http://www.sdamy.com/la-violenza-sulle-donne-5493.html |
Pubblico volentieri questo articolo apparso sul blog Eliotropo
Tagli, chiudono i centri antiviolenza. «Le donne resteranno senza assistenza"
fonte: Liberazione.it
FIRENZE- «Uno dopo l'altro chiudono i battenti i centri antiviolenza sparsi su tutto il territorio nazionale, soffocati dai debiti per i tagli e per l’assenza totale di finanziamenti già stanziati, nel silenzio assoluto di mass media nazionali e senza alcun intervento da parte delle istituzioni per salvare strutture che da anni sostengono donne e minori vittime di ogni tipo di violenze».
La conseguenza è che «le donne che hanno subito violenza o che per anni hanno subito maltrattamenti, violenze psicologiche, economiche e vessazioni, non avranno nessun sostegno, né psicologico né legale, e nessuna possibilità di recupero in un Paese che non ritiene necessario il servizio e l’esistenza dei centri antiviolenza».
E’ la denuncia lanciata da Alessandra Bagnara, presidente di D.i.Re (Donne in rete contro la violenza onlus) in una lettera inviata al ministro alle pari opportunità Mara Carfagna, al quale si chiede «che fine ha fatto il Piano Nazionale contro la violenza di genere e soprattutto dove sono i 18 milioni di euro di stanziamento che dovevano essere redistribuiti sul territorio nazionale e gestiti da parte del ministero delle Pari Opportunità».
«Malgrado le donne continuino a essere stuprate, maltrattate e uccise, e malgrado l’aumento della violenza domestica sia ormai accertata in tutta Europa – si spiega nella lettera - il Governo e gli enti locali italiani continuano a tagliare fondi su un problema che non è né individuale né di sicurezza ma collettivo e di informazione, e su cui lo stesso Parlamento Europeo ha dato chiare direttive sul sostegno degli Stati Membri alle Ong che gestiscono i centri antiviolenza attivi sul territorio».
Nella lettera si fa riferimento ad alcuni centri antiviolenza costretti a ridurre o chiudere le proprie attività.
«A Viterbo il centro Erinna si è visto revocare il suo mandato, rinnovato per tre anni nel 2009, un anno prima della sua conclusione, febbraio 2012, dal presidente della provincia, Marcello Meroi, che pur essendo andato a verificare di persona il centro, ha fatto sapere che sarà indetto un bando per permettere anche a altre organizzazioni di partecipare, senza però preoccuparsi né di far concludere il lavoro al servizio già presente sul territorio e senza preoccuparsi del buco che l’utenza avrà nel periodo di transizione che vedrà spazzato via anni di lavoro e di esperienza sul campo».
«A Messina – continua la lettera - le feste e le sottoscrizioni non bastano più a colmare un sistema in cui gli enti locali sono ormai bloccati e non finanziano più niente a nessuno, e dove le donne violentate e maltrattate vengono considerate secondarie rispetto a altri problemi presenti nel territorio».
Si parla anche di Belluno, «dove non esiste una legge per i centri antiviolenza e dove anche la casa rifugio è stata chiusa e dove i progetti per i bambini vengono finanziati da privati».
E poi Catania, «dove ormai si vive alla giornata in quanto gli enti locali fanno finta di non riconoscere il problema, e dove già nel 2007 è stata chiusa la casa rifugio».
Non manca Roma, «dove il centro Lisa non ha più i soldi per pagare l’affitto ed è sotto sfratto perché l’Ater non riconosce lo scopo sociale della onlus e quindi non dà la possibilità di riduzione del canone malgrado la tipologia di lavoro che viene svolto.
Infine Gorizia, «dove i finanziamenti sono stati drasticamente tagliati» e Cosenza, «dove l’anno scorso è già stata chiusa la casa rifugio e dove si attende l’esito del bando regionale che è stato presentato dopo un periodo di assenza totale di qualsiasi sostegno pubblico».
Come ho scritto nel commento sul blog, ciò è indegno per uno stato che si definisca civile.
wiska
Ciao Wiska,è molto triste tutto ciò,l'Italia sta perdendo i pezzi per strada,chissà per quanto tempo resisterà!Buona domenica
RispondiElimina@Erborista1: Resiste l'Italia, resiste, se non altro per quella buona dose d'incoscenza che ci ha portato fin qua.
RispondiEliminabuona domenica anche a te.
...no comment...un raggio di Sole per te Wiska...esteso anche alle persone che tentano di governarci...
RispondiEliminaDandelìon
@Dandelion67: capisco, oltre ad indignarsi, c'è poco da dire di fronte a questa cosa vergognosa.
RispondiEliminaGrazie raggio di sole, domani su questo blog, ci sarà una piccola sorpresa per te.
Buona domenica
...serena domenica Wiska...apprezzo..a presto..
RispondiEliminaDandelìon
Tutti i servizi sociali sono stati tagliati da questo Governo;una vera vergogna.Saluti a presto
RispondiEliminaE' l'ennesima vergogna per una nazione che si definisce civile. I deboli sono sempre più soli. Le donne che subiscono abusi di ogni genere sono sempre più spaventate e nessuno..dico nessuno è in grado di aiutarle ad uscire vive a volte da certe situazioni. Poi tutti ne parlano ..quando i telegiornali fanno gossip sulla loro pelle!
RispondiEliminaPerdonami lo sfogo ma non guardiamo a chi è prigioniera di un burca quando qui sembriamo libere in balia di uomini iene e governi carnefici! e così che vedo io chi si volta indifferente dall'altra parte solo perchè non gli capita in prima persona... Vergognosa Italia...
Un abbraccio Wiska e grazie per le notizie che riporti...
Costy
@Cavaliere Oscuro: proprio così un governo che continua a fare danni gravissimi, soprattutto sulla pelle dei più deboli.
RispondiEliminaGrazie, a presto
@Costy, come già detto, questo governo, come tutti i governi che mettono il business al centro della loro azione, considera uno spreco lo stato sociale, la scuola, la ricerca e soprattutto il sostegno alle categorie a rischio.
RispondiEliminaQuanto alla situazione delle donne continuo a pensare che in Italia, anche senza burka, esse vivono una condizione difficile, non è ammissibile, infatti, che una donna non possa andare da sola in un parco o che non possa entrare in un ambiente frequentato da uomini senza ricevere commenti volgari, se non peggio, per non parlare poi dei colloqui per un posto di lavoro, dove bene che vada viene chiesto ad un ingegnere se, essendo donna, sappia comunque stirare o rammendare calzini...
Grazie, un affettuoso saluto