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http://www.vivicentro.it/wp-content/uploads/2012/08/carbosulcis-minatori-680.jpg |
"Non fateci perdere la ragione e la ragione di vivere" è scritto su un cartello sistemato su tre montagnole di carbone che chiudono l'ingresso della miniera di Carbosulcis "Nuraxi Figus", a Gonnesa in provincia di Carbonia-Iglesias. La scritta dà l'idea della situazione che stanno vivendo i 476 minatori che, fino a qualche mese fa, vi lavoravano.
E' dal 31 dicembre, infatti, che l'ENEL ha deciso di non utilizzare più le 300 mila tonnellate di carbone prodotte ogni anno per alimentare la propria centrale sita nelle vicinanze del "Nuraghe dei Fichi". Motivo? E' più economico acquistare carbone cinese che costa meno della metà degli 84 Euro a tonnellata di quello della miniera sarda. C'è da dire che anche il governo ha la sua parte di responsabilità visto che non ha avviato nè le procedure di privatizzazione, nè, soprattutto, quelle per le nuove produzioni "ecocompatibili". E' bene sapere infatti che il Carbosulcis è un carbone che libera anidride carbonica e trattiene metano, lo sfruttamento della sua energia costerebbe 200 milioni di Euro contro i 13 miliardi del fotovoltaico, ma a nessuno sembra interessare.
Così i minatori senza stipendio da quasi 8 mesi, non hanno potuto far altro che occupare la miniera e tenere "in ostaggio" 1221 detonatori e 690 chili di Premex 300, esplosivo tra i più potenti.
"Non ci fosse stato l’esplosivo quanta attenzione avrebbe ricevuto la nostra occupazione della miniera?" chiedono i minatori ed è una domanda retorica che porta con sè l'amara constatazione che l'interesse dei media e delle istituzioni è stato finora quanto mai scarso.
L'Italia è davvero un paese singolare, un paese in cui si assiste alla "normalizzazione" degli eventi, anche dei più tragici ed in cui sembra far più notizia il Flirt estivo della velina di turno o il passaggio del calciatore Cassano dal Milan all'Inter.
Credo invece sia responsabilità di tutti noi fare da portavoce a coloro che si trovano in situazioni di difficoltà come, in questo momento, lo sono i minatori del Sulcis. A loro vada il nostro sostegno, la nostra vicinanza e chi ha possibilità vada, si rechi di persona. Per il resto esprimiamo la nostra solidarietà attraverso i nostri blog, attraverso le nostre parole.
Fonti: LASTAMPA.it