giovedì 8 marzo 2012

L' 8 marzo e la lotta di tante donne per la foresta amazzonica.

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Se si guardasse all' 8 marzo come  fenomeno puramente commerciale si farebbe magari un piacere a qualche settore della nostra economia, tipo i fiorai, i gioielleri o i ristoratori, ma certo si presterebbe il fianco alla giusta irritazione di tutte quelle donne che lottano ogni giorno per una reale parità con il genere maschile. Nel contempo si darebbe voce a chi invece considera la festa della donna come avvenimento folkoristico fine a se stesso.
Ecco perchè, proprio per valorizzare in qualche modo questa giornata, accolgo con piacere l'invito del blog laretedellereti a pubblicizzare un evento che nasce dalla volontà di tante donne determinate a far si che un ennesimo disastro ecologico e sociale non venga perpetuato in Brasile. Un disastro che riguarderà la foresta pluviale amazzonica.

Per questo è stata indetta una sollevazione planetaria contro il presidente brasiliano Dilma Rousself  perché, come fa notare il gruppo facebook  donne ultraviolette: “l’approvazione e i lavori della diga Belo Monte sul fiume Xingu, causerà non solo la distruzione di 40.000 indios e dell’ecosistema locale, ma anche dell’intero pianeta. Questa diga è la prima di un’intera serie di altre grandi dighe, strade e infrastrutture che devasteranno la regione amazzonica. E quel che più ci indigna è che una simile decisione sia stata presa PROPRIO da una presidente DONNA, dal passato di combattente vicina agli ultimi: CONTRO il tradimento di questa donna reclamiamo una sollevazione femminile planetaria."

A questo proposito riporto uno stralcio dell'articolo di Maurizio Villone apparso su La Stampa.it:

"Il tema della diga di Belo Monte risulta essere di grande interesse probabilmente perché tocca corde sensibili come l’ambiente, le etnie schiacciate dagli interessi economici, la natura, il Brasile.
Il problema è estremamente complesso e più che trentennale. Negli anni ottanta era già stato affrontato da Sting insieme a un gruppo di indios. Anzitutto ci sono in ballo interessi giganteschi. Gli attori sono molti: l’azienda idroelettrica e tutte le altre coinvolte nella enorme mole di lavoro, investitori, ingegneri e ricercatori, ambientalisti, fazenderos, il territorio interessato (incluso il fiume e gli animali, il quale merita lo stesso rispetto delle persone), gli indios*, i preti e gli abitanti il territorio in generale e, non ultimo ovviamente, il governo brasiliano.
L’azienda idroelettrica ci tiene molto a fare le cose correttamente (secondo la loro etica naturalmente e non, per esempio, la mia). Hanno dunque ingaggiato un’equipe di rilievo per verificare se nel territorio che diventerà un lago ci fossero siti archeologici. Ci sono, sono numerosi, risalgono al neolitico (da 3 a 5mila anni fa) e vi sono stati rinvenuti attrezzi da lavoro in pietra e ceramiche. Molto interessante. Insieme ai reperti sono stati quindi molto attenti a deportare anche tutti gli animali che riuscivano a rintracciare, che ovviamente sono una minoranza. Poi hanno indennizzato i proprietari terrieri e qui cominciano i casini perché i proprietari non sono certo gli indios, ma fazenderos di origine europea. Dei furbacchioni che quando hanno saputo le modalità di indennizzo hanno riempito i loro terreni di casette e piante di cacao che non servono a nulla se non alzare il valore dell’indennizzo. C’è inoltre da dire che sono proprio loro che scacciarono gli indios dalle loro terre di caccia già secoli e decenni orsono.
In tutta questa storia con interessi economici da capogiro entrano investitori potenti e tecnici sia brasiliani che non, i quali sperimentano nuove tecnologie per un paese lanciatissimo a far vedere che è in grado di competere con i colossi del G8. Ovviamente il governo spalleggia tutto questo con a capo la Presidenta (si con la “a”) Dilma Rousself.
In conclusione l’operazione Belo Monte è un business che gli attori interessati conducono seriamente, senza curarsi minimamente di questioni come gli animali che moriranno, le migliaia di persone che deporteranno, il livello del fiume che sarà troppo alto da una parte e troppo basso dall’altra e i pesci che spariranno. In sostanza l’effetto prodotto da questa gigantesca operazione sul territorio sarà devastante poiché tiene conto molto relativamente dell’impatto ambientale e sociale. Spostano decine di migliaia di persone come pacchi postali senza prendere seriamente in considerazione le infrastrutture che saranno necessarie. Produrre energia e denaro è considerato ovviamente molto più importante e per salvare in parte l’immagine fanno ridicole operazioni di facciata. Pensate che costruiranno anche un canale di centinaia di chilometri per permettere ai pesci di passare da un’ansa del fiume all’altra e ridurre così il depauperamento della zona di pesca. Per spiegare ai pesci che dovranno passare da lì cosa faranno? Metteranno un vigile subacqueo? Scherzi a parte il problema di fondo è che due linee di pensiero così diverse non si incontreranno mai. Con i consumisti convinti che ovviamente e ragionevolmente ritengono che il mondo abbia bisogno di più energia da una parte. Dall’altra gli stupidi romantici che ritengono invece che di energia se ne dovrebbe sprecare molta di meno e sarebbe meglio salvaguardare culture antiche ormai in gran parte distrutte, ma che invece potrebbero ancora salvarsi e insegnare come si fa a capire un fiume senza devastarlo, a capire una montagna senza farla saltare, a capire il mondo senza possederlo. In poche parole a capire la vita senza vincere, schiacciare, manipolare. Ma qui le cose diventano complicate e la questione assume enormi proporzioni, altro che la diga più grande del mondo."

