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Faccio sempre fatica a leggere o ad ascoltare i messaggi mediatici di Berlusconi e non perchè mi faccia trasportare da una sorta di razzismo politico che in realtà non mi appartiene, piuttosto perchè mi trovo davvero a disagio di fronte alle sue esibizioni. Infatti, sebbene esse abbiano lo scopo di apparire come una prova di forza verso un ormai fantomatico nemico, a mio modo di vedere, finiscono per evidenziarne tutte le debolezze.
Anche nell'ultima performance mediatica del Cavaliere ciò avviene in modo eclatante.
In primis appare deleteria la sua affermazione di voler comunque rimanere sulla scena politica, pur non candidandosi nuovamente come premier. Una siffatta decisone, delegittimando implicitamente l'attuale segretario Alfano, ha creato una situazione di caos all'interno del Pdl ed ha infastidito non poco anche gli eventuali futuri alleati.
Incredibile poi la sua arrogante e pretestuosa minaccia di togliere l'appoggio al governo, che oltre a provocare malumore all'interno della compagine governativa e delle istituzioni, ha messo in imbarazzo i vertici del partito, dando altresì l'ennesima prova di una concezione egemonica, nella gestione dello stesso Pdl.
Tuttavia tralasciando la motivazione politica che, come evidenziato, sembra essere più nociva che utile per la parte politica che egli rappresenta, non resta che riportare la decisione di Berlusconi di non lasciare la politica attiva, a motivi di carattere personale.
Ed è qui che, secondo me, si raggiunge davvero un livello grottesco. L'ex Premier infatti, riferendosi alla recente condanna per frode fiscale, dichiara: "mi sento obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia ed evitare che ad altri cittadini possano capitare queste cose...".
In verità osservare la sua faccia inceronata di uomo tra i più potenti del mondo, mentre pretende di far parte della schiera degli oppressi, non può che rappresentare una scena veramente ridicola.
Non vorrei mai dubitare della buona fede delle persone e non lo farò nemmeno con il Cavaliere, ma la sensazione è che sia ancora peggio. Vorrebbe dire che per anni siamo stati governati da un pazzo visionario, da una sorta di "Re nudo" circondato da cortigiani che si premuravano di compiacerlo e che si guardavano bene dal metterlo di fronte alla realtà, un sovrano acclamato e festeggiato anche dal popolo, incapace di riconoscerne la pur evidente nudità.
Se nella favola da cui trae origine il titolo di questo post, l'incantesimo è spezzato da un bimbo che, sgranando gli occhi, grida: "Ma il re non ha niente addosso!", nella realtà la speranza è che anche il popolo italiano trovi il coraggio di sgranare, definitivamente, i propri occhi.