martedì 10 marzo 2015

8 MARZO, FESTA DELLA DONNA O SAGRA DEL PISELLO?


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Ci ho pensato molto domenica 8 marzo, a questa cosiddetta Festa della Donna. Del resto come fai a non pensarci, se ad ogni angolo di strada c’è qualcuno che vuole venderti un non ben identificato mazzo di erba gialla? Come fai a non pensarci se ogni negozio, supermercato, parrucchiere o ciabattino, è pieno di tante cazzate con su scritto 8 marzo, festa delle donne, ecco la tua mimosa etc. etc? 
Non sono tanto sicuro che quella dell’8 marzo sia una vera festa del genere femminile, poiché l’impressione è che assomigli di più a una delle tante “sagre” paesane tipo che so, l’anguria, la trippa o il pisello fresco, che poi traslate in ambito nazionale diventano le varie feste degli innamorati, del papà, mamma, nonni o dei morti che camminano, nella notte di Ognissanti. E come tali sagre o feste anche quella della donna ha vita breve e l’indomani tutto è come prima, tranne forse qualche postumo da indigestione. Inoltre io non saprei omogeneizzare sotto la voce “donna” l’intero universo femminile. Non saprei mettere insieme il ricordo di tutte quelle donne che hanno pagato con la vita il prezzo della loro libertà, rappresentato simbolicamente dalle operaie morte nell'incendio di una fabbrica americana, con altre donne che proprio l’8 marzo festeggiano davanti ad un muscoloso uomo che si spoglia. Non saprei nemmeno unificare il pensiero libero delle femministe vecchie e nuove, con quello di donne che hanno gestito il potere in prima persona, relegando, più dei loro colleghi uomini, la figura femminile a mera collaboratrice domestico-sessuale. E non saprei infine mettere insieme donne autonome che, legittimamente, si sentono proprietarie del loro corpo, con altre che invece, proprio per questo, le etichettano come “puttane”. 
In conclusione, forse è meglio evitare le sagre, perlomeno su temi come quello che l’8 marzo aspira ad evocare e meglio sarebbe dedicare la giornata al dialogo tra uomo e donna ed anche tra le stesse donne. Ma soprattutto, come uomo, mi sento di dire che meglio sarebbe rispettare le donne sempre, dal 9 marzo in poi, iniziando ovviamente da quelle a noi vicine, portando poi tale rispetto sui posti di lavoro, nei luoghi di intrattenimento e svago nei luoghi associativi e in quelli istituzionali. Sicuramente scontenteremmo qualche fioraio, gioielliere e ristoratore, ma potremmo contribuire ad avere più uomini con una vera gonna e meno donne con finti pantaloni. 
Buon 10 marzo a tutti…

17 commenti:

  1. Mio caro amico, non posso che essere pienamente d'accordo con il tuo pensiero e ti ringrazio per quanto hai scritto. Io non ho mai sopportato certe etichette come festa di qui e festa di là. Qui non si tratta di festeggiare nessuno ma di maturare tutti quanti insieme , percorrendo una strada che attraversa il mondo intero e percorsa da uomini e donne con il loro fardelli sulle spalle. Viviamo in un mondo troppo superficiale, dove ogni scusa è buona per giocare, festeggiare, vendere, comprare. Le persone non dovrebbero aver bisogno di "feste" per essere rispettate e valorizzate. I valori interiori esistono soltanto se noi lo vogliamo. Ed è rispettando e credendo nei nostri principi, nella nostra libertà, nei nostri pensieri che gli altri avranno rispetto di noi, uomini o donne che siamo, ogni giorno della nostra esistenza.
    Ti auguro una buona serata e ti ringrazio per la tua graditissima visita al mio mercatino di Nizza :-) Sono andata là in gita, a febbraio, con i miei alunni di terza. Un cambiamento d'aria mi ci voleva proprio :-)

    Un abbraccio,
    Cri

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    1. Ti ringrazio Cri e concordo con il tuo commento, che d'altronde è in linea con quanto scrivo nel post. Va bene festeggiare io credo, ma su certi temi se tutto finisce con una mangiata sembra più una "rimozione" del problema, che invece credo vada affrontato, come detto, giorno per giorno. Un abbraccio, a presto

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  2. Purtroppo si sono persi i reali valori di questa giornata.
    Saluti a presto.

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    1. Specchio di una società decadente, Cavaliere, Un caro saluto

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  3. Per farti capire come la penso: ho detto al mio Tomo che non ci pensi nemmeno a presentarsi con una mimosa! E lui obbedisce ogni anno! ;-)
    Per quanto mi riguarda ognuno delle sue serate fa quello che più le aggrada, se la donna in questione è felice di quel che fa va bene... ma la domanda è: è davvero così felice? Davvero si sentirà completa dopo una serata passata a vedere un uomo che si dimentica quando non è il suo? O lo fa perché così fa tutte? Se fosse davvero felice potrei anche accettarlo ma è il vuoto che lascia e l'incapacità di essere se stesse solo perché, ripeto, lo fan tutte che mi lasci basita!
    Io ho un grande desiderio... quello del risveglio della donna! Che la donna ritrovi quella scintilla di autenticità e ritorni ad essere quella creatura meravigliosa che era nel piano originale!
    Ci vorrebbe un piccolo sforzo per ritrovare al Dea che è in ognuna di noi... ma forse è più facile farsi trascinare in giro per locali che rimanere con sé stesse per capire il disegno... e chi sono io per biasimarle! ^_^