E' nell'interesse di tutti aderire alle molteplici iniziative sorte per contrastare questo folle progetto e vorrei concludere  con le parole di Shirley, una giovane sciamana di etnia Krenak  deportata anni fa insieme alla sua tribù, dalla loro zona in via di deforestazione.
Alla domanda su cosa significasse il suo trucco (vds foto iniziale) rispose:
"Chora, lacrime. Sono le lacrime versate da noi e da tutti i fratelli indios per quello che l’occidente sta facendo al mondo. Per quello che è stato fatto ai nostri antenati, a quali tagliarono la lingua e le orecchie in modo che non potessero trasmettere una sapienza antica quanto l’uomo. Le aziende serie fanno tutto per bene è che proprio non capiscono di cosa stiamo parlando (o fanno finta di non capire) quando diciamo loro che la terra è un essere vivente, che i fiumi sono le sue vene, le foreste i suoi polmoni e l’armonia e l’equilibrio una cosa sacra che ha molti milioni di anni, proprio non capiscono di cosa stiamo parlando."
Link per aderire alle iniziative: Donne ultraviolette su  facebook
                                                   Scrivi una lettera alla Presidente Dilma Rousself
                                                   Avaaz.org Petizione
Buon 8 marzo!
wiska

14 commenti:

  1. Che delusione che proprio una donna, per giunta una ex rivoluzionaria possa agire e pensare in questo modo.
    Questo dimostra che non necessariamente, anzi quasi mai, l'essere schierati una parte piuttosto che dall'altra significa avere capito.
    Alcune acquisizioni fondamentali sono squisitamente spirituali fanno appunto parte delle pratiche che ciascuno è disposto a scegliere per sè nella propria vita...evidentemente Dilma Rousself non ha saputo portare la sua rivoluzione dentro di sè...ed ha finito, come molti, come sempre, per diventare solamente potere.
    Buona serata wiska, un abbraccio!
    Namastè

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    1. Concordo, il caso della Rousself è l'ennesima dimostrazione di come lo spirito rivoluzionario si perda, nel momento in cui si è chiamati a gestire il potere. Un aneddoto recita che Pancho Villa, una volta conquistato il potere, si accorse che si stava comportando quasi come coloro che aveva sconfitto, allora terrorizzato da questa constatazione, guardando verso la sua scrivania si chiese:"Che sia colpa della sedia???!" ;)
      un abbraccio Rosa
      Namastè

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  2. Caro Wiska, concordo pienamente con Rosa.
    E apprezzo molto il tuo post che mi dato la possibilità di conoscere questa situazione davvero tremendamente dolorosa.
    Ciao e a presto,
    Lara

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  3. Avevo letto della notizia e sinceramente provo grande delusione come Rosa.
    Serena notte a presto.

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    1. Una grande delusione, ma di converso un'ancor più grande voglia di lottare da parte di tantissime donne.
      Grazie Cavaliere, a presto

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  4. molti anni fa ho conosciuto un brasiliano che ci teneva molto a sottolineare di essere un indio. Era un bellissimo ragazzo, molto riservato ma capace di incantare con i suoi racconti. Quando sento queste notizie, penso a lui e a tutto quel mondo che andrà distrutto se non si fermano certi progetti insensati.

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    1. Purtroppo il pericolo è grande e la distruzione di quel mondo si ripercuoterà inevitabilmente anche sul resto del pianeta.
      Grazie, a presto

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  5. ti ringrazio di avermi fatto conoscere questa situazione,che delude e sconcerta,buon fine settimana

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    1. Grazie della visita Gabe, buon fine settimana anche a te.

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  6. Strada se n'è percorsa tanta. Ma le problematiche si espandono in modo esponenziale...che angoscia!

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    1. La modernità comporta complessità, il rovescio della medaglia.
      Grazie Sandra, un caro saluto

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  7. purtroppo è facile perdersi nei meandri del potere e del lucro.
    essere onesti,obiettivi e lucidi è molto difficile,per questo motivo,il mondo è quello in cui viviamo.
    lu

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    1. ah concordo è davvero difficile esserlo, meno male che almeno alcuni ci riescono, nonostante tutto.
      Un abbraccio Lu, a presto

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