martedì 26 aprile 2011

Non mi piace l'Italia che fischia a prescindere.


Non s'era ancora spento l'eco del discorso del Presidente Napolitano a piazza Venezia, per il 66° anniversario della Liberazione, che invitava la politica ed evitare il "cieco scontro delle parti" ed ecco che parte della folla presente inizia a fischiare il Ministro della Difesa La Russa, prima ancora che inizi a parlare.
Beninteso ognuno ha le proprie idee, il proprio passato di cui è responsabile, quindi può non piacerci il pensiero politico ed il passato di Ignazio La Russa ed avversarlo sul fronte della proposta politica ed in sede elettorale, ma quando interviene in una manifestazione come quella del 25 Aprile e prende la parola, egli, come il Capo dello Stato, è una figura istituzionale e come tale va rispettato ed ha il diritto di pronunciare il suo discorso, (che potete leggere al termine del post ed eventualmente criticare) senza che una bordata di fischi accompagni le sue parole. In un'Italia dove importanti cariche politiche scappano dalle celebrazioni del 150° e del 25 Aprile, la presenza del Ministro della Difesa all'altare della patria, andrebbe apprezzata, a prescindere dal partito politico cui appartiene.
Occorre rendersi conto che se, contrariamente a quanto invita a fare il Presidente della Repubblica, andiamo allo scontro anche in simili occasioni, renderemo la vita più facile a chi se ne sta comodamente in disparte a disprezzare, ieri, il 150° dell'unità d'Italia, oggi, la festa della Liberazione.

Il discorso del ministro La Russa (stralcio da Il Giornale)

Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha voluto sottolineare che la Liberazione fu resa possibile "dall’impegno collettivo di tutto il popolo italiano" e che le Forze Armate italiane vi giocarono un ruolo "centrale" dando un "contributo generoso e imponente". Nell’anniversario della Liberazione "l’Italia - afferma il ministro - si stringe più che mai intorno al Tricolore nel ricordo dei Caduti e dei feriti della guerra di Liberazione. Durante il conflitto mondiale ed in particolare all’indomani dell’8 settembre il popolo italiano, i civili come i militari, sopportò lutti e sacrifici dolorosi, fino a giungere alla tragedia di una sanguinosa guerra civile. Gli italiani seppero tuttavia ritrovare l’unità - ha sottolineato - e riunirsi sotto un’unica bandiera, animati da una straordinaria volontà di rivincita morale e materiale e dalla eccezionale determinazione di ricominciare il cammino sulla strada tracciata dal Risorgimento italiano. E proprio questo - ha aggiunto - è il significato profondo del 25 aprile". "La liberazione del Paese fu certamente resa possibile dall’impegno collettivo di tutto il popolo italiano - ha ribadito La Russa - è doveroso rendere giustizia all’apporto importantissimo e al ruolo centrale espresso dalle Forze Armate italiane durante la guerra di Liberazione. Fu davvero un contributo generoso ed imponente. La partecipazione di centinaia di migliaia di uomini in armi, custodi e portatori dei più alti valori morali di amore di Patria e di fedeltà alle Istituzioni, fu la caratteristica principale di un periodo certamente straordinario ma anche molto complesso della storia". "Ugualmente importante - ha aggiunto il ministro - è stato sia il contributo fornito dagli uomini con le stellette alla lotta partigiana in Italia e all’estero, sia il comportamento esemplare di migliaia di militari, di ogni ordine e grado, che nei campi d’internamento non cedettero né a lusinghe né a violenze". Il messaggio si conclude con una espressione di "riconoscenza ed ammirazione" per coloro che, "in un momento storico difficilissimo per il nostro Paese, hanno saputo rimanere fedeli ai valori più alti per rispondere con coraggio e determinazione al bisogno di riscatto nazionale".

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