nelle diverse sezioni della fabbrica, troviamo che, tra gli operai, il si è prevalso di soli 9 voti e nei reparti montaggio e lastratura (dove le conseguenze dell'intesa potranno portare fino a 10 ore continuative di lavoro ed è molto sentita la questione della riduzione delle pause) ha vinto addirittura il no, raggiungendo il 53%, mentre è prevalso il si al reparto verniciatura, dove si avranno i maggiori vantaggi economici, grazie alla nuova tipologia dei turni di notte.Il voto che però ha influenzato in modo determinante l'esito finale del referendum è stato quello del seggio 5, quello degli impiegati, dove su 441 votanti, 421 hanno votato a favore.
Insomma la storia si ripete e i colletti bianchi determinano nuovamente la sconfitta del sindacato, seppure in maniera meno ecclatante del 1980 dove, con la famosa "marcia dei 40.000, fu il sindacato unitario, (CGL-CISL-UIL) ad uscire sconfitto, oggi tocca a FIOM e Cobas.
Interessi diversi e legittimi d'accordo, ma resta comunque l'amarezza di chi, sottoposto a tutto lo stress causato dall'impiego su una "catena" che non può fermarsi mai, vede le sue condizioni di lavoro determinate da chi, invece, sta comodamente seduto in ufficio.
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