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    1. No non le biasimo nemmeno io, se hanno voglia di assistere ad un streaptease maschile, lo facciano pure. Ma il vero problema, come scrivevo, è il giorno dopo, in cui ognuno torna nella sua "cuccia", si sentiranno o ci sentiremo arricchiti dall'esperienza avuta o avremo la sensazione di aver solo "rimosso" per una sera tutte le nostre frustrazioni?
      Grazie Sara, a presto

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    2. E' quello che ho detto anche io... è quello che arriva dopo che spaventa, o perlomeno spaventerebbe me! Ma son convinta che da ogni azione che una reazione e il "dopo" di queste donne è li da vedere e mi spiace per loro, nemmeno sanno che si perdono ed essere vere donne!!

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  4. Caro wiska, in linea di massima sono d'accordo con te e depreco la trasformazione di un evento commemorativo e riflessivo come quello dell'8 marzo in una sorta di parodia del divertentismo mascolino più becero (bevute, scherzi volgari, spogliarelli, ecc.) Non credo che vada sottovalutata però la possibilità che questa rituale celebrazione possa divenire, più che la sagra del pisello o dello polpetta, un'occasione per ritrovarsi tra donne, mogli e madri, insieme a delle figlie più o meno bambine, come mi è capitato di fare con un gruppo di amiche. Ritrovare il sano gusto di una cena tra donne, come si usa fare tra amici uomini accomunati dallo sport o da altre amenità, può servire a rinsaldare i legami di solidarietà tra esseri femminili, e non ci vedo niente di strano che possa avvenire in modo programmatico, visto la difficoltà di incontro che la nostra epoca presenta. Messi da parte crassi e ridicoli spogliarelli,è bastata una spensierata chiacchierata e qualche canzone, per ritrovare quella sana convivialità tra donne decantata un tempo dalle vetero femministe. C'è sempre modo per aprire spazi di riflessione, e lavorare perché questa sia per tutti la sagra della primavera, e non della trippa!

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    1. Cara Pocahontas, l'8 marzo è una data storica, scelta non a caso per simboleggiare le lotte che le donne compiono per poter affermare la propria dignità di essere umano, nè più e nè meno come il genere maschile. In una società realmente civile ciò non avrebbe ragione di essere, perchè è naturale che uomo e donna abbiano pari dignità, ma la storia purtroppo dimostra che non è così. Scrivo questo per dire che la Giornata della Donna è una data importante e se l'ho paragonata ad una sagra o ad altre feste più o meno inventate è solo per stigmatizzare un certo abuso che di essa si fa. Poi il discorso si dipana su due piani paralleli, perchè io sono un uomo e per quello che mi riguarda mi rivolgo agli altri uomini auspicando un maggior rispetto verso le donne e soprattutto che esso non sia di facciata, che non sia solo una "mimosata" insomma. (passami il termine). Altro piano è quello delle donne, del loro modo di vivere questa giornata e il loro rapportarsi con l'altro sesso e con se stesse. Qui sarei sicuramente superficiale se mi arrogassi il diritto di esprimere dei giudizi, tuttavia confesso la mia difficoltà a concepire l'universo femminile come un monolito organico e compatto e penso che spesso, da più parti si ricorra ad etichettature di comodo. Ovviamente se le donne approfittano dell'8 marzo per stare insieme, tra loro,ovunque esse scelgano di stare, non solo non c'è niente di male, ma credo sia un fatto molto positivo e del resto la tua testimonianza lo dimostra. Non è che per forza occorra indire convegni o fare manifestazioni di piazza, per aprire, come dici tu, spazi di riflessione o per rinsaldare quella convivialità tra donne che non può che far bene. Certo poi anche per le donne ciò deve essere solo un inizio del lavoro che a partire dal 9 marzo le porterà al prossimo 8 marzo più forti e consapevoli, perchè si sa "una rondine non fa primavera".
      Grazie per il commento ed anche per aver citato la sagra della trippa, ahahah che guarda caso è l'unica sagra a cui mi piace partecipare.
      Un abbraccio, a presto

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  5. Anche da noi ora tante feste sono diventate molto commerciali e hanno perso i valori originali... mi dispiace...

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  6. Ciao Wiska, grazie della visita. Si, anche io sono un pò assente dal blog, ultimamente mi sto dedicando un pò di più al mio pianoforte e al mio canale You Tube. Spero tutto bene anche per te.
    Ti faccio i miei auguri di Buona Pasqua e ti mando un caloroso abbraccio,

    Cristina

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  7. Tanti auguri di una Buona Pasqua, anche se in ritardo.

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  8. Da tempo non seguo più il mio blog , ma non volevo mancare nel porgerti i miei più cari saluti ed un augurio di Buon Natale a te e alla tua famiglia.
    un abbraccio,
    Cristina

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    1. L'assenza è un dato che ci accomuna, anch'io per vari motivi lo sono. Un buon Natale di cuore, Cristina!

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