![]() |
http://haileselassie.files.wordpress.com/2011/03/abissina-1.jpg |
Un bel post di Cavaliere oscuro del web ci fa sapere che in Etiopia il 19 febbraio è ricordato come Giorno della memoria dei martiri etiopici. Lo stesso giorno del 1937 infatti, durante il periodo dell'occupazione dell'Italia fascista, per ordine del vicerè Rodolfo Graziani, venne perpetuato uno dei più efferati massacri che non risparmiò nemmeno donne e bambini. Potrete leggere di seguito l'articolo completo pubblicato da Marginalia e credo possa essere oggetto di riflessione per tutti, ma specialmente per coloro che ancora credono che il voto non serva a niente.
Non è una notizia infatti che in Italia ci siano ambienti "nostalgici" di quel periodo, ben rappresentati da forze politiche che non hanno mai rinnegato il fascismo. La Destra, Fiamma Tricolore, Forza Nuova, per citarne alcune, insieme alle "new entry" Fratelli 'Italia e Casa Pound si presentano fiduciose al voto di domenica. Inoltre il leader del più grande partito di centrodestra, ovvero Silvio Berlusconi, che si arroga il diritto di dare a tutti lezioni di democrazia, non più di un mese fa dichiarava: "Mussolini, a parte le Leggi Razziali ha fatto bene.", significando che una legge contro la dignità dell'essere umano sia una cosa di poco conto, ma anche dimostrando di avere scarsa memoria riguardo l'aggressione fascista in Libia, quella etiopica di cui si leggerà, l'entrata in guerra del nostro paese al fianco di un assassino di massa come Hitler e tutte le atrocità commesse dal regime contro chiunque avesse idee politiche diverse (delitto Matteotti, reclusione di Gramsci etc.).
Vi lascio alla lettura dell'articolo citato, nella speranza che essa, domani, faccia venire la voglia anche ai più refrattari, di togliersi le pantofole e raggiungere il seggio più vicino, per esprimere una testimonianza di libertà.
Tratto da Marginalia:
"In Etiopia il 19 febbraio è ricordato come Sema’etat Qen (Giorno dei martiri o Giorno della memoria), ovvero l'anniversario di uno dei più efferati massacri
perpetrati dagli italiani durante l'impresa coloniale fascista in Etiopia: il 19
febbraio 1937, come rappresaglia per il fallito attentato contro il vicerè
Rodolfo Graziani (che già si era distinto per la brutalità nell'occupazione
della Libia, tanto da meritare l'appellativo di "macellaio del Fezzan"), si
scatenò per le strade di Addis Abeba una vera e propria "caccia all'indigeno" ,
che non risparmiò nessuno - uomini, donne,bambini/e - e fu condotta "coi sistemi
del più autentico squadrismo fascista", come ricorda uno dei testimoni di quella
vicenda, il giornalista Ciro Poggiali. Dopo la guerra, su richiesta
dell'Etiopia Graziani venne inserito dall'Onu nella lista dei criminali di
guerra (per l'uso di gas tossici e bombardamenti degli ospedali della Croce
Rossa), ma non venne mai processato per questi crimini. Da anni la comunità etiopica si adopera
affinché anche in Italia - dove ancora è forte la resistenza a fare i conti con
il proprio passato coloniale - il 19 febbraio diventi una data-simbolo.
Pubblichiamo dunque l'appello diffuso in questi giorni per il Sema’etat
Qen, invitando tutte/i a diffonderlo: "La data del 19 febbraio, rappresenta
per il popolo etiopico il “Giorno della Memoria” in cui sono state commesse
atrocità terribili durante il periodo dell’aggressione e dell’occupazione da
parte dell’Italia fascista (1935-1941). Questa giornata è stata assunta a
simbolo di tutti quegli anni in cui gli etiopi hanno dovuto subire sofferenze,
sacrifici e lutti indimenticabili. Gli accadimenti di quel giorno e di quelli
immediatamente successivi riguardano in particolare la spietata e diabolica
rappresaglia scatenata dai fascisti per vendetta, in seguito ad un attentato,
compiuto dai patrioti etiopi, contro il viceré Rodolfo Graziani ed altri
gerarchi del suo seguito ed avvenuto nella capitale Addis Abeba occupata e
martoriata. Il 19–20 e 21 febbraio 1937 sono stati massacrati senza pietà alcuna
più di 30.000 cittadini etiopi, quasi tutti civili, anziani, donne, bambini e
mendicanti. Alcuni di loro furono addirittura bruciati vivi nelle proprie case,
i tradizionali “tucul” di fango, legno e paglia, dove cercavano rifugio
nascondendosi dai scatenati criminali militari e civili italiani che risiedevano
nella capitale. Oltre ad essere ricordata nel nostro Paese, l’Etiopia, la
ricorrenza è celebrata nelle maggiori città del mondo dove sono presenti e
vivono numerosi cittadini della diaspora etiopica. Quest’anno la ricorrenza è
particolarmente sentita, in particolare a dimostrazione della più assoluta
condanna da parte delle comunità etiopiche, a causa dell’edificazione ad Affile,
un paesino situato sull’altipiano di Arcinazzo, a 60 km circa da Roma, di un
monumento in onore di colui che è definito il “macellaio d’Etiopia” e cioè
proprio il generale Graziani, riconosciuto anche dalle Nazioni Unite come
criminale di guerra e responsabile, al pari di Mussolini e ad altri gerarchi ed
ufficiali fascisti. Fra gli altri atroci e numerosi crimini ordinati dal
Graziani, ricordiamo l’assassinio di più di 1.200 monaci e chierici cristiani,
alcuni di questi giovani orfanelli, della più importante città conventuale
dell’Etiopia, Debre Libanos, distante circa 100km da Addis Abeba. Vi invitiamo a
partecipare ed a promuovere questa iniziativa, per dimostrare come gli onesti e
democratici cittadini italiani non tollereranno mai che vengano onorati i
criminali ed offese più di un milione di vittime, come i martiri e resistenti
patrioti Etiopi".
PS: mi scuso per l'immagine cruenta, ma ho ritenuto fosse necessario dare una prova concreta di quell'atroce carneficina.