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"Cosa vuoi fare da grande?" E' la classica domanda che si rivolge ai bambini, non appena essi abbiano acquisito la capacità di risponderci. Le risposte sono molteplici e variegate e vanno dal "... il calciatore" per i maschietti, al "...la ballerina" per le femminuccie. C'è anche chi risponde più modestamente: "voglio fare il falegname o il meccanico" e chi, forse risentendo del pragmatismo famigliare, opta per "...il dentista".
Non ho un preciso ricordo della mia infanzia vera e propria, tuttavia ricordo che sui sette-otto anni (che, per mole d'informazioni ricevute e conseguente capacità d'apprendimento, equivalgono ai quattro-cinque anni di oggi) mi fu rivolta quella domanda a cui io, che in verità non avevo grandi progetti futuri, risposi che volevo fare il motociclista. Il motivo di questa risposta era molto banalmente dovuto alla mia ammirazione per uno zio che di mestiere faceva il fattorino e che utilizzava una piccola motocicletta per svolgere il suo lavoro. Non ebbi poi mai una moto che posso ormai considerare come il classico sogno nel cassetto.
Così come il mio, anche il 99 per cento dei desideri dei bambini rimangono tali, giacchè la vita poi, in relazione ai tanti fattori economici, ambientali e sociali, lima desideri e aspirazioni indirizzando ognuno su strade assai concrete.
Tuttavia, come accennato, i desideri non svaniscono nel nulla, possono essere riposti o trasformarsi, ma in genere resistono agli accadimenti della vita. Ecco spiegato perchè, in età matura, anche se nessuno ci rivolge più la fatidica domanda, siamo noi stessi, a volte, a sorprenderci a pensare ancora a "cosa fare da grandi", non tenendo conto delle reali circostanze della vita che probabilmente non ci permetteranno, di nuovo, di realizzare i nostri desideri
Per fare un esempio personale, essendo io un appassionato dello scrivere, sovente penso ancora che qualche mio scritto possa essere notato e pubblicato da un editore, poi pensando che ho quasi 60 anni, rido un po' di me, ma in fondo in fondo forse ci credo ancora.
Penso succeda un po' a tutti e sono fermamente convinto che ciò non sia negativo, anzi sono convinto che la possibilità di nutrire aspettative verso il futuro, renda la vita varia e interessante, Non importa se le aspettative saranno soddisfatte o meno, poichè il vero sale della vita è proprio questa imprevedibilità del futuro.Viceversa, nel caso conoscessimo gli aventi a venire, condurremmo un'esistenza piatta e priva d'interesse, una specie di lenta agonia.
Allo stesso modo è importante capire che non esiste un futuro, o meglio, un destino prestabilito, ma che ognuno è artefice del proprio destino. Certamente, non vivendo in una sfera di vetro, occorre poi saper affrontare le molteplici variabili legate alle relazioni col mondo esterno a noi stessi, cose o persone che siano. Il non conoscere ciò che sarà domani, ovvero non sapere ciò che la vita ci riserva per il futuro, ha sempre avuto un incredibile fascino per il genere umano. Non a caso "il domani" è sempre stato tema prediletto delle varie forme d'arte, nonchè oggetto di discussione e studio di scienziati e filosofi.
Concludo con un'interpretazione musicale del "domani" in amore, sicuramente uno tra i più incerti, ma forse proprio per questo particolarmente affascinante. Un'interpretazione personale, quella degli Articolo 31, ma, a mio modo di vedere, abbastanza veritiera.
io volevo fare l'hostess e,da grande,ho paura di volare,mia nipotina vuole fare il pompiere e magari diventerà una piromane
RispondiEliminaConcordo con te che in età matura possiamo rinvangare e coltivare i nostri desideri non realizati per una vasta gamma di motivi
Il domani per me più che affascinare mi angoscia,proprio perchè non sono più una fanciulla,ciao Wiska
Ciao Gabe, ognuno ha la propria sensibilità e un proprio modo di vedere la vita. Io non credo che il fatto di non essere più dei ragazzi, dia automaticamente angoscia verso il futuro e, pur non pretendendo di dare consigli pseudo psicologi, sono convinto che molto dipenda dal nostro atteggiamento mentale.
