http://www.donna10.it/ |
Il caso ha voluto che quasi contemporaneamente all'arresto di Cosima, Michele Misseri fosse scarcerato per decorrenza dei termini, quasi a costituire un ideale passaggio di consegne tra moglie e marito circa le responsabilità di quell'orrendo omicidio. Beninteso Cosima come Sabrina sua figlia, pur essendo accusate di reati gravissimi, allo stato attuale non sono ancora colpevoli di niente e la loro detenzione rientra in quelle che gli inquirenti chiamano misure cautelari, in attesa del processo. Di converso, Michele non diventa automaticamente santo,
sol perchè il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta di scarcerazione , per decorrenza dei termini di quelle stesse misure cautelari cui, dal 7 ottobre scorso, .era stato sottoposto.
Certo non è un bel quadretto di famiglia ed è molto diverso da quello enunciato a suo tempo da Sabrina nei suoi affemati interventi televisivi, visti poi dai magistrati come squallide messe in scena, se non addirittura come abili depistaggi:"...papà è sempre stato un bravo padre, ma se ha fatto questo deve pagare.." o quello descritto nelle lettere inviate alle Tv, da sua sorella Valentina (l'unica ad oggi estranea ai fatti dello scorso agosto), "la mia era una famiglia unita, poi mio padre è impazzito, noi che colpa ne abbiamo?". Come pure non è certo il quadro che scaturiva dagli inquietanti "silenzi" di Cosima Misseri e dalla sua iniziale volontà di ripudiare il marito, che la portarono a dichiarare che non voleva nemmeno che, all'atto della sua morte, fosse tumulato nel cimitero di Avetrana. Questo modo di fare che, nella più classica tradizione provinciale, tende a salvare le apparenze di una famiglia fino ad allora "per bene" sta definitivamente crollando, anche sotto i colpi dell'iniziale interprete principale, Michele, che continua in una sorta di delirio, inneggiante ora a questo, ora a quel colpevole e che ormai può essere fermato soltanto da una opportuna perizia psichiatrica.
Nel contempo il processo "mediatico" torna ogni tanto sugli schermi o sulle pagine dei rotocalchi, cercando con tutte le forze di trovare il "mostro" da sbattere in prima pagina, incurante delle indagini ufficiali, anzi avviando ancora proprie indagini che battano sul tempo la "giustizia vera", che ormai sembra più che altro una scomoda e farraginosa concorrente.
Sullo sfondo si fa sempre più sbiadita, purtroppo, l'immagine della povera Sara Scazzi, vittima di questo insolito complotto di famiglia che, come ogni complotto che si rispetti, ha i suoi ideatori, i suoi esecutori e tanti fiancheggiatori, che con la loro silente complicità, la loro omertà, hanno facilitato la messa in opera di un tale orrendo delitto. Un complotto tuttavia che si è potuto sviluppare in tutte le sue più nefaste articolazioni, anche grazie all'imbarazzante assenza-impotenza della stessa famiglia Scazzi.
Assenti giustificati si dirà, a partire dal padre quasi sempre impegnato per lavoro a Milano, al fratello, forse troppo giovane per occuparsi della vita della sorella, alla madre, forse troppo impegnata nella testimonianza e contemplazione di Geova, per accorgersi di cosa stava per accadere alla giovanissima figlia.
La pubblicità mediatica in questi casi non aiuta assolutamente, anzi...credo aiuti ad alimentare confusione e inquinare le prove.
RispondiEliminaFelice serata Wiska.
A presto,
Ele
Lo penso anch'io, Ele, purtroppo l'audience la fa da padrone, i principi, l'etica e anche solo il buon senso, spesso vengono messi da parte. Grazie, un caro saluto
RispondiEliminaIl vero incubo è la mancanza di comunicazione tra genitori e figli...non è facile entrare nel mondo adolescenziale...io la chiamo "l'età ingrata"...la ribellione...se non compresa diviene chiusura...e allora arrivano i veri problemi...e quando te ne accorgi...è già tardi. Grazie per la riflessione Wiska...sereno giorno a Te..
RispondiEliminaDandelìon
Sono d'accordo con Ele e penso che ci saranno ancora novità.Saluti a presto
RispondiEliminaPenso anch'io quel che scrive Elena. E poi, come ci insegnano anche altri casi, più tempo passa più è difficile venirne a capo.
RispondiEliminaSandra
P.S.: personalmente non sopporto nessuna trasmissione, servizio televisivo,...plastico della casa,....su questi fatti. Tutto un bla-bla di aria fritta.
@Dandelion67: è proprio l'aspetto che mi premeva sottolineare,troppo spesso trascurato nell'analisi di eventi tragici come questo. Grazie, a presto
RispondiElimina@Cavaliere: in realtà lo scopo dei media, (anche quelli che hanno la pretesa di svolgere un "servizio"), è giungere alla verità quanto più tardi possibile, onde generare nel pubblico suspence e sete di notizie.Grazie, a presto
RispondiElimina@Sandra:nemmeno a me piace il "chiacchiericcio" televisivo, mascherato da pseudo analisi comportamentale dei protagonisti dei fatti di cronaca. Grazie, un saluto affettuoso
RispondiEliminaCiao Wiska,grazie di essere passato dal mio blog.Saputo di questa notizia,me ne sono completamente disinteressato,perchè in Italia,sulle tragedie che accadono,ne fanno delle trasmissioni televisive.A volte credo di essere un po' fuori dal mondo,ma probabilmente sono stufo di tutta questa spazzatura.Mi segno fra i tuoi follower.Buona giornata e a presto
RispondiElimina@Erborista1: Innanzitutto benvenuto e ancora complimenti per l tuo interessantissimo blog. Concordo con quanto tu scrivi nel commento ed anch'io faccio volentieri a meno di quel tipo di tv. Tuttavia ho seguito lo svolgersi della vicenda (infatti puoi trovare altri post a riguardo) un po' perchè accaduti in un luogo molto vicino alla mia attuale residenza e perchè riguardavano un tipo di famiglia a me noto e, soprattutto, per dare un taglio diverso rispetto alla comunicazione dei mass-media, evidenziandone, possibilmente, tutte le contraddizioni,
RispondiEliminaGrazie, a presto
Grazie x la tua visita da me e per i complimenti che mi hai lasciato.
RispondiEliminaQuanto al tuo post, interessante, spero che si faccia GIUSTIZIA x YARA, SARA E MELANIA. Al più presto. Per loro e per tutti coloro che cercano la verità. Non si può aspettare 20 anni!!!Come il caso Claps.
@Ninfa:benvenuta e complmenti a te per il tuo blog. Quanto al tuo commento, concordo che la giustizia deve essere veloce, ciò evita depistaggi, speculazioni giornalistiche e quant'altro, ma spesso "qualcuno" bara ed il caso Claps ne è un esempio clamoroso. ma anche l'assassinio di Simonetta Cesaroni o, per non andare tanto a ritroso, la morte di Yara Gambirasio danno l'impressione che qualcosa non vada come dovrebbe ed allora, inevitabilmente, la soluzione s'allontana. Quanto al delitto "Rea" si tratta di un caso a parte in quanto uno dei protagonisti fa parte di un ambiente chiuso, quasi di casta, quale è una caserma dell'esercito (e lo dico con cognizione di causa, avendovi trascorso molti anni della mia vita). Per cui si ha necessità che due diversi livelli investigativi, quello civile e quello militare, convergano sullo stesso obiettivo d'indagine, compito questo, sempre alquanto laborioso.
RispondiEliminaGrazie, un caro saluto