Celebrare la giornata internazionale della donna è un impegno che ho sempre assunto con gioia. Nel contempo sono sempre stato un po' scettico rispetto agli aspetti mondani dell' 8 marzo, quelli che ben si identificano con il termine "festa" e che fanno piacere soprattutto a molti operatori commerciali. Così penso che tutti quegli uomini che credono che celebrare la figura femminile si riduca a regalare un rametto di mimosa o magari un gioiello, farebbero bene a riflettere sui loro comportamenti nei confronti delle loro mogli, compagne, madri, sorelle o amiche, durante i restanti 364 giorni dell'anno. Allo stesso modo, a tutte quelle donne che, forse per un legittimo senso di rivalsa, pensano di festeggiare l'8 marzo scimmiottando certe deleterie abitudini degli uomini, tipo streap-tease maschili o peggio, consiglierei di dedicare quel tempo privilegiando azioni e discussioni più costruttive.
Per celebrare degnamente questa giornata preferisco quindi scrivere di realtà in cui la donna è simbolo di lotta, di rinascita da tutte le oppressioni a cui, purtroppo, è in genere sottoposta.
Ecco allora un grande segnale provenire dal Bukavu, cittadina del Congo ai confini con Rwanda e Burundi, sita in un'area tra le più ricche di risorse del mondo, ma dove la povertà è inconcepibile. Dove piove quasi tutti i giorni, ma non c'è nè acqua, nè elettricità, dove esistono terre tra le più fertili, ma la gente muore di fame. Sita in una nazione come il Congo, dove i resoconti della violenza sessuale potrebbero fornire materiale a migliaia e migliaia di film horror. Non si tratta di“semplici” stupri, ma di assalti sadici che comprendono mutilazioni, torture, umiliazioni e – abbastanza spesso – femminicidio finale.
E' in questo contesto che è nata "La città della Gioia delle donne" un insediamento ideato e costruito da alcune donne congolesi, stanche di essere "oggetto" della vita di altri, che hanno capito che per essere "soggetto" della propria vita occorre innanzitutto avere un'autonomia economica. Così mettendo insieme i loro scarsi averi, hanno iniziato a lavorare a questo progetto, superando ostacoli di ogni genere, A loro si è unita, nel febbraio scorso, Eve Ensler e la sua "V Day" (organizzazione che porta in giro per il mondo gli spettacoli in cui sono rappresentati i testi del suo “I monologhi della vagina”) che ha portato solidarietà e soprattutto fondi affinchè la "Women City of Joy" potesse diventare una realtà duratura.
La Città della Gioia ospiterà ogni anno 180 donne. E’ un complesso che comprende grandi aule, cortili, verande: sarà la loro “università”, quelle in cui le sopravvissute allo stupro e alla tortura, in maggioranza analfabete, acquisiranno conoscenze per poi istruire altre donne nei loro villaggi.
Ci sono corsi sui diritti umani, corsi di autodifesa, corsi professionali e di agricoltura e di uso del computer; c’è la volontà di esorcizzare i traumi con le sessioni terapeutiche e la danza, ma soprattutto ci sono loro, le donne che hanno costruito con le loro stesse mani la Città. Hanno subito abusi brutali per anni, sono state violate con fucili d’assalto e bastoni di legno, il che ne ha lasciate molte sterili e incontinenti per il resto della loro vita: eppure, nessuno è riuscito a spezzarne lo spirito.
Scrive la Ensler: "Ho ascoltato in queste settimane le storie che hanno buttato tante di queste ragazze nel buio. Storie di una ragazza il cui nonno aveva violentata e messa incinta, storie di ragazze esiliate ed espulse dopo stupri o anche dopo avere avuto bambini.
In uno dei nostri esercizi ho chiesto alle ragazze di darsi un nuovo nome, un nome che potrebbe descrivere e portare il significato di ciò che esse sono diventate qui e poi scrivere la loro nuova autobiografia. Alcuni dei loro nuovi nomi: Stella, Luce, Vittoria, Amore, Sara (perché era bella e ha lavorato), la regina."
Ci sarebbe ancora tanto da scrivere sulla forza, sul coraggio delle donne congolesi, ma credo questo mio piccolo contributo renda comunque l'idea del grande significato sociale della loro azione e che il loro esempio possa infondere fiducia a tutte le donne che ogni giorno lottano per una concreta parità di genere.
Vi lascio con le parole di Madre Teresa di Calcutta:
Ricordati che la pelle avvizzisce,
i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.
Ma l'importante non cambia:
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Buon 8 marzo!
www.vday.org
Non posso che apprezzare questo bellissimo post ed il tuo pensiero verso le donne. Grazie!
RispondiEliminaUn caro saluto
Cri
Grazie a te Cri, un abbraccio e buon 8 marzo
EliminaGrazie anche da me per questo interessantissimo post. Come sempre sei perfetto caro amico!
