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Continua il processo mediatico sul delitto di Ripe di Civitella che causò la tragica fine di Melania Rea consolidando l'affermata consuetudine, dai parte dei media e della tv in particolare, di vestire gli abiti dello Sherlock Holmes di turno.
Episodi di cronaca nera piuttosto cruenti, oggetto d'indagine da parte delle autorità inquirenti, vengono infatti trattati in modo talmente inquisitorio da essere più consono ad un'aula di tribunale che ad un salotto televisivo. Questo singolare modo di fare giornalismo, aveva fatto il suo esordio, nei delitti di Cogne e di Perugia toccando poi il suo apice nella tragica vicenda legata alla morte di Sarah Scazzi e successivamente in quella della povera Yara Gambirasio.
In questo ultimo caso l'unico indagato è, al momento, il marito della vittima,
ovvero Giuseppe Parolisi ed è lui l'oggetto dell'attenzione dei media e delle trasmissioni televisive del settore. Come accennato, il modo in cui la vicenda ed il suo attuale protagonista vengono trattati è di tipo inquisitorio e seppure vengano usati i "se" e i "ma" del caso, c'è una sfrenata ricerca di particolari tendenti ad avvalorare ipotesi accusatorie. Così ecco comparire nientemeno che la "cronologia" del computer del padre di Melania, dove si riscontra che in tempi antecedenti alla morte della moglie, Parolisi chattava con la sua amante Ludovica o il tabulato di una telefonata tra i due che, come tutti i tabulati telefonici, ha il difetto di non tenere conto del tono delle voci e che per questo lascia il tempo che trova o, infine, essere proposte per l'ennesima volta le immagini del caporalmaggiore nel giorno della scomparsa della moglie e quelle della settimana prima, nello stesso luogo, dove indossava addirittura i medesimi capi di vestiario, circostanza che a detta degli inquirenti televisivi sarebbe portatrice di misteriose e imprecisate ipotesi investigative.
ovvero Giuseppe Parolisi ed è lui l'oggetto dell'attenzione dei media e delle trasmissioni televisive del settore. Come accennato, il modo in cui la vicenda ed il suo attuale protagonista vengono trattati è di tipo inquisitorio e seppure vengano usati i "se" e i "ma" del caso, c'è una sfrenata ricerca di particolari tendenti ad avvalorare ipotesi accusatorie. Così ecco comparire nientemeno che la "cronologia" del computer del padre di Melania, dove si riscontra che in tempi antecedenti alla morte della moglie, Parolisi chattava con la sua amante Ludovica o il tabulato di una telefonata tra i due che, come tutti i tabulati telefonici, ha il difetto di non tenere conto del tono delle voci e che per questo lascia il tempo che trova o, infine, essere proposte per l'ennesima volta le immagini del caporalmaggiore nel giorno della scomparsa della moglie e quelle della settimana prima, nello stesso luogo, dove indossava addirittura i medesimi capi di vestiario, circostanza che a detta degli inquirenti televisivi sarebbe portatrice di misteriose e imprecisate ipotesi investigative.
Mi chiedo a cosa serva indurre nello spettatore questo tipo di sospetti, o che importanza possa avere sapere che il Parolisi s'intratteneva al computer o al telefono con la sua amante, quando detta relazione extraconiugale è stata già da tempo acclarata e ammessa dallo stesso protagonista, mi chiedo che motivo ci sia per indugiare perfino sui loro dialoghi erotici in chat, forse si vuole trasmettere l'immagine di un uomo privo di morale e per questo capace di uccidere la moglie?
Mi sembra abbastanza pretestuoso, dato che se così fosse, se ogni uomo che ha un'amante dovesse uccidere la moglie, ci troveremmo davanti a decine di omicidi al giorno.
La mia non è una difesa di Parolisi, ma solo il mettere in bella vista quello che certe trasmissioni cosiddette "di servizio" mettono in scena per rendere appetibile il loro prodotto, insediando una sorta di processo virtuale il cui scopo non è certo la ricerca della verità, ma la ricerca dell'Audience.
Inoltre nel caso specifico c'è un ulteriore aspetto che colpisce, poichè accanto a Giuseppe Parolisi, c'è un altro imputato eccellente ed è la forza armata di cui egli fa parte, cioè l'Esercito.
In varie occasioni, infatti, i media hanno legato il delitto Rea all'ambiente interno la caserma di Ascoli, ipotizzando abusi e molestie sulle soldatesse, rapporti impropri tra superiori e sottoposti, festini erotici etc. Di certo stupisce l'inquietante silenzio delle autorità militari e non tanto per quello che riguarda il Parolisi , dato che esiste il riserbo legato all'istruttoria militare, quanto per non aver battuto ciglio quando è stata messa in gioco la professionalità di un intero settore, quello addestrativo militare e la serietà di tutto il personale che presta servizio presso il 233° RGT "Piceno", di stanza ad Ascoli. Da tutto ciò non scaturisce una bella immagine dell'ambiente militare e allora poi non meraviglia, (anche se ferisce chi, come chi scrive, ha passato gran parte della sua vita in ambito Esercito) vedere il video in cui Parolisi parla alle reclute facendo battute, tanto antiche quanto squallide, Anche qui, mi chiedo se detto video abbia una tale valenza investigativa da essere proposto in una tv nazionale, dove comunque lascia nello spettatore un'immagine poco veritiera e ingiusta nei confronti dei cittadini "con le stellette", la cui maggior parte ha invece sempre svolto il proprio compito in modo irreprensibile.
Come negli altri casi in cui una giovane vita viene spezzata, l'auspicio è che i tempi tra l''istruttoria ed il processo siano i più brevi possibili, in modo da individuare autori e moventi di questi efferati delitti ed anche per spezzare questa insana consuetudine che vede i competenti organi di giustizia, essere sostituiti in modo sempre più invadente dai mass media.
Ormai, caro Wiska, la televisione è inguardabile. Strumento del Potere, come quasi tutta l'informazione.
RispondiEliminaSi cerca l'audience e non c'è rispetto per nessuno.
L'importante è non fare conoscere i problemi politici ed economici reali dell'Italia.
Ciao, ti auguro una buona serata,
Lara
@Lara: concordo in pieno e vorrei ricordare che il passato governo ha letteralmente rubato le frequenze che sarebbero spettate alle televisioni locali, per darle alle tv nazionali di cui il 50% erano del presidente del consiglio, inoltre sottolinerei quanto tu dici a proposito del rispetto, poichè va bene cercare l'audience, ma non sulla pelle delle persone.
RispondiEliminaA presto Lara, buona serata anche a te
Lascio qui il calore del mio tramonto...giunga in affetto..
RispondiEliminanotte serena Wiska..
un abbraccio..
dandelìon
Sì caro, se puoi diffondere la notizia del 11 dicembre, mi fai un piacere, è necessario che le donne si muovano (almeno loro eheheh)...Ciao e ancora grazie
RispondiElimina@Dandelion67:che bella immagine amica cara, grazie davvero.
RispondiEliminaUn abbraccio
@Farfallalegger@: lo faccio volentieri, grazie a presto
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