lunedì 21 febbraio 2011

Altro che Libia, da noi le rivolte sono ben altre...i calciatori, la curva e il presidente.


 Spesso un avvenimento sportivo rimane nell'ambito del mero evento agonistico prestandosi solo al giudizio  di esperti del settore, altre volte invece come nel caso della partita di champion league, Roma-Shakhtar Donetsk, affiorano elementi che esulano sicuramente dal fatto sportivo.

Come si sa l'incontro ha avuto un esito negativo per la squadra romana e ha vissuto momenti alterni nello svolgimento del gioco. La Roma infatti partita discretamente e passata in vantaggio si è vista raggiungere dopo appena un minuto e poi, subito dopo, superare da una prodezza di un giocatore dello Shakthar. Da questo momento inizia la contestazione dei tifosi, che già nel corso della settimana aveva avuto toni accesi ed ecco arrivare l'errore del terzino giallorosso Riise, che perde l'equilibrio e cade comicamente all'indietro, lasciando di fatto il pallone alla squadra ucraina che realizza il 3-1.
Finisce il primo tempo e  la qualificazione sembra praticamente compromessa.
Rosella Sensi, presidente della Roma, rimane al suo posto durante l'intervallo, rimane sola, come sola è sempre stata dal momento in cui decise di assumere la responsabilità della squadra, per rispettare il desiderio di suo padre, il grande presidente dell'ultimo scudetto della squadra capitolina.
Resta là seduta al suo posto, quasi incredula, ma speranzosa che ancora possa succedere il miracolo e che la squadra possa riprendersi da quell'andazzo così negarivo ed è un segnale, un gesto importante il suo, che dovrebbe essere colto dai tifosi della curva che intanto fischiano il rientro in campo dei giallorossi.
Il secondo tempo viene giocato con ardore e dedizione dalla Roma, ma purtroppo ciò serve soltanto a mitigare in parte il risultato e la partita finisce con la vittoria degli ucraini per 3 a 2.
Gran parte dei calciatori della Roma, con coraggio si dirige verso la curva, per ricevere, sì i fischi, ma anche per donare, come sempre fanno  la loro maglia e cosa succede? I tifosi intonano "Non la levate, la maglia.." Ma come è possibile? Una volta che dei calciatori si dimostrano uomini e cercano, malgrado la sconfitta di uscire a testa alta,  filosofia che oltre nello sport dovrebbe essere valida soprattutto nella vita, invece di essere ammirati, vengono disprezzati?
E'quindi vero che ormai nel calcio quello che conta sono solo i tre punti, costi quel che costi e a nulla servono la dignità di un presidente o il coraggio dei calciatori, o che a volte gli avversari possono essere più bravi della  nostra squadra,  la vittoria deve essere raggiunta a qualunque prezzo e  senza nessuno scrupolo di sorta. Ormai le curve e anche certa stampa, più che a una partita di calcio, vorrebbero assistere a una sfida all'ultimo sangue, tipo la corsa delle quadrighe dell'antica Roma con le lance a multipunte sul mozzo delle ruote, in modo da poter eliminare eventualli concorrenti che abbiano l'ardire di essere più preparati o migliori dei nostri! 

Ultimora: La rivolta dei tifosi è continuata in settimana, nella sede degli allenamenti di Trigoria, raggiungendo livelli tali da far intervenire la polizia che ha dovuto far uso di lacrimogeni, risultato? La squadra ha perso 4-3 contro il Genoa dopo essere stata in vantaggio per 3-0 e prima che le solite paure si impadronissero di essa. L'allenatore si è dimesso e ora la squadra è stata affidata ad un esordiente, Vincenzo Montella, che non ha nemmeno conseguito il patentino per allenare, buona fortuna e avanti così, la curva ha vinto!
Altro che Libia, da noi le rivolte sono ben altre!


2 commenti:

  1. Good shot..... i like this

    Ciao, Joop

    buon giornata Wiska

    RispondiElimina
  2. Thanks for your visititin and apprecial Joop. Have a nice day
    ciao

    RispondiElimina

Chiunque può lasciare dei commenti che saranno molto graditi. Se non siete dei blogger, selezionate commenta come "Anonimo" e poi mettete il vostro nome al termine del commento, grazie.