RispondiEliminaGrazie ancora. Un abbraccio
Grazie a te per l'apprezzamento, buon 8 marzo!
EliminaSon contenta che nel Congo si stia facendo tanto!! Peccato invece che nella mia amta Repubblica dominicana non sia altrettanto! Nemmeno a farlo a posta ne parlo da me!!
RispondiEliminaGrazie del rispetto che porti per noi femminucce che, guardando qualcuna, a volte non meritiamo.. ma che vuoi, siamo donne! ;-)
Un abbraccio stretto a te!
:-)
Verrò sicuramente a leggere Sara, il rispetto per le persone penso non sia un pregio, ma una cosa naturale. Quanto ai dememeriti, ahimè il maschio la fa da padrone...
EliminaBuon 8 marzo, un abbraccio
Un bellissimo post, caro Wiska. Leggerlo è commuoversi ed essere subito partecipi di questa esperienza così toccante e umana.
RispondiEliminaGrazie davvero!
Ciao,
Lara
Grazie a te, carissima Lara. Anch'io mi sono commosso a leggere il racconto di tutte queste donne, a volte bambine, recuperate ad un'esperienza dignitosa, dal coraggio di altre donne.
EliminaBuon 8 marzo, a presto
Come tu ben sai caro amico, io ho sempre ribadito che solo se le donne trovano la forza nel cambiamento questo si realizza...ho sempre sostenuto che se l'uomo ha bisogno di fare questo ad una donna, (stupro, torture, mutilazioni ecc) è perche in realtà temono la loro forza altrimenti non c'è spiegazione di sorta. Non bisogna sminuire il continuo e logorante influsso che storicamente si tramanda nella mente di questi pseudo uomini ... non sono atti dettati solo dalla foga del momento ma spesso sono programmati, quasi osannati perchè dovuti alla misurazione della forza contro la debolezza. Basterebbe ricordare a questi uomini che sono nati da donne e che solo le donne porteranno avanti la loro genia. E' forse questa l'annosa colpa??
RispondiEliminaCara Costy, trovare le motivazioni che originano la violenza è impresa ardua. Posso solo affermare che stabilire un rapporto, di qualsiasi natura esso sia, con la forza è un mero atto di prevaricazione, che approfitta della debolezza altrui. Debolezza fisica in primis, ma sovente anche psicologica e di questo, sicuramente non si può fare una colpa alle donne, se non ricadendo in un "maschilismo" storico. Tuttavia è opportuno cercare le soluzioni per evitare che tutto ciò continui, magari impunenemente. In questo le donne congolesi e tante altre donne sono da prendere ad esempio.
EliminaBuon 8 marzo Costy, un abbraccio
Grazie per l'invito Wiska.
RispondiEliminaMi soffermo sulla tua frase:
"Per celebrare degnamente questa giornata preferisco quindi scrivere di realtà in cui la donna è simbolo di lotta, di rinascita da tutte le oppressioni a cui, purtroppo, è in genere sottoposta."
Purtroppo come molte altre feste anche l'8 marzo è diventata prettamente commerciale e si perde il vero significato del ricordarla.
Ecco perchè lodo post come il tuo.
Buona notte,
Ele
Che piacere rivederti qui Ele, grazie per le tue parole e buona domenica.
EliminaMadre Teresa..una piccola grande Donna!
RispondiEliminaQuesto tuo post è riflessivo....grazie Wiska!!!
Si madre Teresa è una donna che ha fatto la storia, grazie a te Simo, un caro saluto.
EliminaChapeau per il post, che condivido in pieno.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Grazie di cuore Cavaliere, a presto
EliminaGrazie mille Wiska per questo bellissimo post e per essere passato da me =)
RispondiEliminaCome ti rispondevo in locanda, devo far rifiorire la scrittura nel mio blog personale.... lo farò presto.
Le donne sono la salvezza di tutto! ....Le Donne, non le donne ;-)
Uno scopo meritorio quello che ti sei prefissata ed hai tutta la mia ammirazione, poichè non è cosa semplice. Hai ragione circa le "Donne" che sono comunque moltissime.
EliminaGrazie, a presto
Che bella scoperta! Grazie per questo splendido post che hai voluto condividere con noi!
RispondiEliminaGrazie a te Adriana, un caro saluto a presto
EliminaLa Magia del Vento mi ha portata in un nuovo altrove...
RispondiEliminaciao!
Ne sono felice, sei un vulcano d'idee :-) Buona domenica
EliminaChe bellissima iniziativa... e grazie per questo bellissimo posto.
RispondiEliminaHo una borsa di tela disegnata da una italiana ma fatta da mani delle donne africane. E' bellissima e spero che questo tipo di iniziative aumenti...
Grazie a te Titti , un caro saluto
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