EliminaGrazie, un caro saluto
Wiska non è mai troppo tardi per realizzare un sogno....chi l'avrebbe mai detto che un giorno potevo tenere tra le mani la mia antologia di poesie? o meglio ancora chi avrebbe mai pensato di scrivere poesie? Mai porre limiti alla vita....ciao e ti auguro che i tuoi sogni si realizzino
RispondiEliminaLo so Simo, noi siamo sognatori incalliti -:). Colgo l'occasione per farti le mie congratulazioni per la tua Antologia di poesie. Grazie per l'augurio, un abbraccio
EliminaSono d'accordo con Simo.
EliminaIl club dei sognatori è affollato -:) Grazie Cavaliere, un caro saluto
EliminaGrazie di cuore per tutto ciò che fai ... per non avermi abbandonata come blogger e, per dedicarmi un pò del tuo tempo ... sono felice e soprattutto spero di poter ricambiare il favore dedicandoti altrettanto tempo! Grazie 1000 per i complimenti, un grande abbraccio!GRAZIE!
RispondiEliminaGrazie a te Stefania. Non ho fatto niente di particolare, perchè è stato un piacere. :-) Un caro saluto, a presto
EliminaQuesto post è meraviglioso Wiska! Gli Articolo 31 li adoro e proprio in questi giorni canticchio spesso "Domani" =)
RispondiEliminaHai allietato questo inizio di Domenica, grazie.
"Allo stesso modo è importante capire che non esiste un futuro, o meglio, un destino prestabilito, ma che ognuno è artefice del proprio destino."
Che bel pensiero... e come è difficile realizzarlo o capire quale sia la tua VERA strada.
Da sognatrice incallita e indefessa, non sai quante volte negli ultimi anni son dovuta scendere coi piedi per terra e abbandonare le nuvole, soprattutto alla luce di questi difficili giorni che stiamo vivendo. Ma...credo fortemente che tutto sia ancora possibile, sono i sogni, le ambizioni, i semplice desideri che ci fanno andare avanti, ne sono convinta.
Sai che ti dico? Se ti piace scrivere, fallo! Non è mai troppo tardi....è così.
Buona Domenica e adesso ti rispondo anche da me.
Lena
Grazie Lena per tutti gli apprezzamenti. Il fatto di capire che siamo artefici del nostro destino, di per sè non risolve i problemi, ma certamente aiuta ad affrontarli. Quanto allo scrivere, come vedi lo faccio (e non solo qui) soprattutto perchè mi piace.
EliminaUn grande abbraccio, a presto
un post interssante il tuo,logico,scorrevole,pulito.
RispondiEliminache volevo fare da piccola?Non ho ricordi ben precisi,forse il poliziotto.
Le divise mi affascinavano...di sicuro non volevo passare la vita in ospedale.
Alla fine una divisa l'ho indossata,bianca e passerò la vita in ospedale,tra prelievi e pazienti.
Ma mai mettere una barriera ai sogni,mai alzare un muro,mai dire mai.
Finchè c'è vita c'è speranza e quindi sogni realizzabili.
Buona domenica
I sogni si possono definire come la nostra proiezione ideale nel futuro, tanto per stare al tema del post. Esiste sempre un futuro e con esso i nostri sogni. Al contrario di te, da ragazzo non mi piacevano le divise, poi sono stato 36 anni nell' Esercito...^-^
EliminaGrazie Lu, buona settimana.
Io volevo fare la giornalista, ma dovendo lavorare sono arrivata solo alla terza media, difficile fare un lavoro così senza scuola! Mi accontento di scrivere per il gusto di farlo e condividerlo con pochi intimi!
RispondiEliminaOra non sogno più un lavoro, ma come godermi la vita senza lavorare... Utopia? Può essere.. ma io continuo a cercare di farlo!! ;-)
Sotto un certo punto di vista scrivere per il solo gusto di farlo è ancora meglio che non scrivere per lavoro. Godersi la vita senza lavorare non è poi così utopico, io credo... ;)
EliminaGrazie Sara, un abbraccio